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Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di giovedì 4 giugno 2009

Lettera aperta di Fabio TOLLEDI (presidente Astragali Teatro)ai candidati alla presidenza della Provincia

Facciamo squadra nel nome della cultura

 

Sembra inusuale, oggi, prendere la parola per cercare di rivolgere un appello ai candidati presidente per l'amministrazione di questa nostra provincia a pochi giorni dal voto.

Questo paradosso mi sembra però inevitabile, ricco e necessario.

Perché rivolgere un appello a chi in queste ore, freneticamente, rivolge appelli, richieste di consenso e di adesioni?

Sono un uomo di questa terra, dirigo un teatro, Astragali, fondato a Lecce nel 1981, un'epoca in cui nessuna delle coalizioni oggi in competizione erano presenti. Vivo in questa terra e con il nostro teatro giriamo il mondo (soprattutto il Mediterraneo), facendo conoscere la cultura di cui siamo portatori con grandi risultati.

Oggi pensiamo sia necessario prendere voce sulle questioni delle politiche culturali nella nostra provincia.

Ai candidati vorremmo chiedere di aprire un confronto reale, che sappia guardare alla sostanza del fare culturale di questa terra, ai candidati vorremmo chiedere di chiarire, in maniera netta e decisa quale sia, secondo il proprio programma, il ruolo in ambito culturale dell'Ente che andranno a dirigere, ai candidati vorremmo chiedere di stabilire se si voglia aprire una nuova stagione nelle politiche culturali che ponga fine alla logica dei grandi eventi e del privilegio di pochissimi (forse ai limiti della legalità) che hanno caratterizzato questi ultimi anni.

Le politiche culturali di un ente territoriale devono essere in grado di dialogare e di far crescere le professionalità, le condizioni materiali e strutturali in cui ci si trova ad operare. In questi anni abbiamo assistito ad un Ente che diveniva agenzia di spettacolo, alimentando la pericolosa mescolanza tra promozione dell'immagine territoriale, marketing d'area e azione culturale, quest'ultima a volte (troppo spesso) vaga. All'interno di questa logica, di sovente poco chiara e direttamente protesa alla kermesse televisiva, poco è stato lasciato all'attenzione verso i molti concreti soggetti che operano nella cultura.

La contraddizione diviene quasi beffa, nel momento in cui ogni programma elettorale ha posto la cultura al centro del proprio intervento.

E l'assessorato alla cultura è divenuto importante trampolino di lancio per carriere politiche, dalla Provincia alla più piccola municipalità. In molti casi addirittura Presidenti, Governatori e Sindaci hanno avocato a sé questo ruolo,-a testimoniarne la valenza politica, materiale e simbolica di questo settore.

Per lo stesso motivo non possiamo pensare di disgiungere le scelte di questi ultimi anni dall'indirizzo politico amministrativo delle varie compagini che si sono succedute.

Sogniamo ancora una terra dove poter crescere e far conoscere il nostro lavoro. La cultura è un ambito importante nella vita di un territorio, ognuno di voi lo dice nei propri discorsi, Lecce è città d'arte, molte sono le eccellenze che questo territorio ha conosciuto in questi anni. Una politica culturale deve essere capace di riconoscere e sostenere questa molteplice ricchezza. Per fare ciò deve cominciare a mutare il proprio atteggiamento di privilegio di pochi, di facili vetrine per altri, di processi di spettacolarizzazione televisiva che non possono rappresentare l'unico metro di valutazione sulle validità progettuali in questa terra operanti.

Da un anno siamo membri dell'Intemational Theatre Institute dell'Unesco, l'Unione Europea ci riconosce ufficialmente come realtà che attua buone pratiche di attività culturale in ambito euro-mediterraneo per il dialogo multiculturale: è troppo pensare di costruire un percorso comune, chiaro, trasparente e condiviso con la pubblica amministrazione che gestirà le politiche culturali dei prossimi cinque anni?

Duole e molto dire che questo non è accaduto negli ultimi anni, a detrimento non solo della nostra struttura, bensì a danno di decine di seri e importanti operatori culturali che fanno la ricchezza reale di questo territorio.

Il patrimonio culturale di una terra non è fatto solo di monumenti, ma anche di donne e di uomini concreti che qui operano e che qui vogliono continuare ad operare.

Sapremo, assieme, cambiare questa ferita in opportunità di crescita? Sapremo cogliere questa nuova occasione? Sapremo eliminare il privilegio di pochi per dare sostanza e ascolto ad una terra che deve ancora dimostrare di essere città d'arte?

Fabio TOLLEDI

presidente Astragali Teatro

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