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Da La Gazzetta del Mezzogiorno e dal Quotidiano di Lecce di Sabato 18 Gennaio 2003

Da La Gazzetta del Mezzogiorno del 18 gennaio 2003

La Provincia preannuncia una squadra di tecnici sulla circonvallazione

Dopo le polemiche, il sopralluogo 

 Mangione: «Valuteremo le vere ragioni della pericolosità dell'arteria» 

 

VEGLIE -  «Mercoledì prossimo faremo un sopralluogo tecnico per capire le reali cause degli incidenti che si verificano sulla circonvallazione». E' questa la decisione di Mario Mangione, assessore provinciale ai Lavori pubblici, il quale interviene dopo l'ennesimo «spettacolare» incidente stradale, fortunatamente senza gravi conseguenze, verificatosi l'altro giorno all'altezza dell'incrocio con Carmiano. Da questo episodio, l'ultimo di una lunga serie, sono scaturite le vibrate proteste dell'assessore comunale ai Lavori pubblici Lorenzo Catamo. Secondo quest'ultimo, la Provincia di Lecce non avrebbe mantenuto la promessa di rendere più sicuri gli incroci «a raso», soprattutto attraverso l'installazione di impianti semaforici. «La circonvallazione di Veglie - afferma l'assessore Mangione - è stata progettata e realizzata secondo le norme del nuovo codice della strada. Essa - spiega - è stata dotata di tutta la prescritta segnaletica orizzontale e verticale, successivamente potenziata per richiamare l'attenzione degli utenti, talvolta, distratti. Nonostante tutte le misure e gli accorgimenti di prevenzione, però, gli incidenti accadono ugualmente». Da questa constatazione, dunque, deriva la decisione di approfondire il problema. Mangione precisa che si vuole ricercare la causa degli incidenti per stabilire se essi dipendono da inadeguatezza strutturale della strada o, invece, da carente vigilanza o, ancora, da comportamenti di guida, più o meno generalizzati, non conformi al codice della strada. «Per valutare le vere ragioni della pericolosità della circonvallazione - continua - con spirito di servizio e fuori da ogni polemica, insieme con i tecnici della Provincia, mercoledì prossimo, procederemo ad un sopralluogo». «Mi permetto - conclude - di fare una considerazione: non mi sembra molto educativo, costruttivo e giusto, scaricare responsabilità sull'Ente che ha realizzato una struttura ineccepibilmente conforme al codice della strada, sollevando da ogni responsabilità quanti non rispettano il codice stesso, procurando danni al prossimo ed a se stessi».

di R.F.


Dal Quotidiano di Lecce del 18 gennaio 2003

Tangenziale sotto esame 

«La circonvallazione di Veglie è stata progettata e realizzata secondo le norme del nuovo Codice della strada ed è stata dotata di tutta la prescritta segnaletica orizzontale e verticale, successivamente potenziata per richiamare l'attenzione degli utenti, talvolta distratti. Ma nonostante tutte le misure e gli accorgimenti di prevenzione, gli incidenti accadono lo stesso. Si rende necessario allora capire qual'è la causa di questi incidenti».

E' quanto dice l'assessore ai lavori pubblici della provincia Mario Mangione che mercoledì compirà un sopralluogo sulla strada in questione insieme coni tecnici della Provincia. «cercheremo di stabilire - dice Mangione - se si tratta di inadeguatezza strutturale della strada o se, invece, c'è un problema di inadeguata vigilanza o, ancora, di comportamenti di guida non conformi al codice della strada».

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 7 Giugno 2003

La decisione della Provincia nonostante alcuni giudizi ancora in piedi

La circonvallazione sarà completata

Un ponte attraverserà la cava. Il progetto prevede una spesa di due milioni e 300mila euro

 

VEGLIE -  L’Amministrazione provinciale costruirà un ponte per completare la circonvallazione. La decisione è definitiva, nonostante siano ancora pendenti, innanzi al Tribunale amministrativo regionale di Lecce e al Consiglio di Stato, contenziosi con la ditta «Panarese», proprietaria della cava di tufo che «interrompe» il tragitto della strada, mai ultimata a causa di una complicata questione esplosa in fase di realizzazione dell’opera.

La Giunta provinciale ha deliberato dopo aver ricercato soluzioni bonarie.

«Al fine di pervenire ad una più rapida cantierizzazione dei lavori - si legge nella delibera - è stato esperito un tentativo di addivenire ad un accordo (con la ditta Panarese, ndr.) circa le modalità di esecuzione dei lavori e di gestione dell’opera. Lo stesso non ha sortito alcun risultato». E’ bene evidenziare che la ditta Panarese sostiene che la vicenda determinerebbe danni elevatissimi alla propria attività produttiva e il licenziamento di quindici unità lavorative.

La Provincia, dunque, in base al parere della propria avvocatura, ha ritenuto che «non è opportuno attendere la pubblicazione dell’esito dei giudizi in corso in quanto tale situazione renderebbe l’Ente ostaggio del ricorrente, in termini di tempistica e di strategie». Un eventuale ulteriore rinvio, inoltre, secondo la Giunta provinciale, «non avrebbe alcuna giustificazione, considerato che è stato già emesso il decreto di esproprio delle particelle interessate dai lavori e che è ormai improrogabile portare a completamento la circonvallazione».

Peraltro, il progetto esecutivo per la costruzione del ponte, dell’importo di oltre due milioni e 300mila euro, è già pronto da otto mesi. A questo punto, il Servizio Strade della Provincia, «senza indugio e nelle more dell’esito dei giudizi», può dar corso alla procedura finalizzata all’appalto dei lavori.

La notizia dello sblocco della situazione è stata accolta positivamente da Cosimo D’Amato, della sezione Ds di Veglie, e da Lino Rollo, del comitato per la circonvallazione. «Si chiude - affermano - il capitolo finale del completamento dell’opera. Ringraziamo il presidente Lorenzo Ria e i suoi collaboratori per aver mantenuto l’impegno di non lasciare un’opera pubblica incompleta».
 

di Rosario Faggiano

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Dal Quotidiano di Lecce di Domenica 22 Giugno 2003

Si apre una vertenza sul futuro dei lavoratori della cava "Panarese"

Passa la circonvallazione, licenziati 15 operai

 

VEGLIE -  All'inizio e fino a poco fa era stata una vera guerra combattuta tra studi legali, scartoffie e aule di tribunale come a dire, a suon di ricorsi. Poi da qualche mese la calma, più che mai apparente, come uno schermo protettivo dinanzi al coro di proteste e polemiche mai sopite. Ora un nuovo polverone, travolgente come un tornado e la circonvallazione di Veglie torna a far parlare di se a voce alta. Quindici lavoratori, tutti operai dipendenti della ditta dei fratelli Panarese specializzata in lavori edili, stradali, idrici e frantumazione di inerti e tufi con tre sedi - tanti quanti sono i fratelli - nel comune salentino, rischiano il licenziamento. Solo dieci giorni di tempo per loro per trovare un nuovo impiego almeno stando alla lettera inviata dal datore di lavoro: licenziati a far data dal 30 giugno prossimo.

Un atto inevitabile quello degli imprenditori, in un certo senso l'unico che consenta un margine di speranza per risolvere la questione magari in altro modo salvando capre e cavoli. Ed è qui che le arterie della tanto chiacchierata bretella, che collegherebbe l'intero nord Salento al capoluogo leccese, ferma e incompleta da tempo per quanto inaugurata l'aprile dell'anno scorso tanto da guadagnarsi a pieno titolo l'appellativo di "scempio autorizzato", si intrecciano con le sorti di quindici famiglie che potrebbero a breve fronteggiare la piaga della disoccupazione. La provincia di Lecce infatti esproprierà a breve una cava di proprietà della ditta Panarese, un ostacolo al completamento della circonvallazione che da lì dovrebbe passare per ultimare il tratto che condurrebbe all'incrocio per Salice, Carmiano e Leverano attualmente raggiungibile solo da una stradina a senso vietato percorsa, come immaginabile invece, in entrambi i sensi di marcia.

Su quella cava passerà un ponte alto più di venti metri e il lavoro all'interno sarà bloccato per ovvie ragioni di sicurezza poiché è impensabile fare esplodere detonatori per ricavare materiale mentre transitano gli automezzi. Da qui l'atto estremo dei Panarese, da qui l'apprensione di quindici persone che si sono incontrate con gli amministratori di Veglie, il sindaco Roberto Carlà, l'assessore alle politiche sociali Maurizio Spagnolo, Luigi Panarese in rappresentanza della ditta, e Salvatore Zermo, segretario provinciale della Uil per il settore costruzione ed imprese edili.

«Durante il nostro incontro abbiamo ovviamente chiesto la revoca dei licenziamenti - fa sapere Zermo - in attesa di un incontro con l'amministrazione provinciale. La questione infatti non è di competenza degli amministratori di Veglie che comunque si sono dimostrati attenti e sensibili al problema e più che disponibile nei nostri confronti come nei confronti dei lavoratori».
 

di Fabiana Pacella

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Dal Quotidiano di Lecce di Mercoledì 25 Giugno 2003

La circonvallazione del Nord Salento scalza un'impresa da una cava

Arriva la nuova bretella stradale

Da fine mese a casa 15 operai

 

VEGLIE -  Novità tutt'altro che rassicuranti sulla vertenza che tiene in bilico il futuro di quindici operai impiegati nella ditta fratelli Panarese di Veglie, proprietaria della cava sulla quale a breve dovrebbe passare un eventuale ponte che terminerebbe la circonvallazione che collega l'intero Nord Salento a Lecce. Quindici lavoratori e quindici famiglie che rischiano di dover fronteggiare la disoccupazione dalla fine del mese.

Nei giorni scorsi infatti la Provincia di Lecce ha comunicato all'impresa Panarese il prossimo esproprio della cava per la costruzione del ponte.

Da lì una lettera di licenziamento delle maestranze che vi lavorano a far data dal 30 giugno prossimo fino al tavolo di concertazione tenutosi presso il comune di Veglie «durante il quale - come fa sapere Luigi Panarese, uno dei titolari - alla presenza dei rappresentanti della Uil avevamo deciso di sospendere i licenziamenti in attesa di un incontro coni responsabili della Provincia per trovare una soluzione».

L'altro ieri però, dall'Ufficio minerario della Provincia di Lecce è giunta una comunicazione che lascia poche speranze: bloccare subito i lavori all'interno della cava in questione e nei venti metri circostanti della cosiddetta fascia di rispetto. «A questo punto - spiega Panarese - gli accordi presi l'altro giorno al comune sono automaticamente caduti ed ho quindi inviato agli amministratori locali e alla Uil poche righe per informare che sono costretto a mandare a casa i miei dipendenti».

di Fabiana Pacella

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno e dal Quotidiano di Lecce di Giovedì 3 Luglio 2003

da La Gazzetta del Mezzogiorno del 3/07/03

La vertenza Panarese

Proteste a Palazzo dei 15 licenziati

 

VEGLIE -  Urla e momenti di tensione nella sede dell'assessorato provinciale ai Lavori pubblici. Ieri mattina gli operai della ditta «Panarese» hanno insistentemente richiesto un incontro con i politici al fine di rappresentare la loro situazione. Rischiano il posto di lavoro e perciò chiedono alla Provincia di rinunciare alla costruzione del ponte sulla cava. L'opera, come è noto, è stata progettata per completare la circonvallazione. Secondo la ditta «Panarese», che ha deciso il licenziamento di quindici dipendenti, la soluzione adottata provocherebbe la chiusura definitiva della cava. Nella tarda mattinata, dunque, c'è stato l'incontro richiesto tanto «animatamente». L'assessore ai Lavori pubblici Antonio Luca, alla presenza degli ingegneri della Provincia Antonio Lepore e Stefano Zampino, ha ricevuto le maestranze e il proprietario della «Panarese».
«Gli operai e la ditta - dice Luca - ritengono che la soluzione progettuale adottata per completare la circonvallazione non sia quella ottimale. I progettisti della Provincia, invece, sostengono che la costruzione del ponte è l'unica possibile. Fra l'altro, il relativo bando di gara è già stato pubblicato. L'impegno che ho potuto prendere è stato, pertanto, quello di fare un ulteriore riscontro, insieme con i tecnici, sull'iter seguito. Fra una settimana, dopo aver parlato anche con il presidente Ria, darò una risposta definitiva. Nel frattempo - conclude - la ditta Panarese si è impegnata a sospendere i licenziamenti».

di r.f.


dal Quotidiano di Lecce del 3/07/03

Tensioni e poi un incontro

Licenziamenti in cava, operai alla Provincia

VEGLIE -  Hanno raggiunto dopo le 11 di ieri gli uffici della Provincia di Lecce in via Salomi pronti ad occuparli con forza se non fossero stati ricevuti. I 15 operai dipendenti dell'impresa edile "Fratelli Panarese" di Veglie, minacciati di licenziamento a far data da lunedì scorso perché la cava in cui lavorano, sarà espropriata alla ditta dalla Provincia per costruirvi un ponte che completerà la circonvallazione del Nord Salento, hanno fatto sul serio. Accompagnati da rappresentanti legali, da Rocco Maurelli per la Confapi e Pierpaolo Frisenna e Salvatore Zermo per la Uil,pronti ad opporsi in ogni modo alla piaga della disoccupazione che pende sul loro capo coma una spada di Damocle ormai da almeno un mese. L'intervento della Digos ha scongiurato il peggio, ieri mattina, evitando che la situazione degenerasse. «Siamo riusciti a farci ricevere sia bene con la forza - spiega Salvatore Zermo - dall'assessore ai lavori pubblici della Provincia Luca e dagli ingegneri Lepore e Zampini per il dipartimento strade».

Nessuna garanzia, è emersa dall'incontro ma solo qualche possibilità. Importanti saranno le decisioni che potranno maturare nell'arco di una settimana. «Tanto infatti il tempo che l'assessore Luca ci ha chiesto - continua Germo - per sentire l'ufficio tecnico della Provincia e quello della ditta Panarese al fine di vagliare a 360 gradi la vicenda».

La ditta Panarese intanto ha procastinato la data del licenziamento facendolo slittare di 7 giorni. «Non staremo con le mani in mano - preannunciano dalla Uil - i lavoratori sono pronti ad azione di forza e noi saremo con loro».

 

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Dal Quotidiano di Lecce di Giovedì 10 Luglio 2003

Tutti dispiaciuti per i 15 operai ma nessuno prende una decisione

Si costruisce il viadotto contestato: cava chiusa e lavoratori licenziati

 

VEGLIE -  Quindici licenziamenti pendenti - una questione di tempo, di ore - incontri a raffica ed il timore di rimanere senza occupazione da un momento all'altro. Quindici operai dell'impresa edile "Panarese" di Veglie rischiano la disoccupazione poiché la cava presso la quale lavorano sarà
espropriata dalla Provincia di Lecce per costruire un viadotto che completerebbe la circonvallazione del nord Salento. Chiacchierata dalla fase progettuale datata '97, al centro di polemiche e contenziosi  ancora pendenti.

«Una storia infinita - dichiara Luigi Panarese titolare della ditta con i fratelli Antonio, Salvatore,Giuseppe - dietro la quale si celano interessi degli allora amministratori del comune di Veglie».

Ma sarà nato prima quel progetto o la cava di località "Tonale"?

«Nell'88 abbiamo acquistato le particelle di quella zona ottenendo poi nel '90 la concessione edilizia per la cava con le dovute autorizzazioni regionali, provinciali e comunali» spiegano gli imprenditori. Il primo scossone arriva con una sostanziale modifica stracciata della bretella, «certamente voluta», che quindi sarebbe dovuta passare proprio sulla cava. Da lì il sopralluogo dei tecnici della Provincia dopo «averci notificato l'emissione in possesso della zona senza però che intervenisse un solo progettista a constatare che lì c'era una cava». Aprile '99: comincia la battaglia legale. Notificato l'esproprio due mesi dopo la ditta interessata presenta ricorso al Tar che a ottobre viene accolto. Comune di Veglie e Provincia non si arrendono ed a gennaio 2000 presentano ricorso al Consiglio di Stato, stavolta vincono loro: la circonvallazione si farà perché di pubblica utilità. «Ma ancora resta un mistero - dice Luigi Panarese - il fatto che quella sentenza datata aprile 2000 sia stata pubblicata a gennaio dell'anno dopo, solo uno dei tanti lati oscuri della vicenda».

Almeno cinque i ricorsi attualmente pendenti per l'impresa. Quello dei licenziamenti, il cui numero potrebbe salire, è solo l'ultimo di una serie di gravi problemi concatenatesi a partire da quel ricorso al Consiglio di Stato. «Abbiamo dovuto limitare il lavoro nella cava - spiega Antonio Panarese - bloccata la coltivazione e frantumazione e vogliamo render noto che una cava non si esaurisce, come pensava qualcuno, ma si "coltiva"'». Meno lavoro, meno introiti, necessità di ridimensionare l'attività, licenziamenti. Tra operai e datori di lavoro però il rapporto resta nonostante tutto disteso «per noi è stata sempre una grande famiglia - spiega Salvatore Casilli, dipendente - siamo al fianco degli imprenditori anche perché è documentabile che si sarebbe potuto deviare il tracciato della circumvallazione senza insistere sulla cava passando invece attraverso una stradina che si trova alle spalle».

Un progetto iniziale da 5 miliardi, un'aggiunta da 4 miliardi e mezzo di lire ancora per il ponte. Ieri mattina intanto alla Provincia - ma la notizia resta ufficiosa - si sarebbe svolto un incontro ad hoc. Si spera chiarificatore.

 

di Fabiana Pacella


dal Quotidiano di Lecce di Giovedì 10 luglio 2003 - Rocco Maurelli segretario regionale Claai Puglia

«Un ponte miliardario e le disattenzioni di Ria»

Anche noi del Salento avremo un ponte da cinque miliardi di lire, su di una cava di pietra alla periferia di Veglie, che, per questo, ha cessato l'attività.

 

Uno dice: opere pubbliche: e gli è naturale associarle a tempi lunghi, alle lentezze burocratiche, ai cavilli bizantini, alle interminabili vertenze nei tribunali; pensa alla tangenziale di Lecce: incompiuta dopo trenta anni. Sbagliato: per la circonvallazione di Veglie, opera della Provincia, ma pilotata da un'amministrazione comunale di Veglie faziosa, oggi caduta, sono stati battuti tutti i record di velocità. Nonostante ricorsi, opposizioni, vertenze, accidenti ed incidenti vari, tutto è filato liscio come l'olio, compresa la gara d'appalto. E dove va a passare la strada? Proprio sulla cava, come centrare con un colpo di pistola una moneta di un euro da mille metri di distanza!

 

Uno dice: circonvallazione, tangenziale, raccordo anulare, e gli viene in mente un cerchio e lo zero di Giotto. Sbagliato: il nostro è un mostro che richiama una V sghemba, uno sgorbio di un bambino di tre anni, un vibrione del colera, un qualcosa che comincia dal nulla e finisce senza concludersi.

 

Uno dice: è la solita storia: i poteri forti la vincono sempre. Sbagliato. A Veglie il missile Cruise si è abbattuto sull'unica fabbrica del paese forte di cinquanta operai, affermata sul piano imprenditoriale e solida sul piano economico, senza riguardo per l'occupazione e l'economia, ma seguendo l'istinto di fazione e di rivalsa contro il capitalista di successo.

 

Presidente Ria, sappiamo bene quanto lei sia indaffarato nella titanica battaglia ingaggiata con la Poli Bortone per "SalentoinBus", sappiamo quanto la preoccupano e la angosciano i guai che sta combinando il nostro presidente del Consiglio a Bruxelles. Ma la preghiamo, abbassi lo sguardo qualche minuto, nell'intervallo tra questa ed altre grandi incombenze e si occupi, e questa volta senza insofferente fastidio, del destino trenta posti di lavoro.

E lei, che sicuramente merita di essere ricordato come il più bello dei nostri presidenti della Provincia, non vorrà sciupare tutto con uno stupido incidente di percorso, proprio alla fine!

Con affetto.

 

di Rocco Maurelli - segretario regionale Claai Puglia

 

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Dal Quotidiano di Lecce di Venerdì 11 Luglio 2003

La Provincia replica alle polemiche sul tracciato che "taglia" una cava e sui successivi licenziamenti

«Il progetto della circonvallazione l'ha approvato il Comune»

 

VEGLIE -  «Il completamento della circonvallazione di Veglie rappresenta la più chiara dimostrazione dell'attenzione della Provincia di Lecce alle problematiche del territorio del Nord Salento. Si tratta di un investimento considerevole, di un impegno progettuale rilevante per un territorio non sempre dotato delle infrastrutture adeguate a consentirne lo sviluppo»: lo sottolinea l'amministrazione provinciale, a seguito di alcune polemiche per il fatto che il cavalcavia avrebbe fatto chiudere una cava con conseguenti licenziamenti.

«La Provincia - si ricorda da Palazzo dei Celestini - ha redatto un progetto, il Comune di Veglie lo ha approvato inserendolo nello strumento urbanistico pur considerando che l'intervento avrebbe potuto limitare l'attività della ditta Panarese. Il Comune Veglie non ha mai dato indicazioni finalizzate al cambiamento del progetto: sono i comuni che pianificano lo sviluppo del loro territorio, la Provincia, nel rispetto delle norme di progettazione segue gli indirizzi pianificatori dei comuni. E così è stato per la Circonvallazione di Veglie che deve essere completata se si vuole dare un valore all'investimento iniziale». La circostanza che il tracciato, sin dall'origine, investiva parte della cava della ditta Panarese non è pertanto una scelta riferibile alla Provincia.

 

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Dal Quotidiano di Lecce di Sabato 12 Luglio 2003

L'ex sindaco accusa l'impresa di non dire il vero sulla cava

Percorso trasparente e lecito: ecco cos'è la "bretella"

 

VEGLIE -  Il progetto di circonvallazione del Comune di Veglie, redatto e finanziato dalla Provincia, è stato approvato nel suo attuale tracciato prima (novembre 1997) dell'autorizzazione all'ampliamento della cava Panarese (ottobre 1999)e non attraversava nessuna parte di cava di cui fosse stata autorizzata la coltivazione.

I1 ponte per scavalcare la cava è stata la soluzione più realistica e coraggiosa adottata dalla Provincia di Lecce. Modifiche del tracciato sono risultate incompatibili.

I licenziamenti di 15 operai da parte della ditta Panarese sono strumentali, sia perché tale impresa, come risulta da un intervento sindacale pubblicato sul Quotidiano del 10 luglio scorso, è l'«unica fabbrica affermata sul piano imprenditoriale e solida sul piano economico», sia perché ha già presentato progetto di una nuova coltivazione di cava.

La ditta Panarese, forte di 15 e non di 50 operai, non dice che conosceva il progetto della circonvallazione e che non ha presentato, nei tempi dovuti, nessuna osservazione; che nell'ottobre 1998 ha partecipato alla gara per la costruzione dell'opera, dichiarando di essersi recata sul posto e di conoscere lo stato dei luoghi; che ha instaurato il contenzioso amministrativo solo dopo la certezza che altre ditte avrebbero realizzato la circonvallazione; che i giudici del Tar e del Consiglio di Stato hanno dato ragione, con sentenza definitiva, alla Provincia e al Comune  di Veglie; che anche l'attuale amministrazione di centro-destra non ha formulato, né ipotizzato alcuna soluzione alternativa al ponte, senza il quale il tratto di circonvallazione già realizzato resta un'opera in gran parte inutile e anche pericolosa.

La ditta Panarese, poi, afferma il falso quando esplicitamente sostiene che c'è stata una sostanziale modifica della bretella "certamente voluta" dietro la quale, si afferma nell'articolo del 10 luglio scorso, «si celano interessi degli allora amministratori del Comune di Veglie». Non dice quando il progetto sarebbe stato modificato e di chi sarebbero gli interessi, così  impedendo puntuali smentite, e tuttavia usa espressioni di per sé gravemente lesive dell'onore dei 21 amministratori dell'epoca.

L'amministrazione comunale nel 1997 ha esaminato e approvato con votazione all'unanimità, compresa An che ora è al governo del paese, un solo progetto per la circonvallazione elaborato della Provincia e non ha mai modificato tale tracciato.

La strategia del mettere le amministrazioni pubbliche davanti al fatto compiuto adottata dalle ditte Panarese non ha retto ai vaglio giuridico e a quello amministrativo-politico. Ora per coprire il gioco perdente, l'impresa Panarese cerca di gettare fango sulla Provincia e sulla passata amministrazione di Veglie, coinvolgendo qualche giornalista poco accorto e un sindacalista poco informato che ipotizza addirittura la spiegazione che c'è qualcuno che «senza riguardo per l'occupazione e l'economia segue l'istinto di fazione e di rivalsa contro il capitalista di successo».

Come ex sindaco e consigliere comunale ora all'opposizione continuo a sostenere il completamento dell'opera, importante per lo sviluppo del nord-Salento, a esprimere solidarietà ai lavoratori che rischiano di pagare errori compiuti dalla ditta Panarese, ad augurare alla ditta una affermazione imprenditoriale sempre maggiore.

 

di Antonio Greco

ex sindaco di Veglie

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Dal Quotidiano di Lecce di Domenica 13 Luglio 2003

La cava e la "bretella" delle polemiche. Parlano gli imprenditori interessati

«Gli atti sono chiari: la tangenziale ci danneggia»

 

VEGLIE -  Infuriano venti di tempesta sulla vicenda relativa all'esproprio da parte della Provincia di Lecce della cava della ditta Panarese di Veglie per il completamento della circonvallazione del nord Salento. L'attenzione si sposta ora dal rischio di licenziamento che incombe su 15 operai che in quella cava ci lavorano alle schermaglie tra le parti in causa. Un memoriale lungo e fitto di date, delibere e documenti vari con tanto di corredo fotografico è stato infatti redatto dai fratelli Panarese «per precisare l'iter della progettazione e realizzazione parziale di quell'arteria».

Indietro nel tempo fino al '95 quando «la Pro loco di Veglie ebbe l'idea della circonvallazione per decongestionare il traffico urbano e, redatto il progetto, ne fece dono all'amministrazione comunale». Poco dopo entrò in ballo anche la Provincia do Lecce «che conferì l'incarico a sette progettisti per redigere un altro progetto, quello esecutivo». Da qui, pare, il primo errore «macroscopico - affermano gli imprenditori - di far passare il tracciato dalla cava e tutto per non aver visionato la documentazione sui vincoli territoriali di quella zona». Eppure lì, in località Tonale, c'era una cava da 100mila metri quadri in pieno esercizio «profonda sei, sette metri e regolarmente autorizzata per quanto i progettisti avessero dichiarato che all'epoca della progettazione non c'erano ancora scavi».

E qui gli imprenditori rilevano da parte del Comune di Veglie una contraddizione: «Da un lato la nostra amministrazione approvò il progetto della circonvallazione; dall'altro autorizzò l'ampliamento della cava». Maggio '99: la Provincia notifica all'impresa l'immissione nel possesso della superficie da espropriare per completare la bretella. Inizia un lungo contenzioso ancora in corso. Crescono le accuse: «La Provincia - aggiungono i Panarese - incurante della confusione creata, per tappare e coprire le efficienze e irresponsabilità ha previsto lo stanziamento di altri quattro miliardi e mezzo di lire per un viadotto che attraverserà la cava completando l'opera».

Ma chi poteva deviare il percorso? C'è una risposta anche a questo: «Il tracciato della circonvallazione nei pressi della cava - illustrano gli imprenditori  - corre in zona agricola priva di insediamenti, voragini, corsi d'acqua o altri fattori che possano indurre a non interferire con opere pubbliche».

Eppure, concludono i fratelli Panarese, «l'ex sindaco Greco afferma che non è esistito alcun altro progetto, ma uno solo, mentre nella delibera 46/97 si dice che «i sette tecnici hanno rivisto a piedi il tracciato, modificando quello che l'amministrazione comunale aveva già presentato». E, aggiungono, dichiara che «la circonvallazione non attraversava nessuna parte di cava di cui fosse stata autorizzata la coltivazione, quando la particella 23 del foglio 21 è stata autorizzata nel 1990 con decreto ministeriale».

 


dal Quotidiano di Lecce di Domenica 13 luglio 2003 - Giovanni Caputo ex assessore comunale

la realtà dei fatti e le letture datate.

Così si cambiano le carte in tavola

Se fossi un imprenditore edile sarei sicuramente iscritto al "Claai",  poiché potrei contare sulla difesa d'ufficio dei miei interessi privati, anche quando questi venissero apertamente a scontrarsi con gli interessi di un'intera comunità. Sarei difeso dalla prosa barocca del suo segretario regionale, che mettendo insieme un paio di metafore mi farebbe passare per vittima designata, qualora i miei interessi non fossero riconosciuti dalla pubblica amministrazione, benché sostenuti da abili avvocati, docenti universitari, in sede giudiziaria. Il segretario del "Claai", non conoscendo l'argomento del contendere e senza alcuna preoccupazione di sfociare nel ridicolo, alterando artatamente i termini del problema e utilizzando le forme del paradosso e del grottesco, riuscirebbe attraverso la stampa a dimostrare i torti che un imprenditore subirebbe, qualora incontrasse "i poteri forti". L'occupazione sarebbe un'arma sempre utilizzabile, lo spettro dei licenziamenti e le sorti dei lavoratori rafforzerebbero la posizione dell'imprenditore affermato costretto dalla mala politica alla chiusura dell'attività. Qualora tutto questo armamentario retorico non fosse sufficiente, il dottore Maurelli avrebbe la sfacciataggine di inoltrarsi in giudizi tecnici, liquidando la professionalità dei progettisti e concluderebbe, come ha già fatto per la circonvallazione di Veglie, sostenendo: «Il nostro è un mostro che richiama una V sghemba, uno sgorbio di un bambino di tre anni, un vibrione del colera, un qualcosa che comincia dal nulla e finisce senza concludersi». Letture datate. Peccato che il dott. Maurelli (non vivendo più a Leverano) non si è accorto che tutto il traffico proveniente dal Nord di Veglie (da Salice per intendersi) e diretto a Sud (Leverano, Copertino, Nardò) e viceversa e gli automezzi pesanti di ghiaia, calcestruzzo e bitume dell'impresa Panarese, che attraversando mettevano a soqquadro l'intera cittadina, già utilizzano la circonvallazione. Ad essere penalizzati sono quanti, provenienti da Carmiano, Novoli, Salice, Guagnano e Campi, vorrebbero raggiungere Torre Lapillo e Porto Cesareo e ritornare senza essere costretti a passare per il centro di Veglie, perché la circonvallazione è bloccata dagli interessi del "capitalista di successo". Ma l'intraprendenza del segretario regionale del "Claai" non viene scalfita dall'evidenza dei fatti e nella furia argomentativa tira in ballo le bellezze fisiche del Presidente Ria: «Non vorrà sciupare tutto con uno stupido incidente di percorso, proprio alla fine».

C'è sicuramente una caduta di stile. Il dottore Maurelli, bisogna dargli atto, ci risparmia l'attacco contro le "toghe rosse" e il "complotto dei comunisti", perché il quadro da lui dipinto sia perfettamente in linea con i tempi.

 

di Giovanni Caputo - ex assessore comunale

 

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Dal Quotidiano di Lecce e da La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 16 Luglio 2003

dal Quotidiano di Lecce del 16/07/03

Protestano gli operai. Poi arriva la cassa integrazione

La rabbia dei licenziati invade Palazzo di Città

 

VEGLIE -  Vertenza Panarese a Veglie: la parola passa agli operai. Più che le parole, però, sono state la rabbia e lo sdegno a farla da padrona ieri mattina nel municipio occupato, come preannunciato, dai dodici operai licenziati in seguito alla notifica di esproprio della cava dei fratelli Panarese inoltrata dalla Provincia di Lecce. Motivo: il "passaggio" del ponte che completerà la circonvallazione di Veglie.

A far quadrato intorno ai dodici operai però, anche gli altri cinquanta dipendenti della ditta e gli stessi imprenditori uniti in questa battaglia. Ore 8: assembramento nel parco delle Rimembranze a Veglie. Cartelli, tanti, e uno per tutti con la scritta "Circumvallazione boia» giusto per dare l'idea di ciò che cova sotto la cenere. I 60 lavoratori raggiungono il Comune, occupano l'aula consiliare, arrivano le forze dell'ordine, le rappresentanze sindacali, gli amministratori locali. Quarantacinque minuti più tardi l'incontro si scalda, le parole diventano urla, gli animi si accendono. «Bloccare il bando di gara per l'affidamento dell'appalto in attesa di una soluzione equa»: questa la proposta di Luigi Panarese. Una mano dall'amministrazione comunale di Veglie «che ha la forza di avanzare tale richiesta alla Provincia»:  è l'ultimatum di Salvatore Zermo della Feneal Uil. Pacato e attento, il sindaco Roberto Carlà propone la convocazione di un Consiglio comunale monotematico per la giornata di domani ma gli operai non vogliono temporeggiare oltre. Bisogna muoversi e allora passano alle minacce. «Cerchiamo l'unione in un'unica strategia»: parla, diplomatico, Carlà, ma la tensione sale alle stelle. Luigi Panarese si allontana contrariato, le maestranze alzano il tiro. Ore 9.20: Roberto Carlà decide di raggiungere a Lecce il prefetto Gianfranco Casilli. Qualcuno si sente male e c'è perfino un operaio che tenta di gettarsi giù dal primo piano del Comune in preda alla disperazione. Sul posto giunge anche il comandante della Compagnia dei carabinieri di Campi, capitano
Vito Di Girolamo, Allarme rientrato, ma gli amministratori non stanno a guardare ed anzi passano alle denunce e pesanti.

«Affronto da assessore ai Lavori pubblici - dice il vicesindaco di Veglie Lorenzo Catamo - il dramma di questi licenziamenti e sopporto il maldestro tentativo della Provincia di rovesciarci addosso ogni responsabilità eppure solo le può modificare un suo progetto».

E per rispondere alle parole dell'ex sindaco di Veglie Antonio Greco, il vicesindaco aggiunge: «Non mi sento offeso né come sindaco né come capogruppo di An perché abbiamo approvato un progetto che correva sul rettilineo o svoltava a sinistra mentre poi all'altezza del km. 4 ci siamo trovati davanti ad una piccola ed evidente deviazione a destra che sembra voler deliberatamente andare a finire nella cava che prima veniva evitata. Ci spieghi la Provincia chi, come e quando e perché ha modificato il progetto e quali interessi abbia tutelato. Forse solo così potremo venire a capo dell'imbroglio di cui informerò la Procura della Repubblica alla quale chiedo fin d'ora il sequestro degli elaborati progettuali».

Nella tardissima mattinata la novità: in seguito alle richieste avanzate dai rappresentanti sindacali infine, l'imprenditore Luigi Panarese ha accettato la proposta di concedere alle maestranze la cassintegrazione fino alla risoluzione del caso.

Raffaele Romano, segretario generale della Finlea Cgil, spiega: «Non si può far dipendere la sorte di 15 famiglie da quella circonvallazione: il fatto che Panarese abbia concesso la cassintegrazione è già un passo in avanti». Per domani, alle 18, è previsto un Consiglio comunale monotematico.

 

di Fabiana Pacella


dal Quotidiano di Lecce del 16/07/03

 

Rabbia ed esasperazione

«Mi butto giù dal primo piano»

E i colleghi evitano la tragedia

 

Paura al municipio di Veglie. Non erano ancora le 12 quando, allontanatosi dai suoi colleghi che in quell'aula consiliare infuocata si battevano per il loro futuro occupazionale, ha infilato in quattro e quattr'otto due rampe di scale raggiungendo il primo piano del municipio. Da lì Daniele Scarafile di Campi, neanche 40 anni, marito e padre, ha lanciato il suo appello, estremo e disperato. Aveva le lacrime agli occhi Daniele e vigore a sufficienza nelle braccia per mantenersi in bilico pronto ad un salto nel vuoto. «Mi ammazzo»: queste le sue parole come unica soluzione ad un futuro incerto. Unica strada per vincere l'imbarazzo di non sapere come mandare avanti la famiglia. Le parole dei colleghi, di carabinieri e Vigili urbani e di Luigi Panarese, lo hanno distolto dall'insano gesto ma poco dopo l'operaio si è sentito male. È giunta sul posto un'ambulanza e un medico lo ha soccorso. Poco più tardi si è ripreso. «Ti viene da fare di tutto - ha poi raccontato Daniele Scarafile - e forse il mio gesto si sarebbe potuto evitare. I1 fatto è che da parecchio che siamo in attesa di sapere come questa vicenda si evolverà: è passato oltre un mese e mezzo e il nostro futuro è in bilico. Si arriva al punto in cui si perdono anche i lumi della ragione. La nostra speranza è che l'azienda abbia le garanzie per andare avanti tanto più che tra lavoratori e imprenditori c'è sempre stato un rapporto di reciproca fedeltà e fiducia come fossimo un'unica famiglia. Dal canto nostro siamo pronti a tutto anche a far qualcosa per pagare gli espropri effettuati dalla Provincia pur di salvare il nostro posto di lavoro»

di F.P.


da La Gazzetta del Mezzogiorno del 16/07/03

 

La costruzione del ponte per la circonvallazione blocca l'attività della cava. Da qui la crisi aziendale
Gli operai occupano il Comune
«Congelati» i licenziamenti in attesa di una nuova riunione

VEGLIE - Circa cinquanta dipendenti della ditta "Panarese" si sono mobilitati contro il licenziamento di dodici operai dell'azienda . Fino alle 16 di ieri hanno occupato l'aula consiliare chiedendo attenzione sulla vicenda della costruzione del ponte. Quest'ultimo consentirebbe il completamento della circonvallazione finanziata dalla Provincia, ma determinerebbe il blocco dell'attività della cava sulla quale è previsto. Da qui scaturirebbero i licenziamenti già adottati. Durante la mattinata si sono registrati momenti critici. La situazione, tuttavia, è rimasta sempre sotto controllo. Come detto, l'occupazione si è risolta alle 16, dopo l'approvazione di un verbale di accordo sindacale sottoscritto, alla presenza del sindaco Roberto Carlà, dall'amministratore dell'azienda Luigi Panarese, dal segretario generale della Feneal-Uil Salvatore Zermo, dal rappresentante della Fillea-Cgil Anna Maria Leone e dal rappresentante dei lavoratori Daniele Scarafile. I sindacati hanno ottenuto la revoca dei licenziamenti con la collocazione dei lavoratori in cassa integrazione. La soluzione, però, potrebbe essere soltanto temporanea. Nei prossimi giorni, infatti, si terrà una riunione, fra tutte le parti interessate, convocata dal prefetto Gianfranco Casilli. Panarese ha precisato che "se dalla riunione non dovessero pervenire prospettive ritenute idonee, l'azienda si vedrà costretta al licenziamento".
L'Amministrazione, inoltre, ha deciso di convocare il Consiglio comunale per trattare la vicenda questa sera alle 18. "La maggioranza - dice il vicesindaco Lorenzo Catamo - considera prioritario l'aspetto occupazionale della questione. E' bene precisare, tuttavia, che l'attuale Amministrazione non ha nessuna responsabilità sugli sviluppi della vicenda. Personalmente, peraltro, dopo aver verificato gli elaborati sulla circonvallazione, ho riscontrato che qualcosa non và. Ho informato di tutto la Procura. Durante il Consiglio comunale - conclude - proporremo alla Provincia la sospensione della gara per la costruzione del ponte".
Da parte sua, l'assessore provinciale ai lavori pubblici Antonio Luca afferma: "mi dispiace per i lavoratori e per ciò che sta avvenendo. Abbiamo verificato l'iter seguito per la progettazione e tutto è risultato regolare. Allo stato attuale, con la gara in corso, non è possibile tornare indietro. Siamo disponibili, comunque, all'incontro presso la prefettura".
Il consigliere provinciale di An Fabio Campobasso, infine, sostenendo che vi è la "possibilità che l'arteria venga deviata al massimo di 150 metri, rispetto al tracciato che prevede il ponte", sollecita "un incontro che possa favorire la concertazione e che eviti il rischio di tagli occupazionali".

 

di r.f
 

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Dal Quotidiano di Lecce e da La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 17 Luglio 2003

dal Quotidiano di Lecce del 17/07/03

Veglie, in Consiglio il dramma dei 12 cassintegrati

 

VEGLIE -  Un Consiglio comunale monotematico in seduta straordinaria ieri sera, un clima di incertezze esasperato da tempo, ancora una flebile speranza di risoluzione data da un possibile vicino incontro tra Provincia,Comune di Veglie, impresa edile fratelli Panarese, rappresentanti sindacali ed operai, quei dodici licenziati, attualmente cassintegrati. Radiografia di una realtà che parte dalla richiesta di interruzione dei lavori nella cava Panarese sulla quale passerà l'ultimo tratto della circumvallazione del nord Salento. Una realtà che ha visto in poco più di un mese agitazioni, manifestazioni, sit-in di protesta, tensione e beghe politiche. Una realtà a due facce: quelle esteriore fatta di clamori in tutte le salse, ed un'altra, più nascosta, che si consuma nelle case di quei dodici lavoratori. Beniamino De Pascali di Veglie, non ancora 50enne, una moglie e quattro e figli a carico, è uno di loro. Era autista e fuochino, guidava i grossi mezzi dell'impresa Panarese e faceva brillare le mine per la frantumazione delle cave. Poi il maledetto giorno del luglio di due anni fa qualcosa andò storto. Uno scoppio imprevisto dei detonatori prima del tempo e fu la tragedia. «Mi amputarono la mano sinistra - racconta Beniamino - ed allora capì di essere diventato inutile. Non avrei potuto più lavorare e dovevo accontentarmi del contributo Inail per mandare avanti la baracca». Un destino che pareva ormai segnato, il suo, ma Luigi Panarese e i suoi fratelli, dei veri e propri "capifamiglia" più che datori di lavoro - si commuove l'operaio - con me come con gli altri, mi accolsero nuovamente nel gruppo inserendomi come addetto alla pesa per quanto in realtà non avessero bisogno di un dipendente con quella qualifica. In realtà mi hanno voluto aiutare».

Da allora è passato del tempo ed ora questo nuovo scossone ricorda momenti difficili: «Adesso mi trovo a rivivere la paura di allora - dice in lacrime Beniamino - non avere un lavoro, non avere un futuro e tutto per un progetto che riguarda un ponte. E come me altre dodici persone che hanno famiglie ed impegni da mantenere».

di F.P.


da La Gazzetta del Mezzogiorno del 17/07/03

 

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di r.f
 

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 19 Luglio 2003

L'assessore Antonio Luca si dice pronto e favorevole al richiesto incontro in prefettura
«Proposte per la cava? Ben vengano»

«Ma che siano precise, possibili e chiare. Soprattutto da parte del Comune»

E la Provincia ricorda che i giudici hanno ribadito la regolarità dell'iter seguito
 

VEGLIE -  «Siamo disponibili all'incontro in prefettura. Ci aspettiamo, però, proposte precise, possibili e chiare, soprattutto da parte del Comune». Questa è la risposta dell'assessore provinciale ai Lavori pubblici Antonio Luca all'iniziativa deliberata dalla maggioranza guidata dal sindaco Roberto Carlà, dopo una seduta straordinaria del Consiglio comunale convocata per discutere della crisi occupazionale della ditta Panarese. Quest'ultima sarebbe costretta a sospendere l'attività di una cava (e quindi a licenziare dodici unità) a causa della costruzione del ponte che è stato progettato dalla Provincia per completare la circonvallazione. «Non ho ancora avuto la possibilità - dice l'assessore Luca - di prendere visione dell'atto deliberativo del Comune. Si sa, però, che è stata richiesta al prefetto Gianfranco Casilli la convocazione di una riunione fra Provincia, Comune, Sindacati e ditta Panarese. Confermo la mia disponibilità a partecipare all'incontro. In quella sede - precisa Luca - mi aspetto, però, da parte del Comune, proposte valide dal punto di vista tecnico, legale e procedurale. Per quanto riguarda la Provincia posso confermare, ancora una volta, che l'iter seguito è stato perfettamente regolare. D'altra parte - conclude Luca - tale regolarità è stata riscontrata anche in via giudiziaria, negli ambiti promossi dalla stessa azienda Panarese».
Sulla vicenda, intanto, il dibattito politico, ai vari livelli, è già divenuto «incandescente». I consiglieri provinciali Salvatore Scarciglia (Cdl) e Biagio Ciardo (An) hanno chiesto la convocazione urgente della Commissione provinciale ai Lavori pubblici. «La Provincia - sostengono Scarciglia e Ciardo - ha il dovere di trovare una soluzione tecnica diversa da quella attuale che salvi l'opera pubblica, ma soprattutto il diritto di lavoro di tanti padri di famiglia».
A livello locale, invece, si registra la presa di posizione di An a favore del vicesindaco Lorenzo Catamo. Secondo An, in pratica, la minoranza avrebbe utilizzato le dichiarazioni di Catamo (riguardanti presunte irregolarità progettuali della circonvallazione), come pretesto per non partecipare al Consiglio di mercoledì scorso. «Nella conferenza dei capigruppo di martedì - sostiene An - l'opposizione aveva fatto intendere che non avrebbe partecipato al Consiglio, senza essere a conoscenza delle dichiarazioni di Catamo, apparse sulla stampa il giorno dopo».

 

di Rosario Faggiano

 

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 24 Luglio 2003

An e la circonvallazione
«Mai approvato il ponte sulla cava»

 

VEGLIE -  «Alleanza nazionale approvò un progetto in cui non figurava alcuna cava». Questa la precisazione del vice sindaco Lorenzo Catamo che replica alle accuse del centrosinistra. «In seguito - secondo Catamo - il progetto esecutivo è stato modificato, attraversando in maniera meno evidente una determinata particella che prima tagliava in due: La realizzazione effettiva del tracciato presenta - afferma ancora il vicesindaco - proprio all'altezza di quella particella, una impercettibile deviazione a destra che non esiste in nessun progetto». Pertanto, continua Catamo, il comune non proporrà alcuna variante e dovrà essere la Provincia, eventualmete, a modificare il tracciato della circonvallazione.
«Respingo con forza - dice ancora l'esponente di Alleanza nazionale - l'ennesimo tentativo del centrosinistra vegliese di dichiararsi offeso ogniqualvolta viene da me esercitato il diritto alla legittima difesa. Le mie dichiarazioni - conclude Catamo - altro non sono se non la reazione alla furbesca pretesa dell'ex sindaco Greco di coinvolgere l'allora opposizione di An nelle responsabilità dell'approvazione del progetto della cinconvallazione di Veglie».

 

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Dal Quotidiano di Lecce e da La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 29 Luglio 2003

dal Quotidiano di Lecce del 29/07/03

Vertice in Prefettura per la cava di Veglie
Scongiurati i licenziamenti, l'opera si farà

 

VEGLIE -  Il futuro occupazionale dei dodici dipendenti della ditta Panarese di Veglie, minacciati di licenziamento dal 30 giugno scorso, è salvo. Questo in ultima analisi il risultato dei vertice tenutosi ieri mattina in Prefettura e che ha visto confrontarsi sull'argomento le varie parti in causa: la Provincia, titolare del progetto che prevede la realizzazione di un ponte a completamento della circumvallazione del nord Salento destinato a passare su una cava di proprietà dell'impresa in questione; il Comune di Veglie, nel cui territorio ricadono e la cava e la bretella; i fratelli Panarese; i rappresentanti delle maestranze in agitazione ed i sindacalisti che seguono i risvolti lavorativi della vicenda. Due, fondamentalmente, le richieste ben diverse tra loro avanzate alla Provincia: da un lato garantire lavoro ai dodici licenziati e dall'altro optare per una deviazione del tracciato della circumvallazione passando dietro e non sopra la cava.

Sciolto il primo nodo. «Non c'è incompatibilitá tra l'opera pubblica e la situazione occupazionale ‑ rende noto Raffaele Romano, segretario generale Finlea-Cgil ‑ come già previsto nell'assise consiliare del 15 luglio scorso a Veglie, si revocheranno i licenziamenti avviando subito la domanda di cassa integrazione». Soddisfatti anche dal Comune di Veglie: «Sì è raggiunto un buon accordo ‑ dichiara il vicesindaco Lorenzo Catamo ‑ e questo grazie anche alla mediazione del direttore generale della Provincia Luigino Sergio e del prefetto Gianfranco Casilli». Il ponte si farà dunque. E la Provincia spiega che l'opera comporterà una riduzione di attività dell'impresa «stimabile in 135 giorni». Il completamento della circumvallazione, dicono da palazzo dei Celestini, non comporta il blocco totale dell'attività della ditta Panarese.

 

di Fabiana Pacella


da La Gazzetta del Mezzogiorno del 29/07/03

Ieri si è svolto in Prefettura un incontro sulla vertenza Panarese tra sindacati, l'imprenditore, l'associazione delle piccole imprese e la Provincia di Lecce
«I licenziamenti? La colpa non è del ponte che costruiremo sulla cava»

 

VEGLIE -  «Non esiste alcuna correlazione diretta tra i licenziamenti decisi dalla ditta Panarese e il completamento della circonvallazione stradale che realizzato dalla Provincia di Lecce». Luigino Sergio, direttore generale di Palazzo dei Celestini mette la parola fine ad una vicenda, iniziata qualche settimana fa, che aveva visto il ponte che dovrà attraversare la cava di proprietà della ditta Panarese, responsabile dei licenziamenti di 12 operai. Per dirla tutta, era stata la stessa azienda e il sindacato a sostenere questa tesi, ripresa poi dalla maggioranza di centrodestra del comune di Veglie che con un ordine del giorno aveva chiesto alla Provincia di sospendere la gara per la costruzione del ponte e di studiare un tracciato alternativo per salvaguardare i posti di lavoro.
Con l'incontro di ieri in Prefettura, convocato dal rappresentante del Governo Gianfranco Casilli, a cui hanno partecipato il sindaco di Veglie Roberto Carlà, la ditta Panarese, la Provincia, i sindacati e i rappresentanti dell'Api, si è definitivamente usciti dall'equivoco e fatta chiarezza su questa vertenza. L'imprenditore, da parte sua, si è impegnato a non licenziare gli operai ed, eventualemente, ad attivare la cassa integrazione, impegno che peraltro aveva già preso a Veglie.
«Sulla base dei risultati di un'indagine, richiesta ed eseguita nella scorsa settimana dall'Ufficio minerario della Regione Puglia - spiega ancora il direttore generale della Provincia - è emerso che la riduzione di attività strettamente correlata alla realizzazione del tracciato, è stimabile in massimo 135 giorni, fatte salve eventuali deroghe alle norme in materia di distanze che potranno essere successivamente valutate congiuntamente alla Provincia stessa. In sostanza - afferma Luigino Sergio - il completamente della circonvallazione interferisce con l'attività estrattiva causandone solo una riduzione, un rallentamento, non il blocco totale, come inizialmente prospettato dall'imprenditore».
Ora inizierà una trattativa tra la ditta Panarese e la stessa Provincia per valutare eventuali «effetti economici del rallentamento della produzione». Per questa ragione si è deciso che il prossimo primo agosto si svolgerà a Palazzo dei Celestini un incontro tecnico per cominciare a discutere per decidere a quali distanze dal ponte la ditta potrà continuare la produzione e, come detto, degli eventuali effetti economici del rallentamento della produzione, cioè dei mancati introiti che la realizzazione di quest'opera comporta all'imprenditore. La gara d'appalto per la costruzione del viadotto che attraverserà la cava, quindi, si svolgerà regolarmente il 6 settembre prossimo, anche perchè dall'incontro è emerso, conclude Sergio, «la conferma della rilevanza pubblica del progetto e del valore dello stesso in termini di bilanciamento tra costi, diretti e indiretti, e benefici».
 

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 30 Luglio 2003

La ditta Panarese e l'Api
«Realizzare il ponte sulla cava è una forzatura della Provincia»

 

VEGLIE -  La ditta Panarese e l'associazione delle piccole imprese, contestano la decisione della Provincia a voler realizzare comunque il ponte sulla cava. «La Provincia - dicono Panarese e l'Api - ha confermato la sua incrollabile determinazione a far costruire il ponte sulla cava nonostante il Conisglio comunale di Veglie abbia richiesto la sospensione del bando di gara. Si è voluto rafforzare - spiegano l'imprenditore e l'associazione delle piccole imprese - questa decisione con speciose argomentazioni sull'assenza di un nesso causale tra ponte e vita della cava».
«Un processo - dicono ancora - che richiederebbe ore di approfondimento è stato liquidato in quattro e quattrotto assumendo dati particolari e giustapponendoli in connessione finalizzata a una tesi precostituita; la cava è moribonda comunque: poco danno se le diamo la mazzata finale. Contestualmente - spiegano ancora Panarese e l'Api - la Provincia ha offerto alla ditta Panarese di intavolare una trattativa indennitaria. La ditta panarse, pur dichiarando la propria insoddisfazione, per senso di responsabilità, ha rinviato le proprie determinazioni ad un momento successivo ai colloqui in Prefettura».
Infine la ditta Panarese precisa che aveva già sottoscritto un accordo per la cassa integrazione agli operai e che, questa decisione, non ha nulla a che vedere con i risultati dell'incontro del 27 luglio in Prefettura.
 

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Dal Quotidiano di Lecce di Giovedì 31 Luglio 2003

Ancora tempesta dopo l'incontro col prefetto
«Il ponte si farà; per la cava futuro incerto»

 

VEGLIE -  Non accennano a placarsi le tempeste che infuriano sul completamento della circumvallazione del nord Salento. Situazione che ha messo sul piede di guerra l'impresa edile dei fratelli Panarese di Veglie proprietaria della cava sulla quale dovrebbe passare il viadotto che completerebbe l'ultimo tratto della bretella. Stando all'incontro svoltosi lunedì mattina in Prefettura a Lecce e al quale hanno preso parte oltre alle maestranze che rischiavano il licenziamento, anche la stessa impresa, il Comune di Veglie e la Provincia di Lecce, il ponte si farà. Questo è emerso e si parla addirittura di un probabile risarcimento che sarà elargito dalla Provincia alla ditta Panarese. Risarcimento che in un certo qualmodo potrebbe malcelare qualche responsabilità relativa all'ultimo progetto di quella circumvallazione. «La Provincia nell'ultimo incontro ha confermato la sua incrollabile determinazione a far costruire il ponte sulla cava - fanno sapere i fratelli Panarese di concerto con 1'Aniem-Api e la Clai di Lecce - nonostante il Consiglio comunale di Veglie abbia richiesto all'unanimità la sospensione del bando di gara. Si è voluta rafforzare questa decisione con speciose argomentazioni sull'assenza su un nesso causale tra ponte e vita della cava». Venerdì mattina si dovrebbe discutere della nuova trattativa indennitaria in merito: «Ma la ditta Panarese - continuano - pur dichiarando la propria insoddisfazione per senso di responsabilità, ha inviato le proprie determinazioni ad un momento successivo ai colloqui già svoltisi».

di F.P.

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 31 Agosto 2003

Un esposto dell'assessore alle Attività produttive, Antonio Cascione
«La Procura indaghi sul ponte»

«Occorre valutare se gli atti in itinere siano pienamente legali»
 

VEGLIE -  Approda in Procura il completamento della circonvallazione. Ad inviare l'esposto ai giudici è stato l'assessore alle Attività produttive Antonio Cascione, il quale nel documento spiega anche il perchè: «Non mi sembra logico e dettato dal buon senso che l'Amministrazione provinciale persista nel proposito di voler completare la circonvallazione realizzando un ponte su una cava in attività».
Vale la pena ricordare che questa vicenda era già stata discussa in prefettura a causa del licenziamenti di 15 operai da parte della ditta Panarese. In quell'occasione i licenziamenti furono ritirati, la Provincia ribadì la volontà e la legittimità di fare il ponte e di trattare in altra sede un eventuale risarcimento all'azienda proprietaria dell'impianto estrattivo.
Tuttavia Cascione con questa sua denuncia, inviata oltre che alla Procura anche alla Corte dei Conti, al Prefetto, alla Provincia e a tutto il consiglio comunale di Veglie, ripropone il problema del completamento della circonvallazione, per il quale tra pochi giorni ci sarà la gara d'appalto dei lavori. Con il suo esposto chiede ai destinatari che «si occupino, ciascuno per la parte di propria competenza, della vicenda, valutando se gli atti procedimentali in itinere siano pienamente legali, legittimi sotto tutti i profili, e se non sia il caso di annullare le procedure in corso per evitare sperpero di danaro pubblico». Infine l'assessore alle Attività produttive ritiene che «occorre veramente chiarire se si devono spendere milioni di euro per realizzare opere pericolose, un ponte su una cava in cui viene usato materiale esplosivo, quando invece sarebbe più logico e semplice deviare il tracciato su zone agricole inedificate, coltivate ad olivo»

 

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Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di Mercoledì 3 Settembre 2003

A poche ore dall'apertura delle buste per l'appalto, esposto dell'amministratore

L'assessore attacca la Provincia

«Fermate quella circonvallazione»

 

VEGLIE -  Prevista nelle prossime ore l'apertura delle buste per la gara d'appalto che darà definitivamente il via alla costruzione del ponte che completerà la circonvallazione del Nord Salento passando sulla cava di proprietà dell'impresa dei fratelli Panarese a Veglie.

Un progetto, a breve un'opera, varato dalla Provincia di Lecce che ha arroventato questa estate a causa delle ripercussioni negative che potrebbe comportare. A partire dalla riduzione del personale che lavora nella cava di Veglie - e da lì assemblee sindacali, occupazioni e agitazioni fino alla cassa integrazione per una quindicina di operai - per proseguire con la perdita in termini economici che potrebbe riguardare la stessa impresa edile.
Le ferie estive pareva avessero calmato le acque, ma la questione è quanto mai aperta. A ritornare, e con toni assai pesanti sulla faccenda, è ora Antonio Cascione, assessore allo Sviluppo del Comune di Veglie firmatario di un esposto inviato alla Procura della Repubblica, al prefetto di Lecce, alla Corte dei conti nonchè al presidente della Provincia di Lecce e al Comune. «È contro ogni principio di buona amministrazione - sostiene Cascione - realizzare la costosissima opera pubblica in questione disconoscendo il reale contesto territoriale».

Parole pesanti quelle dell'assessore. Che poi aggiunge: «I1 territorio salentino è infatti notoriamente pianeggiante ed è paradossale che chi gestisce il denaro pubblico crei un ponte per di più pericoloso visto che passa su una cava in attività in cui si usa materiale esplosivo, quando si potrebbe deviare il tracciato della bretella». Un problema non solo occupazionale quindi, che potrebbe risolversi apportando una piccola variante al progetto.

«Non c'è solo la legittimità formale degli atti - rincara la dose l'assessore, Antonio Cascione - ma anche l'opportunità e la buona azione amministrativa e magari tutto quel denaro previsto per il viadotto potrebbe essere impiegato per potenziare invece la sicurezza della circonvallazione, già teatro di troppi gravi incidenti stradali». Da qui la richiesta agli organi interpellati «di Valutare che gli atti procedimentali in itinere siano del tutto legali e legittimi e se non sia il caso invece di annullare le procedure in corso».

di Fabiana Pacella

 

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