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Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di martedì 9 dicembre 2008

Fotovoltaico: Superati i 30 giorni dalla richiesta è legittimo costruire impianti sino a 1 Mw
Il Tar di Lecce boccia i Comuni

La decisione riguarda centinaia di Dia presentate in tutta la Puglia

 

VEGLIE - Il Tar di Lecce boccia i Comuni sulla dichiarazione di inizio attività (Dia) presentate prima della legge regionale 31/08 per gli impianti fotovoltaici sino a 1 megawatt e di conseguenza le Amministrazioni dovranno uniformarsi alle due ordinanze, che le invita a regolare definitivamente l'iter dei permessi entro 30 giorni senza ulteriori richieste dilatorie di documenti.

In sostanza, i Comuni devono pronunciarsi in maniera definitiva sulla costruzione degli impianti, sparsi un po' in tutta la regione, per dare certezza agli investitori. Vale a dire che se entro 30 giorni dalla presentazione della domanda il Comune non da risposte o le fornisce successivamente a tale data, la Dia si intende perfezionata e, dunque, i lavori possono essere avviati.

La questione delle due ordinanze del Tar di Lecce è la conclusione giudiziaria dell'iter tecnico-legislativo che, ricorda l'avvocato Antonio Malerba, legale di alcune aziende, «ha avuto come protagonista in negativo la Regione Puglia il cui unico merito è quello di aver individuato, prima delle altre regioni, l'esigenza di regolare gli investimenti sulle energie alternative. Con la legge n. 1/2008, si era tentato di costruire con un impianto legislativo male assortito due livelli di investimenti, fino ad 1 mw ed oltre 1 mw, lasciando solo questi ultim alla competenza della Regione, anche se non esclusiva. Si era deciso che fosse sufficiente la presenfazione della Dia al Comune, perché in assenza di comunicazioni contrarie entro il termine di legge di 30 giorni, si potesse realizzare un impianto di potenza fino ad 1 mw».

La reazione dei Comuni è stata di due tipi: o una preclusione a priori, oppure l'utilizzo di una Dia (quella dichiarazione che si utilizza per esempio per l'ampliamento di un'abitazione) talmente ampia da consentire trasformazioni di immobili con investimenti ultra milionari.

«Nell'agosto scorso - precisa l'avv. Malerba - è intervenuta una circolare esplicativa sull'art. 27 della legge regionale n. 1/2008, che ha fornito ai Comuni ulteriori motivazioni per impedire la realizzazione di questi impianti. Ogni Comune ha trovato perciò una strada propria e originale. Ad esempio, il Comune di Salice Salentino ha adottato una variante al Prg per impedire la proliferazione dei microimpianti, salvo poi accettare in conferenza di servizi, quelli di dimensioni ben maggiori. Alcuni Comuni hanno sostanzialmente imposto delle royaltes, in altri come ad Erchie e Manduna vi è stato un diniego generalizzato adducendo motivi più disparati». La regione Puglia, resasi conto dell'insostenibilità della situazione, ha deciso con la nuova legge n. 31/08 di risolvere i numerosi problemi che creava la vecchia normativa (ad esempio ha raddoppiato il terreno necessario per un impianto fotovoltaico, ponendo limiti all'ubicazione degli stessi). Inoltre, per salvaguardare il preesistente, si è posta una clausola con cui tutte le Dia presentate e per le quali era trascorso il termine, la legge non avrebbe trovato applicazione.

«Da tutte queste problematiche - conclude l'avv. Malerba -, sembrano esenti i grossi impianti, che in realtà sono controllati da 2-3 multinazionali. Ora nessuno nega la possibilità di fare gli investimenti, ma il piccolo campo fotovoltaico può coinvolgere non solo qualche imprenditore locale, ma può dare alla stessa economia un impulso importante, specie in un periodo come questo di stagnazione economica».

Ma. Mei.

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