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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 3 ottobre 2006

 Al via i lavori di restauro e di consolidamento strutturale del complesso della «Favana». Costeranno 270mila euro

Il Convento pronto a ritrovare l'antico splendore
 

VEGLIE - Ha inizio il restauro della seicentesca chiesa del Convento dei Frati minori Convettuali. L'intervento, per un importo complessivo pari a 270 mila euro, è stato finanziato dal Comune, proprietario dell'immobile, per un importo pari a 165 mila euro e dal Gal terra d'Arneo per un importo pari a 105 mila euro, nell'ambito del programma Leader Puglia 2000 - 2006. I lavori di restauro non interesseranno le superfici decorate e dipinte; l'intera superficie della volta è affrescata con scene della vita di San Francesco d'Assisi, mentre le quattro lunette per lato riportano effigi di santi e papi. Infatti, come si legge dal progetto esecutivo, «i lavori saranno limitati a ricognizioni preventive, al consolidamento delle volte, allo sgombero dei piani pavimentali dell'aula, alla sua deumidificazione, ai massetti pavimentali. Saranno riportate alle originarie proporzioni le otto grandi finestre della navata». Inoltre, si provvederà alla realizzazione dell'impianto elettrico con una stazione multimediale interattiva contenente notizie storiche della città e dell'intero complesso della «Favana».

L'intero bene storico architettonico della Favana è composto non solo dalla chiesa, ma anche dalla cripta ipogea, risalente al IX secolo e dal convento voluto dalla cittadina nel XVI secolo. La cripta, la cui origine è legata a un gruppo di monaci bizantini che, fuggiti dall'Oriente, per sottrarsi alle persecuzioni religiose, scavarono i loro rifugi nella roccia in aperta campagna, era luogo di rifugio e di preghiera. All'interno, pitture raffiguranti santi di culto greco e latino risalenti all'inizio del XV secolo, di straordinaria importanza l'immagine della «Madonna allattante».

Ed anche se la maggior parte sono in stato di abbandono, numerose e diverse sono ancora le cripte nell'intera cittadina (documentate da Catamo, «Un tesoro che si perde. La cripta della Favana, Novoli (Lecce)», Il Parametro Editore, 1998), che facevano riferimento alla chiesa cripta della Favana. Quest'ultima era luogo di culto e di preghiera non solo per i monaci, ma anche per la popolazione dell'intera provincia che vi giungeva per pregare l'effigie raffigurante la «Madonna della Favana». Immagine a cui i fedeli si rivolgevano per debellare il male del favismo.

E, dalle notizie riportate in una Platea del convento, compilata nell'anno 1735 per conto dei padri convettuali (A. De Benedittis, La Platea del venerabile convento di Santa Maria di Veglie o della (Favana), Novoli (Lecce), Il Parametro Editore, 2005), si evince che l'immagine della Madonna, rinvenuta molti anni prima, in una grotta situata in un folto bosco e alla quale era stato dato l'appellativo della Favana, era stata trasportata in una chiesetta preesistente. Questo consente di dedurre che l'attuale chiesa del convento fu riedificata nello stesso luogo dove sorgeva la chiesetta nella quale era stata trasportata l'immagine della Madonna rinvenuta nella cripta. Purtroppo però, nell'agosto del 1981, l'immagine della Madonna fu trafugata, lasciando un'incolmabile vuoto non solo nella chiesa, ma anche nei cuori dei cittadini vegliesi.

di  Katia Manca

 

 

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