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Dal Nuovo Quotidiano di Puglia e da  La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 21 giugno 2006

dal Nuovo Quotidiano di Puglia del 21/06/06

Orrenda fine a Pomezia per un barbone originario di veglie

Picchiato a sangue e poi bruciato vivo

Pestato a sangue con calci e pugni fino ad ammazzarlo. Un accanimento che non è finito nemmeno quando il poveretto, Cosimo Quaranta, di 39 anni, di Veglie, non riusciva più a difendersi.

Ormai agonizzante, gli hanno anche dato fuoco e poi, una volta morto e parzialmente carbonizzato, lo hanno gettato nella tromba di una delle scale esterne del centro commerciale "La Galleria" sulla via del mare a Pomezia, in provincia di Roma. Proprio qui ha trovato il cadavere, intorno alle 9.30 di ieri mattina, il titolare di una ditta della città che si trovava di passaggio.

A ucciderlo, probabilmente, degli stranieri che la vittima frequentava da quando era arrivato a Pomezia e con i quali sarebbe scoppiata una lite finita con l'efferato omicidio. Senza lavoro, ne una residenza fissa, con problemi di alcol, era considerato un clochard che sbarcava il lunario come poteva. La sera, poi, incontrava la comunità di stranieri dell'Est europeo che si ritrovano tra la multisala e il centro commerciale. Qualche bottiglia di birra e un po' di vino. Così abitualmente Cosimo Quaranta trascorreva le serate che non di rado sfociavano in litigi e risse. È probabilmente quello che è successo anche la notte di lunedì scorso, stando anche alle testimonianze di alcune persone che lavorano negli uffici sopra la "Banca Toscana", che si trova proprio davanti al centro commerciale.

«Avevamo fatto tardi e stavamo uscendo dall'ufficio - hanno raccontato alcuni dipendenti della banca -. Saranno state più o meno le 21 o le 21.30, quando abbiamo sentito delle grida provenire dalla strada. Non ci siamo allarmati più di tanto perché nella zona risse e schiamazzi, soprattutto a tarda ora, non sono una novità».

Poi ieri mattina la macabra scoperta del titolare di un'azienda i cui uffici sono sopra l'istituto di credito. Le scale dove è stato trovato il cadavere portano infatti al garage e ad alcuni magazzini che si trovano sotto il centro commerciale ed accanto alla banca. L'uomo ha chiamato i carabinieri di Pomezia che, insieme alla Scientifica di Frascati, hanno effettuato i rilievi.

Dai primi accertamenti, risulta che la vittima è stata probabilmente lasciata sulle scale subito dopo l'omicidio che potrebbe essere avvenuto a poche centinaia di metri dal luogo del ritrovamento. Qui gli investigatori non hanno rinvenuto ne tracce di fumo, ne taniche di liquido infiammabile nonostante il cadavere fosse parzialmente carbonizzato. Solo l'autopsia, fissata per oggi alle 17 a Roma, potrà stabilire se l'uomo era ubriaco. Intanto i carabinieri danno la caccia ai suoi assassini.


da La Gazzetta del Mezzogiorno del 21/06/06

Macabro rinvenimento, ieri mattina, in un centro commerciale ubicato alla periferia di Pomezia

Accoltellato e dato alle fiamme

Si tratta di Cosimo Quarta, un barbone di 38 anni
 

 

VEGLIE - Un 38enne di Veglie, Cosimo Quarta, è stato rinvenuto cadavere, ieri mattina dai carabinieri, nel parcheggio del centro commerciale «La Galleria» di Pomezia, in provincia di Roma. L'allarme era stato lanciato dai dipendenti della struttura, che a prima ora si sono imbattuti nella macabra scoperta. A quanto è dato di sapere, probabilmente al fine di rendere difficoltosa l'identificazione, il cadavere era stato dato alle fiamme, e per questo, i militari si sono imbattuti in un corpo semicarbonizzato. Per accertare le cause della morte, il magistrato di turno della Procura di Velletri, ha disposto l'autopsia, che dovrebbe essere effettuata tra oggi e domani. Da chiarire sono anche le ferite d'arma da taglio riscontrate sul corpo, e quasi certamente inferte con un coltello. Secondo gli uomini dell'Arma, sulla scorta di accesso al garage del centro commerciale, Cosimo Quarta dev'essere stato trasportato dopo essere stato ucciso altrove, quasi certamente nella stessa area del centro commerciale. Scattate le indagini, attraverso i colleghi delle stazioni di Veglie e Porto Cesareo, gli uomini dell'Arma si sono messi in contatto con i genitori del 38enne, che vivono nella marina di Torre Lapillo, e che a quanto è dato di sapere, ieri stesso si sarebbero messi in viaggio per raggiungere Pomezia. Nel Lazio, il figlio si era trasferito da un paio d'anni, pare in cerca di lavoro. Ma non era stato fortunato, e si era così ridotto a vivere come un barbone, contando sulla generosità delle offerte per strada e sull'aiuto delle comunità di immigrati attive nella zona di Roma ed in particolare del litorale compreso fra Pomezia e Torvaianica. Non è escluso, che forse ubriaco, durante la notte il vegliese abbia litigato con chi lo ha poi ucciso.

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