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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 24 febbraio 2005

 

La quinta sezione del Consiglio di Stato ha «rivisto» la decisione del Tribunale amministrativo di Lecce

Donne in Giunta, «bocciato» il Tar

Secondo il supremo organo, l'opposizione non era legittimata a fare il ricorso E le motivazioni di esclusione espresse dal sindaco non erano «censurabili»
 

VEGLIE - Il Consiglio di Stato «boccia» l'ordinanza pronunciata dal Tar di Lecce circa l'obbligo di una presenza femminile in Giunta.

Con una decisione dei giorni scorsi, la quinta sezione del supremo organo amministrativo ha accolto le tesi sostenute dall'avvocato Ernesto Sticchi Damiani che ha rappresentato il sindaco Fernando Fai e gli altri esponenti della sua Giunta. Nell'ordinanza di fatto si stabilisce che i sette consiglieri dell' opposizione di centrodestra e di centrosinistra non sono legittimati a fare il ricorso poichè «la materia trattata (l'ordinanza sindacale di nomina della Giunta ndr) sembra riconducibile ai rapporti fra le varie formazioni del consiglio comunale e che trovano soluzione nella dialettica maggioranza-minoranza» attraverso le mozioni di sfiducia e con le dimissioni della maggioranza dei consiglieri. E questo nonostante vi sia un articolo dello Statuto comunale che prevede espressamente che «deve essere garantita una presenza femminile nella Giunta» Inoltre, il Consiglio di Stato, precisa che l'obbligo imposto dal Tar di nominare una donna nell'esecutivo comunque non inibiva il normale svolgimento della Giunta così come il primo cittadino l'aveva nominata.

Ma il relatore della quinta sezione del Consiglio di Stato «censura» il Tribunale amministrativo di Lecce su un altro aspetto. «La motivazione espressa dal sindaco sugli accordi preelettorali era valida», spiega, infatti, l'avvocato Ernesto Sticchi Damiani. E aggiunge: «L'ordinanza sottolinea che controversie di questo genere possono risolversi a livello politico e non giudiziale. Abbiamo avuto grande soddisfazione su più punti e il sindaco, se lo ritenesse necessario, è nella facoltà di poter nominare una nuova Giunta senza la presenza femminile». Ma, ciò non accadrà. Fai, da parte sua, ritiene che «la nuova composizione dell'amministrazione è un dato saldo e intoccabile».

Nello staff di Fernando Fai, quindi, rimane al suo posto Maria Calcagnile, dello Sdi, ostetrica presso l'ospedale di Copertino, assessore alla Sanità e al Personale che, dopo la sentenza del Tar di Lecce, prese il posto di Cosimo Spagnolo, che attualmente rappresenta il Comune nell'Union Tre. «Sono ampiamente soddisfatto - commenta ancora Fernando Fai - dell'ordinanza emessa dal Consiglio di Stato. L'intera amministrazione comunale si ritiene soddisfatta ed è ancora più compatta. Abbiamo sempre rispettato la nostra comunità ed è proprio per questo che abbiamo affrontato serenamente, sino all'ultimo, questa controversia. Con questa sentenza - aggiunge ancora il sindaco - si conclude per l'Ente pubblico un periodo minacciato da calunnie da parte dei consiglieri dell'opposizione. La maggioranza e soprattutto l'intera comunità - conclude Fai - nonostante le continue pressioni della minoranza e nonostante la cattiva immagine che ne è derivata per il nostro piccolo comune, assurto a caso nazionale, ha avuto quella giustizia che meritava da tempo».

di Katia Manca

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 25 febbraio 2005

 

Parla l'opposizione dopo la decisione del Consiglio di Stato sull'esecutivo «in rosa»

«Quella di Fai è una vittoria di Pirro»

«L'obiettivo di avere la presenza di una donna nelle istituzioni, noi l'abbiamo raggiunto»
 

VEGLIE - «Noi abbiamo vinto ugualmente; quella del sindaco, invece, è paragonabile alla vittoria di Pirro». Questo, in sostanza, il commento dei sette consiglieri di minoranza all'indomani dell'ordinanza del Consiglio di Stato che ha «bocciato», per così dire, il Tar di Lecce che aveva imposto al sindaco Fernando Fai la nomina di una donna in Giunta.

I consiglieri del centrodestra Valerio Armonico, Govanni Carlà, Claudio Paladini, Salvatore Vetrano e del centrosinistra Alessandro Aprile, Antonio Greco e Fabrizio Stefanizzi, stigmatizzano la decisioni dei giudici amministrativi di secondo grado. «Se il sindaco ha affermato - dicono i sette esponenti della minoranza - che la composizione della Giunta, in cui è presente una donna, non sarà modificata, è lecito chiedersi se, con il ricorso al Consiglio di Stato e con il risultato ottenuto, ha inteso spendere i soldi dei contribuenti solo per farsi un quadretto privo di qualsiasi rilievo pratico. Chi come noi - affermano ancora i consiglieri dell'opposizione - è interessato non a sterili vittorie ma al risultato pratico di promuovere la presenza delle donne nelle istituzioni, è ovviamente soddisfatto della composizione dell'attuale Giunta. Le motivazioni con cui il sindaco ha tentato di sottrarsi agli obblighi imposti dal Tar di Lecce erano un'offesa ai cittadini e alle cittadine di Veglie. Ma, ormai conosciamo la volubilità di Fai. Ad Ottobre, infatti, aveva dichiarato di condividere la pronuncia del Tar di Lecce e poco dopo l'ha impugnata. E, affinchè il risultato ottenuto non sia posto nel nulla - aggiugono ancora i consiglieri dell'opposizione - non potremo perciò evitare di far giungere alla pronuncia di merito il giudizio tuttora pendente davanti al Tar di Lecce». E per finire: «Non capiamo - spiegano i consiglieri di minoranza - quali sono le calunnie in questa vicenda. Il discredito nazionale sul piccolo paese, che Fai dice esserne derivato, non può essere imputato all'opposizione, che fa il suo dovere, ma a lui stesso che non ha saputo e non sa ancora gestire questa vicenda».

di Katia Manca

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