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Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di Lunedì 22 novembre 2004

Frenetiche riunioni nelle ultime ore. E già si parla di tre liste per le prossime Comunali

Voci di mozione di sfiducia: giunta al capolinea?

VEGLIE - Fine settimana caldo negli ambienti politici di Veglie. Nonostante le temperature polari degli ultimi giorni, a Palazzo di Città, la colonnina di mercurio sfiora punte di massima. Tra tira e molla, voci ufficiose, incontri blindati e mezze verità, a tenere banco in questo rovente fine settimana, una sola domanda: cosa accadrà all'amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco azzurro Roberto Carla?

La fine naturale del mandato sarebbe fissata per la primavera prossima ma qualcuno, nelle ultime ore, è pronto a scommettere che il corso della coalizione attualmente alla guida del paese sia giunto al capolinea. Per dirla breve: mozione di sfiducia. Una voce sempre più accreditata tra chi propende per il sì e chi per il no rimanendo ovviamente nel limbo dell' ufficiosità giacché le bocche degli addetti ai lavori sono chiuse da più di 48 ore, i cellulari spenti e i nervi visibilmente tesi.

A sostegno dell' ipotesi "colpo di mano", l'incontro tenutosi giovedì scorso fra tre o quattro dissidenti - e molti dicono che c'erano anche membri dell'opposizione - e quello del giorno successivo tra i componenti della maggioranza cui proprio quei tre o quattro non si sarebbero presentati. E ancora da qualche segreteria trapela la quasi certezza che le undici firme che "metterebbero a tappeto" l'amministrazione, siano state depositate venerdì poco prima della chiusura degli uffici comunali. E che, con ogni probabilità, già questa mattina dovrebbero essere protocollate sempre che, in queste ultime ore la "campagna acquisti" degli accordi dell'ultimo minuto non abbia cambiato il corso alle cose. Dalla coalizione però fanno sapere che è tutto a posto e dichiarazioni verranno solo a partire da oggi.

Di certo c'è che il sipario, in un modo o nell' altro, si leverà proprio oggi. L'amministrazione comunale di Veglie, al momento, vede in maggioranza cinque esponenti di Forza Italia, un indipendente, un esponente del Psi, tre di Alleanza Nazionale e tre dell'Udc. All'opposizione, invece, ci sono un esponente della margherita, tre indipendenti, tre diessini un ex esponente della margherita. E già si parla di tre liste che potrebbero scendere in campo: una di centrosinistra con un candidato sindaco non ancora definito, una di centrodestra guidata da Carlà ed una terza di Centro con un'alleanza fra esponenti della Margherita e dell'Udc.

di  Fabiana Pacella

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia e da La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 23 novembre 2004

dal Nuovo Quotidiano di Puglia del 23/11/04

Undici firme contro la maggioranza di Centrodestra. Decisivi l'assessore "azzurro" Albano e tre consiglieri dell'Udc

Sfiduciato il sindaco Carlà: tutti a casa

VEGLIE - Sfiducia per la giunta guidata dal sindaco forzista Roberto Carlà: tutti a casa al Comune di Veglie. Trascorso il fine settimana torrido di una tensione da tagliare a fette e al contempo gelido delle bocche cucite dei registi del colpo di mano, le riserve sono cadute ieri mattina fissando il termometro di Palazzo di Città, a Veglie, su indici stazionari.

Giorno nefasto, il 22 novembre, giacché in quella data cadde anche l'amministrazione precedente. Come trapelato negli ultimi giorni in dodici hanno firmato la mozione depositando gli atti venerdì scorsi e protocollandoli ieri. Oltre agli otto consiglieri di opposizione, a tessere la tela del ragno sono stati tre assessori dell'Udc, Gianni Maggiore, Maurizio Spagnolo e Cosimo Mangia - rispettivamente delegati allo Sport, Servizi sociali e bilancio - ed un azzurro, Mario Albano, assessore alla Sanità. Un vizio di forma ha messo in forse per qualche ora la strategia dei detrattori, giacché, alle 15 di ieri, la mozione era ancora sprovvista di autentica notarile ma poco dopo i firmatari hanno presentato uno alla volta e contestualmente le dimissioni come previsto dall'apposita normativa, aggirando l'ostacolo. Cinque mesi ancora e l'amministrazione comunale avrebbe concluso naturalmente il suo mandato, ma all'atto dimostrativo per qualcuno ha avuto la meglio sulla strategia dell'attesa paziente. prodromi della crisi, in due lettere, datate 18 settembre
e 28 ottobre scorsi, in cui l'Udc manifestava «profondo disagio ad operare con l'amministrazione retta da singole persone al fine della propria candidatura alle amministrative». Da qui gli inviti al sindaco «ad affrontare la situazione con una programmazione che ci vede impegnati fino a fine mandato». Numerose da allora le riunioni più o meno blindate, più o meno segrete, che hanno segnato l'inizio della fine. Da qualche segreteria ufficiosamente trapela che i "fuorusciti" mal avrebbero digerito le scelte del primo cittadino anche in merito all'assunzione di funzionari  e di vigili a tempo, aspetti questi che avrebbero inasprito un certo senso di esclusione dalla stanza dei bottoni. Ma, «niente di personale - tuonano dall'Udc - abbiamo chiesto il rilancio dell'amministrazione dopo la sconfitta alle Provinciali che pur vedeva il nostro partito primo nel centrodestra. Volevamo scendere nelle piazze con i cittadini ma il sindaco non era con noi. Nonostante le nostre richieste non cambiava nulla, le delibere uscivano senza esser discusse e si stava vivendo un inesorabile appiattimento politico».

Una chiave di volta quanto mai preziosa, dunque, la firma di Mario Albano. «Non sono impazzito - dice l'ormai ex assessore alla Sanità - e Carlà ci aveva chiesto se fossimo pronti a scendere di nuovo in campo con lui alle prossime Comunali ma al nostro rifiuto ci ha messo all'angolo. E pensare che il mio non era dettato da motivi personali. Ora, forse, cambierò idea e mi candiderò».

di  Fabiana Pacella

 

Le reazioni: parlano i consiglieri

E l'opposizione va subito all'attacco: «Dopo le divisioni, è ora di cambiare»

VEGLIE - Roberto Carlà e i suoi preferiscono il silenzio. Per ora, almeno. La frattura era nell'aria ma in pochi credevano alla veridicità dell'ipotesi-sfiducia. E ora che i fuochi incrociati delle dichiarazioni a caldo tengono banco, gli sfiduciati studiano la contromossa. La partita, in fondo, non si è giocata del tutto. La parola intanto passa all'opposizione - ormai "ex" pure quella - «A pochi mesi dalle amministrative - spiegano Greco, Cipolla, Cutrino e Parente - la maggioranza è stata costretta a gettare la spugna e lasciare libero il Comune. Con quest'atto si conclude una esperienza fallimentare. Per rinfrescare la memoria, già prima di queste dimissioni - scrivono dalla minoranza - un intero gruppo della maggioranza pur di mandare a casa il primo vicesindaco Oronzo Sabato e stato fatto scomparire, due consiglieri di maggioranza si sono dimessi, altri si sono dichiarati indipendenti, altri si sono accasati in diversi gruppi politici. Più di quattro anni di "disastro" provocato e voluto». Per non parlare poi del bilancio amministrativo delle opere «non completate, inutilizzate o bloccate». Nel mirino, in particolare le divisioni della maggioranza di decidere sulle aree Pip che lascia alla futura amministrazione molte richieste di variante al Piano regolatore generale fatte da artigiani e imprenditori. Ora finisce per Veglie un periodo penoso che ha visto crescere un enorme distacco tra i cittadini e gli amministratori». E a sostegno di questa tesi giungono anche le dichiarazioni della Sinistra giovanile di Veglie, guidata da Mimmo Saponaro  «da tempo avevamo la certezza che questa fosse un'amministrazione individualista che ha reso ingovernabile un paese come Veglie che ha conosciuto in questo periodo un forte immobilismo politico. E ancora la gente è stanca di essere governata da politici di Palazzzo mentre è la presenza nelle piazze e per le strade a vincere sull'esaltazione del potere. Dal canto nostro l'impegno sarà proporre il rinnovamento generazionale che da tempo è stato avviato nel nostro partito e il congresso di sezione dei prossimi giorni sarà terreno di dibattito mirato proprio al rinnovamento».

di  Fabiana Pacella


da La Gazzetta del Mezzogiorno  del 23/11/04

Roberto Carlà non è più il primo cittadino. Quattro assessori e otto consiglieri di opposizione si dimettono e portano l'Amministrazione al capolinea

Sindaco all'angolo: si scioglie il Consiglio

Firmato ieri il documento di sfiducia. La minoranza: «Finisce un periodo penoso»

VEGLIE - La Giunta Carlà torna a casa. Ieri mattina, alle 8.20, quattro assessori della coalizione di centrodestra e otto esponenti dell'opposizione hanno congiuntamente rassegnato le dimissioni dalla carica di consigliere comunale. È così l'Assemblea cittadina è sciolta anticipatamente rispetto alla scadenza naturale prevista per la prossima primavera. Roberto Carlà, sfiduciato da una parte della sua stessa maggioranza, non è più sindaco.

Promotori del documento di sfiducia, convalidato ieri pomeriggio con l'apposizione delle firme dei dimissionari, alla presenza del funzionario addetto al protocollo, sono: Maurizio Spagnolo, Cosimo Mangia e Giovanni Maggiore (assessori dell'Udc), Mario Albano (assessore di Forza Italia), Giovanni Cipolla, Giuseppe Cutrino e Giovanni Parente (Ds), Sandro Aprile e Antonio Greco (società civile), Oronzo Sabato (indipendente), Fernando Fai (Margherita) e Mario Aprile (Udeur).

Sono rimasti «fedeli» a Carlà soltanto otto consiglieri: tre di Fi, due di An, uno dello Sdi e due indipendenti. Sancita la fine della vecchia maggioranza, la guida del Comune passerà ora ad un Commissario nominato dal Prefetto.

Sulla vicenda, il primo intervento registrato ieri mattina è stato quello del presidente provinciale di An Saverio Congedo. Quest'ultimo giudica «irresponsabile il comportamento di alcuni esponenti della Cdl di Veglie, in una fase politica delicatissima che vede tutto il centrodestra proteso verso la preparazione dei prossimi, decisivi, appuntamenti elettorali. Quanto accaduto a Veglie - conclude Congedo - con quattro consiglieri determinati a provocare la caduta di. un'amministrazione guidata da un sindaco del proprio schieramento, e per alcuni del proprio partito, costituisce un segnale di malessere che sarebbe sbagliato e forse dannoso sottovalutare».

Mentre ancora nessuna posizione ufficiale si registra da parte dell'ex primo cittadino e di Fi, l'opposizione, da parte sua, considera la conclusione dell'Amministrazione Carlà come l'epilogo di «più di quattro anni di disastro politico». «La coalizione di centrodestra - affermano Cipolla, Cutrino, Parente, Alessandro Aprile e Greco - è stata costretta a gettare la spugna e a lasciare libero il Comune. Finisce per Veglie - aggiungono - un periodo penoso per i cittadini, che hanno visto crescere un enorme distacco tra loro e gli amministratori di centrodestra, spesso assenti e, quando presenti, gestori della cosa pubblica come proprietà privata o strumento per favori o interessi di parte».

«È l'ineluttabile epilogo - commenta Sabato - di un'Amministrazione guidata con presunzione e arroganza». «Abbiamo tolto dall'imbarazzo - dice Mario Aprile - l'attuate maggioranza che non riusciva più ad amministrare e dal disagio l'intera popolazione». «L'Amministrazione - aggiunge Fernando Fai - era ormai impantanata rispetto a quelle che erano le esigenze e la vita di un paese».

di Rosario Faggiano

 

Spagnolo, Mangia e Maggiore spiegano il perchè della crisi

«Le nostre proposte erano ignorate. Lo strappo risale ad un anno fa»

VEGLIE - «Ci sentivamo stretti nell'attività amministrativa. Le nostre proposte venivano puntualmente rigettate o boicottate». È questa la motivazione che ha portato i tre assessori  dell'Udc, Maurizio Spagnolo, Cosimo Mangia e Giovanni Maggiore, a sfiduciare il sindaco Carlà e la sua maggioranza.

I tre esponenti politici «svelano» le fasi che hanno preceduto quella estrema dello scioglimento anticipato del Consiglio comunale.

«Non abbiamo nulla di personale contro Carlà - afferma Spagnolo, a nome del gruppo Udc - la nostra decisione riguarda solo aspetti politici.Da circa un anno - spiega - tentavamo di ricucire gli strappi nati da una non condivisa politica per il territorio. Spesso e volentieri ci siamo scontrati perché le nostre proposte venivano ignorate. Noi volevamo impegnarci per migliorare il rapporto con i cittadini per scendere fra la gente. Dopo il risultato delle provinciali, inoltre, volevamo rilanciare il ruolo dell'Amministrazione per il bene della comunità. Invece ci siamo sentiti oscurati».

Spagnolo cita, poi, due lettere inviate al sindaco: una datata 18  settembre, l'altra 28 ottobre 2004. Nei due documenti, l'Udc parlava apertamente di «crisi politico-ammmistrativa» in atto. Nell'ultima lettera, in particolare, Mangia, Spagnolo e Maggiore, precisavano che «l'Udc, di fronte ad una ulteriore indifferenza nei propri riguardi, prenderà decisamente le distanze dalla maggioranza».

«Siamo stati ricevuti dal sindaco solo dopo quaranta giorni dalla nostra, prima lettera. Negli ultimi tempi - aggiunge Spagnolo - abbiamo saltato anche delle giunte per dare un segnale. Dinanzi ad una situazione che continuava a rimanere irrisolta - conclude - abbiamo preso la decisione di prendere definitivamente le distanze dall'Amministrazione».

Mano Albano (Fi), fuoriuscito dalla maggioranza insieme ai tre rappresentanti dell'i Udc, spiega la sua posizione: «Carlà ci chiese se volevamo scendere in lista con lui. Personalmente dissi che non avevo intenzione di ricandidarmi e da quel momento sono stato messo da parte».

di r.f.

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia e da La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 24 novembre 2004

dal Nuovo Quotidiano di Puglia del 24/11/04

Caduta l'amministrazione Carlà, l'ex vice sindaco risponde ai dimissionari

«Accuse false: abbiamo sanato i debiti»

VEGLIE - Ancora vacante a Veglie la poltrona del commissario prefettizio che reggerà le sorti del paese fino alle elezioni della prossima primavera. Dopo il colpo di mano firmato dagli otto consiglieri di opposizione e dai quattro della coalizione di centrodestra - tre dell'Udc e uno di Forza Italia - che lunedì mattina ha chiuso il corso dell'amministrazione dell'azzurro Roberto Carlà, ora è tempo di fuochi incrociati, quelli delle dichiarazioni degli opposti fronti, e silenzi pesanti come quello meditabondo dell'ex primo cittadino.

All'indomani della mozione prende la parola l'ex vicesindaco di Alleanza Nazionale Lorenzo Calamo: «Ho riflettuto sulle motivazioni politiche delle dimissioni dei quattro ex colleghi e posso affermare che tutte le dichiarazioni da loro rese sembrano tolte di peso dal manuale del perfetto dimissionario poiché appaiono fragili e lasciano trasparire tra le righe ben altri propositi». Continua Catamo: «Non vale la pena di ribatterle se non per sottolineare l'esilarante episodio della doppia presentazione delle dimissioni perché i dimissionari, all'oscuro della legge, avevano completamente sbagliato l'iter procedurale prolungando così di sette ore la sopravvivenza dell'amministrazione comunale e bisogna dire che, se queste sono le persone competenti alle quali Veglie si dovrebbe affidare, i vegliesi staranno veramente a malpartito».

Detto ciò ribadisce l'ex vicesindaco: «di penoso in questi quattro anni e mezzo vi è stato solo l'atteggiamento distruttivo e intriso di astio anche a livello personale dell'opposizione, mentre l'amministrazione ha risanato una marea di debiti lasciati dalla precedente gestione di Antonio Greco. Noi non lasciamo opere abbandonate ma opere in corso, ben otto appalti pronti a partire, tanta trasparenza e legalità».

Un'amministrazione sana e intoccabile, dunque, quella mandata a casa «poiché si è inimicata i potenti o presunti tali dimostrando di aver fatto in pieno il suo dovere senza subire pressioni. Esprimo piena solidarietà ai sindaco dimissionato dichiarandomi pronto a riprendere la battaglia».

Pacato e lontano dalle polemiche anche l'intervento degli otto consiglieri non dimissionari, Ennio Ruberti, Valerio Armonico e Salvatore Vetrano per Forza Italia, l'indipendente Doria Mangia, Lorenzo Catamo, Claudio Paladini e Francesco Milanese per An ed Antonio Cascione del Psi.

«Manifestiamo piena solidarietà al sindaco - dicono - esprimendo stupore ed indignazione per le accuse rivoltegli dagli ex colleghi di maggioranza come dall'opposizione. Troviamo pretestuose ed infondate le motivazioni addotte che lasciano invece trapelare una operazione preordinata e lungamente meditata che doveva portare alla fine anticipata del mandato onde impedire una ricandidatura tranquilla al sindaco e alla maggioranza uscente».

E nel bailamme trovano terreno fertile gli avversari pronti a lavorare alla conquista dello scettro di Palazzo di Città: «L'amministrazione guidata da Carlà - scrive Michele Marigliano, per Rifondazione comunista - composta da un insieme di politici e non, uniti solo dalla brama di far valere interessi di parte e dalle congrue indennità di carica percepite, giunge al suo anticipato quanto auspicato epilogo. Una esperienza fallimentare sotto l'aspetto politico e amministrativo che ha provocato danni come lo stravolgimento del paese nei suoi punti storici e le casse vuote del Comune. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e costruire un'alternativa a questo scempio e costituire un centrosinistra allargato a gruppi, movimenti, associazioni».

di  Fabiana Pacella


da La Gazzetta del Mezzogiorno  del 24/11/04

Le reazioni dei «fedelissimi» del primo cittadino, Roberto Carlà, sfiduciato l'altro ieri da un gruppo di assessori e dall'opposizione

«La crisi?Un'azione premeditata»

Il vicesindaco: «Le ragioni dei dimissionari lasciano trasparire altri propositi»

VEGLIE - «E' stata compiuta un'operazione preordinata e lungamente meditata per impedire una ricandidatura tranquilla al sindaco Roberto Carlà e alla maggioranza uscente». Così commentano le recenti vicende politiche cittadine gli otto consiglieri comunali rimasti fedeli alla passata coalizione guidata dal sindaco Roberto Carlà. Quest'ultimo, come è noto, è stato «sfiduciato» da quattro assessori e da tutta l'opposizione. Il Consiglio comunale, di conseguenza, è stato sciolto con circa cinque mesi di anticipo rispetto alle elezioni amministrative già previste per la prossima primavera.

In un breve documento diffuso ieri sera, gli ex consiglieri di maggioranza «non dimissionari», esprimono, fra l'altro, «piena solidarietà a Carlà, nonché stupore e indignazione per le accuse rivolte all'ex primo cittadino». La passata coalizione, è bene ricordarlo, nell'ultimo periodo, ha avuto il sostegno soltanto dei seguenti consiglieri comunali: Lorenzo Catamo e Francesco Milanese (An), Valerio Armonico, Doria Mangia e Salvatore Ruberti (Fi), Antonio Cascione (Sdi), Salvatore Vetrano e Claudio Paladini (indipendenti). Invece, Maurizio Spagnolo, Cosimo Mangia, Giovanni Maggiore (tutti dell'Udc) e Mario Albano (Fi), hanno sottoscritto la «sfiducia contro Carlà» insieme agli otto consiglieri dell'opposizione. A questo punto, dunque, è già aperta una nuova fase del locale dibattito politico che si preannuncia «vivace», soprattutto in vista della prossima campagna elettorale.

«Dopo aver appreso le motivazioni delle dimissioni degli ex colleghi di maggioranza - dice Catamo - posso affermare che tutte le dichiarazioni rese sembrano tolte di peso dal manuale del perfetto dimissionario perché appaiono fragili e lasciano trasparire tra le righe ben altri propositi. Detto ciò - continua - occorre ribadire che di penoso in questi quattro anni e mezzo vi è stato solo l'atteggiamento puramente distruttivo ed intriso di astio, anche a livello personale, dell'opposizione. Mentre l'Amministrazione, ormai consegnata alla storia politica di Veglie, ha risanato una marea di debiti della precedente gestione Greco, non lascia opere abbandonate ma opere in corso e ben otto appalti pronti a partire, che forse davano fastidio a qualcuno. Un'Amministrazione che, come la nostra, si inimica i potenti o presunti tali, dimostra di aver fatto in pieno il suo dovere senza subire pressioni di sorta. Esprimo - conclude l'ex vicesindaco - la mia piena solidarietà al sindaco dimissionato e mi dichiaro pronto a riprendere la battaglia, abituato come sono a non temere le eventuali sconfitte se ottenute con onore».

Sulla vicenda, in qualità di commissario del circolo di An di Veglie, prende posizione anche l'ex assessore Milanese. «Non comprendo - dice - i motivi di una rottura a pochi mesi dalla fine naturale del mandato, in un momento in cui si stavano cogliendo i frutti di cinque anni di attività. Di questa esperienza amministrativa - continua - rimane il grande lavoro degli assessori di An e i tanti risultati raggiunti operando sempre con la massima onestà e trasparenza. Non posso trascurare, tuttavia, gli errori commessi sul piano politico dall'intera maggioranza, la carenza di coesione, la disgregazione dei partiti che ha lasciato spazio a personalismi ed incomprensioni. Su questo - conclude Milanese - il centrodestra dovrà riflettere per mettere a punto un progetto per il futuro». Dalla parte politica opposta, invece, si registra l'intervento di Michele Marigliano, segretario cittadino di Rifondazione Comunista. «L'Amministrazione Carlà - afferma Marigliano - è stata un'esperienza fallimentare, sia sotto l'aspetto politico, sia sotto quello amministrativo. Adesso bisogna lavorare per un'alternativa valida. Bisogna costituire - conclude - un centrosinistra allargato a gruppi, movimenti, associazioni, nel pieno rispetto della pari dignità dei soggetti e intorno ad un progetto di sviluppo del paese». .

di Rosario Faggiano

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 25 novembre 2004

Nicola Prete nominato commissario

VEGLIE - Il viceprefetto vicario Nicola Prete è il commissario straordinario che guiderà le sorti del Comune fino alle prossime elezioni amministrative di primavera. Il decreto di nomina è stato firmato ieri, alle 14, dal prefetto Gianfranco Casilli. Prete, laureato in giurisprudenza, è considerato un dirigente di grande esperienza e competenza. Negli ultimi anni ha ricoperto la carica di commissario prefettizio prima a Nardò e poi, da maggio 2003 a giugno 2004, a Copertino. L'insediamento del nuovo Commissario straordinario probabilmente avverrà già oggi.

di  r.f.

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 28 novembre 2004

E' cominciato il dopo Carlà
Nei poli non c'è accordo, le liste potrebbero essere numerose
 

VEGLIE - «Archiviata» la passata Amministrazione, gli schieramenti politici guardano già al futuro. Le «grandi manovre» in vista delle prossime elezioni comunali di primavera sono già iniziate con scenari politici del tutto inediti. In un contesto politico ancora non definito, sono evidenti spaccature, «confini» incerti e contrapposizioni nette nell'ambito degli schieramenti e all'interno di alcuni partiti.

Nel centrosinistra, ad esempio, non sembra che vi sia ancora un percorso comune tra Margherita e il resto degli alleati. Nel centrodestra, addirittura, la conflittualità interna ha determinato il traumatico «dimissionamento» dell'ex sindaco Carlà. Ma andiamo con ordine.

Prima dello scioglimento anticipato del consiglio comunale, in paese circolavano due nomi di possibili candidati alla carica di sindaco. Per il centrodestra si dava per scontata la riconferma di Carlà, mentre nell'ambito del centrosinistra si discuteva della candidatura di Fernando Fai (Margherita). Quest'ultimo, però, non avrebbe ottenuto il pieno consenso da parte di tutti gli altri alleati. Cinque forze politiche del centrosinistra, infatti, raggiunsero un'intesa stabilendo «propositi e criteri», senza la presenza della Margherita. A quanto è dato sapere, Ds, gruppo «Società civile», Italia dei Valori, «Socialismo è libertà» e Rifondazione comunista scelsero di attivarsi per una lista di centrosinistra «aperta ai singoli e alle forze sociali non coinvolte con la passata amministrazione Carlà», costruita su un «progetto partecipato di paese, su un programma dettagliato politico ed amministrativo, sulla condivisione di un metodo di scelta della squadra e del candidato sindaco». Nel centrodestra, invece, a causa degli strappi ormai noti, sembrerebbe impossibile una riedizione della vecchia maggioranza. Ecco quindi, cosa potrebbe avvenire. Le forze rimaste fedeli alla passata coalizione (Fi, An, Sdi e indipendenti) potrebbero scegliere di presentarsi come lista civica, probabilmente tentando coinvolgimenti «esterni». L'Udc e la parte di Fi facente capo all'ex assessore Mario Albano, da parte loro, potrebbero ricercare un accordo con altre forze di «centro» (Margherita e Udeur). In quest'ultima ipotesi, da verificare, la rimanente parte del centrosinistra si presenterebbe «orfana» di due forze dell'Ulivo. Ognuna delle tre liste ipotizzate, pertanto, potrebbe presentare elementi civici, più o meno evidenti, di «apertura» o di trasversalità rispetto alle posizioni degli schieramenti classici di centrosinistra o di centrodestra. Nelle prossime settimane il quadro diventerà più chiaro.

Non si placano, intanto, le polemiche sulle ultime vicende cittadine. «La maggioranza del partito - dice il dissidente Salvatore Politano, ex vicesegretario dell'Udc - ignorava la situazione. Gli assessori dell'Udc, acquisiti ultimamente per imposizione del segretario provinciale, hanno agito a titolo personale. Noi pensiamo che le divergenze di carattere politico vadano affrontate e risolte nelle opportune sedi. Se il segretario provinciale Caroppo - conclude - era al corrente di quanto si stava compiendo ed era d'accordo, ha dimostrato, ancora una volta, di essere irresponsabile». «L'ingloriosa fine dell'Amministrazione Carlà - afferma Antonio Simone dei Comunisti Italiani - è la conferma di un centrodestra in crescente crisi. Le molteplici defezioni nella Cdl - continua - mai dovute a ripensamenti politici, ma piuttosto a contrasti di natura personale e a calcoli meramente elettorali, rischiano di favorire processi di aggregazione trasversali fra quanti, a diversa ragione e titolo, si sono opposti all'ex sindaco Carlà. I Comunisti Italiani - conclude - sono convinti che il centrosinistra ha la possibilità e, al proprio interno, la capacità per proporre a Veglie un'alternativa coerente, fatta di partiti, donne e uomini che in tutti questi anni hanno difeso idee e valori antagonisti alla politica delle nuove e vecchie destre».

di  Rosario Faggiano

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di giovedì 9 dicembre 2004

Comunali: coalizione a due

Manca il nome del "prescelto"

VEGLIE - A poco più di due settimane dalla caduta dell'amministrazione di centro destra guidata a Veglie dal sindaco Azzurro Roberto Carla, mandata a casa con una mozione di sfiducia da dodici firme, già si delineano i primi accordi e le prime alleanze in vista delle elezioni comunali della prossima primavera. Si direbbe che fondamentalmente manchi solo il nome del candidato alla carica di primo cittadino nell'alleanza tra l'Unione Democratica per la Libertà ed i Cristiani Democratici per Veglie, unitisi proprio lo scorso 22 novembre.

Già pronto, infatti, lo schema programmatico e le linee guida da seguire per risollevare le sorti del paese. Una forza politica aggregante in vista della competizione elettorale, questo in sostanza lo scopo dell'accordo. Nel programma stilato dai due gruppi, presieduti rispettivamente da Giovanni Baccaro e dall'avvocato Antonio Malerba, «il cambiamento del modello relazionale dell'ente pubblico e l'attuazione degli strumenti informatici per una maggiore trasparenza ed una democrazia partecipativa e diretta del cittadino».

Altri otto i punti delineati dai due gruppi: «Sviluppo e realizzazione delle zone Pip e comparti e nuovo Piano urbanistico, riordino e rilancio delle attività commerciali e turistiche, piano traffico, rilancio dei servizi sociali con attenzione a disagiati e disadattati, iniziative culturali e salvaguardia delle tradizioni storiche popolari con il progetto "Veglie città museo", lotta al randagismo, utilizzazione di piazze e aree a verde pubblico per fini turistici, commerciali e artigianali ed infine valorizzazione delle risorse umane professionali e imprenditoriali locali».

L'Unione Democratica per la Libertà ed i Cristiani Democratici per Veglie invitano dunque altre forze politiche, movimenti o singoli cittadini a confrontarsi su tale programma e ad unire idee e forze.

di  Fabiana Pacella

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