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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 1 ottobre 2008

Il Comune di Veglie fa scuola: accolto il ricorso al Tar per inserire una donna nella giunta del comune di Molfetta

La guerra contro le donne in giunta sbarca sul web
 

MOLFETTA - Da ieri, il filmato-cult in rete è targato Molfetta. E' l'ira funesta del sindaco Azzollini, che «infiniti addusse lutti alle donne», nel senso molto più blando che ha aggirato una sentenza del Tar Puglia che lo obbligava ad inserire almeno una signora nella sua giunta.

Rieletto per il Pdl alla guida di Palazzo Giovene nella primavera scorsa, il sen. Antonio Azzollini ha nominato dieci assessori, tutti uomini. In barba allo statuto comunale della città adriatica, che prevede espressamente la presenza di donne in giunta. Di qui il ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Serenella Molendini, consigliere pari opportunità in Puglia, e di Francesca La Forgia, componente della consulta delle donne di Molletta.

Ricorso accolto dalla terza sezione del Tar, come era accaduto per il Comune salentino di Veglie tre anni fa, bacchettato per l'identico motivo e corso prontamente ai ripari.

Il senatore però ha aggirato la sentenza, con un escamotage giuridico, confermando la giunta tutta maschile perché - dice - rimane «dell'opinione che non sia sindacabile un provvedimento di natura politica» e che motivando le nomine degli assessori si sia «attenuto alla richiesta del Tar».

Così, nel corso di un consiglio comunale al fulmicotone, la consulta femminile molfettese si è mobilitata, annunciando raccolte di firme ed affissioni di manifesti, per chiamare a raccolta tutte le signore e le signorine della città. Ora e sempre resistenza rosa, insomma. E al consigliere di minoranza che aveva bacchettato lui e la sua maggioranza, l'Azzollin furioso ha replicato con una tirata che da ieri è già leggenda, da quando cioè il sito molfettese «Il Fatto» ha messo in rete il filmato, prontamente rimbalzato - scaricatissimo - su Youtube, fino al tg di Italia 1, «Studio Aperto», che ieri ne ha mandato in onda una esilarante versione sottotitolata (esilarante per i sottotitoli, ovviamente). «Ma perché non andate a vergognarvi? Vergugnt, vacc a mett la face..». «Noi sì, voi no. Noi sì, voi no. Noi sì, voi no», destinato ad un rap già in cottura. E alle blande contestazioni, segue un secco «Statt citt... Uagliò vatten! - tradotto stupendamente in "Amico mio, vai via" - E pari angor?!». Solo gli Oesais di Toti & Tata avevano fatto di meglio.

f.cost

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