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Dal Nuovo Quotidiano di Puglia e da La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 17 marzo 2004

dal Nuovo Quotidiano di Puglia del 17/03/04

Aria di burrasca nella coalizione che sostiene la giunta Carlà

Salta la seduta, la maggioranza scricchiola

VEGLIE - Sempre più in forse, a Veglie, la coalizione alla guida di Palazzo di città. Profonde fratture interne, ingessate alla meno peggio nel corso del tempo, potrebbero non esser più sufficienti a portare il sindaco azzurro Roberto Carla e i suoi alla fine "biologica" del mandato, prevista per il prossimo anno. Per la seconda volta in soli 20 giorni infatti, la maggioranza ha fatto mancare il numero legale ad un'assemblea consiliare, nella fattispecie quella di lunedì scorso convocata su richiesta dei sette consiglieri di minoranza (Alessando e Mario Aprile, Giovanni Cipolla, Giuseppe Cutrino, Antonio Greco, Giovanni Parente e Oronzo Sabato).

Mancanti all'appello proprio Carlà e altri suoi 10 consiglieri rappresentati in aula solo dal presidente del consiglio Valerio Armonico e dal vicesindaco Lorenzo Calamo. Eppure gli assenti, o almeno gran parte di essi, "si aggiravano nei corridoi del palazzo comunale", spiegano dall'opposizione.

Una sfida o un chiaro e inequivocabile segnale di un terremoto ormai in dirittura d'arrivo? «Sembra che il braccio di ferro ruoti in realtà intorno a problemi connessi alle candidature alle prossime provinciali», sostengono le minoranze.


da La Gazzetta del Mezzogiorno del 17/03/04

Ancora una volta manca il numero legale nell'Assemblea cittadina

Salta il Consiglio: è polemica
Accuse reciproche tra la maggioranza centrodestra e l'Ulivo
 

VEGLIE - «Salta un altro consiglio comunale. L'altra sera, per la seconda volta in venti giorni, l'Assise cittadina non si è potuta riunire per mancanza del numero legale. All'appello sono risultati assenti quasi tutti i rappresentanti del centrodestra, mentre erano presenti gli otto consiglieri della minoranza. Sulla vicenda le due diverse parti danno interpretazioni opposte. Secondo i consiglieri di opposizione Alessandro Aprile, Mario Aprile, Giovanni Cipolla, Giuseppe Cutrino, Antonio Greco, Giovanni Parente e Oronzo Sabato, il nuovo episodio dimostrerebbe che «la crisi che ha investito l'amministrazione Carlà non è di facile lettura». Il vicesindaco Lorenzo Catamo, che interviene a nome della coalizione di centrodestra, sostiene, invece, che «i consiglieri di maggioranza hanno deciso di assentarsi dal Consiglio comunale per protesta nei confronti dell'opposizione». E' bene ricordare che i due ultimi consigli comunali, sono stati convocati su iniziativa dell'opposizione per discutere proposte di deliberazioni riguardanti il rischio idrogeologico del territorio e l'approvazione di una variante al Prg. Questi argomenti, poi, erano stati integrati dalla maggioranza con l'aggiunta di altri punti all'ordine del giorno. In occasione del Consiglio comunale del 23 febbraio scorso, l'opposizione abbandonò l'Aula dopo aver constatato l'assenza dei tre assessori dell'Udc (Gianni Maggiore, Cosimo Mangia e Maurizio Spagnolo). L'altra sera, invece, il numero legale non è stato raggiunto perché si sono presentati in Consiglio solo il presidente Valerio Armonico, il vicesindaco Catamo e la minoranza al completo.

«La quasi totalità dei consiglieri di maggioranza - afferma l'opposizione - era assente in aula ma si aggirava nel municipio. Sembra che sia in atto un braccio di ferro tra il sindaco Roberto Carlà e la sua maggioranza, in particolare con i tre assessori dell'Udc. Ma anche il neo commissario di An Francesco Milanese, che solo qualche giorno fa ha dichiarato sostegno e fedeltà al sindaco, ha disertato l'Aula. Sembra che il braccio di ferro ruoti intorno a problemi politici connessi alle candidature alle prossime elezioni provinciali. Carlà tiene in scacco la sua stessa maggioranza e, con l'assenza al Consiglio comunale di lunedì scorso, ha lanciato una sfida: "O fate come dico io o tutti a casa". In questa lunga crisi - conclude - nessun interesse serio è stato manifestato intorno ai problemi del paese».

Catamo, da parte sua, afferma: «L'opposizione, nello scorso consiglio comunale, ritenne di far mancare il numero legale non appena si accorse che nella maggioranza vi erano tre consiglieri assenti. Il giorno dopo, però, ripresentò richiesta di convocazione del Consiglio con gli stessi argomenti all'ordine del giorno. La maggioranza - conclude - che ritiene essere la democrazia una cosa seria e non un giochetto per bambini, ha ritenuto di ripagare l'opposizione con la stessa arma per far capire che certi criteri sono fuori da ogni logica democratica».

di  r.f.

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di giovedì 18 marzo 2004 e da La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 19 marzo 2004

dal Nuovo Quotidiano di Puglia del 18/03/04

Il vicesindaco nega qualsiasi spaccatura, e spiega perché

«Crisi in giunta? L'opposizione qui vaneggia»

VEGLIE - Arriva secca e veloce da Veglie la smentita circa quanto sostenuto dall'opposizione consiliare relativamente all'ultima assise.

A prendere la parola è il vicesindaco Lorenzo Catamo. «Chiarisco una volta per tutte - sostiene - che la precedente convocazione consiliare era stata provocata dalla stessa opposizione sugli stessi argomenti proposti il 15 marzo. La crisi di cui parla l'opposizione in atto nella maggioranza del Comune di Veglie che avrebbe fatto saltare quindi per la seconda volta in 20 giorni la seduta, è soltanto presunta». Notizie false e tendenziose, dunque. «Pure essendo in carenza di numeri, la maggioranza riteneva che l'opposizione avrebbe discusso quanto proposto e che era stato posto all'inizio all'ordine di giorno e poi con legittimo atto politico avrebbe abbandonato l'aula come aveva fatto in altre occasioni. E' stata grande la meraviglia mia e degli altri colleghi quando abbiamo visto che l'opposizione di centro sinistra pur di sfruttare il nostro momento di debolezza mandava alle ortiche problemi che dovevano certo essere importanti».

Meraviglia trasformatasi in indignazione, aggiunge Catamo, «quando il giorno seguente è stata ripresentata la stessa richiesta di convocazione del consiglio con i medesimi argomenti. Abbiamo perciò ritenuto che l'opposizione se aveva provocato il rinvio di quegli argomenti non li riteneva importanti e ci siamo regolati allo stesso modo anche per far comprendere che le regole della democrazia non sono un gioco per bambini».

Il vicesindaco smentisce poi le voci di spaccature a causa delle candidature per le Provinciali.


da La Gazzetta del Mezzogiorno del 19/03/04

L'Unione di centro esce dal silenzio e attacca l'opposizione

«Non abbiamo aperto la crisi»
L'Udc non ha chiesto niente, la nostra è solo dialettica politica»
 

VEGLIE - «Non è stata aperta nessuna crisi e non c'è alcun braccio di ferro con il sindaco Roberto Carlà». E' questa la replica della sezione dell'Udc alle recenti accuse dell'opposizione. Dopo circa un mese di "silenzio", dunque, l'Udc interviene nel dibattito politico, esploso in seguito al Consiglio comunale del 23 febbraio scorso. In quella circostanza i tre assessori che rappresentano il partito nell'esecutivo (Gianni Maggiore, Cosimo Mangia e Maurizio Spagnolo) "disertarono" l'Assemblea. Secondo l'opposizione, alla base del comportamento, ci sarebbero le candidature alle prossime provinciali e la rivendicazione della carica di vicesindaco.

«Gli esponenti dell'Udc - afferma Salvatore Picciolo, segretario sezionale - non intendono farsi tirare nella polemica, ma non ritengono giusto far finta di niente di fronte alle accuse false e gratuite dell'opposizione. Il partito che rappresento viene accusato di aver aperto la crisi chiedendo la carica di vicesindaco. In realtà non ha chiesto niente e di conseguenza non ha aperto nessuna crisi, fermo restando il rispetto della normale dialettica politica che è essenziale per la democrazia della quale l'Udc non farà mai a meno. Non c'è - continua Picciolo - nessun braccio di ferro con il sindaco, né esistono problemi di candidature perché, chi conosce la legge elettorale vigente, sa benissimo che ogni partito deve avere il proprio candidato; quindi, anche l'Udc avrà il suo. I consiglieri di opposizione, invece di chiedersi perché la maggioranza non c'era all'ultimo consiglio comunale, spieghino piuttosto perché al consiglio del 23 febbraio hanno abbandonato l'aula facendo venir meno il numero legale».

Sulle ultime fasi della polemica interviene anche il vicesindaco Lorenzo Catamo per chiarire, fra l'altro, l'assenza dell'assessore Francesco Milanese al Consiglio comunale di lunedì scorso, "saltato" per mancanza del numero legale.

«Milanese - spiega Catamo - che è commissario del Circolo di An per segnalazione unanime, continua ad essere in perfetta sintonia con me e, concordante con la decisione della maggioranza di non partecipare al Consiglio, è rimasto in municipio per dedicarsi alle sue occupazioni di assessore».

di  r.f.

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di sabato 20 marzo 2004

Udc all'attacco: «Ma quale crisi? Qui è tutto ok»

VEGLIE - Continua a Veglie il botta e risposta tra le forze in campo alla guida del paese. Dopo gli strali lanciati nei giorni scorsi dall'opposizione di centro sinistra la parola passa ora all'Udc, accusata in un certo senso, di avere aperto una sorta di crisi chiedendo la carica di vice sindaco «mentre in realtà - fanno sapere dal partito - non abbiamo chiesto nulla e di conseguenza nessuna crisi è in atto, fermo restando il rispetto della normale didattica politica essenziale per la democrazia».

Nessun braccio di ferro, dunque, con il sindaco azzurro Roberto Carlà ne problemi di candidatura in corso «poiché, chi conosce la legge elettorale vigente, sa benissimo che ogni partito deve avere il proprio candidato e quindi, come è giusto e normale che sia, anche l'Udc avrà, il suo».

Quale dunque la posizione degli esponenti in giunta dell'Udc? «Nessuno può avere a scacco i nostri assessori - tuonano dalla sezione -, i quali hanno avuto ed hanno come obiettivo primario l'interesse per il territorio e per i cittadini vegliesi. Spieghino piuttosto dall'opposizione perché al Consiglio del 23 febbraio scorso hanno abbandonato l'aula facendo venire meno il numero legale. Inoltre, la logica politico-amministrativa della spartizione del potere non è nella cultura dei cristiano democratici, che non si prestano a provocazioni di sorta poiché la politica alla quale facciamo riferimento è quella della moderazione e dei valori cristiani della vita, della solidarietà e della disponibilità. Non accettiamo lo scontro ma il confronto».

di  F. Pac.

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