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Truffa all'Alaska: un rinvio a giudizio VEGLIE - Non solo si appropriò di ben diciotto furgoni della ditta di gelati «Alaska spa», con la scusa che avrebbe venduto i prodotti nel Barese, ma giunse al punto di accusare l'amministratore dell'azienda, Ernesto Guarini, di avere falsificato la sua firma su assegni dei quali disconosceva la paternità (in realtà vera). Con queste e altre accuse - riferibili al periodo compreso fra marzo e settembre 1999 - è stato rinviato a giudizio l'imprenditore Michele Lestingi, di 38 anni, di Conversano, in provincia di Bari, titolare dell'azienda «Freddocasa Service srl» che ha la sua sede a Trani. La posizione di Lestingi sarà esaminata nel dibattimento fissato per il 15 giugno prossimo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Bari Maria Mitola. Il rinvio a giudizio è stato deciso dal giudice dell'udienza preliminare Daniela Rinaldi, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Renato Nitti. Secondo il magistrato a inquirente, Lestingi avrebbe messo a segno una truffa da circa 400mila euro ai danni di altre cinque aziende, dalle quali comprava merce di vario genere (da gelati a surgelati a materiale di fìssaggio a carburante), pagandola con assegni che risultavano regolarmente protestati. Le aziende truffate, in dettaglio, sarebbero la «Atigel» e la «Italgel» di Padova, la «Frozen spa» di Roma, la «Isolati pack» di Torino e la «Piscopo Carburanti srl» di Mariotto di Bitonto (Bari). In più, sempre secondo l'accusa, l'appropriazione indebita dei veicoli della «Alaska». E infine, della serie «oltre al danno le beffe», la contestazione di calunnia, perché in una denunzia alla magistratura, Lestingi avrebbe disconosciuto la sua firma su alcuni assegni, accusando di fatto Guarini di avere prima ricettato i titoli di credito e poi di avere falsificato la sua firma. Un'«accusa» che secondo la Procura della Repubblica di Bari sarebbe assolutamente calunniosa. di c. strag. |
