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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 14 febbraio 2009

Legambiente si mobilita contro la struttura in costruzione a Torre Lapillo

Una nuova Punta Perotti? Guerra all'hotel sul mare

Un nuovo Hotel a dieci metri dal mare

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TORRE LAPILLO - Un albergo a meno dieci metri dal mare (con la bassa marea), a quindici dal confine dell’Area marina protetta e a cento dalla Torre Lapillo. Per il coordinamento ambientalista di Porto Cesareo non ci sono esitazioni: andrebbe buttato giù come i palazzi di Punta Perotti perché, per dirla con le parole di Maurizio Manna di Legambiente, «non possiamo usare le bombe perché non è legale ma questo edificio è una forzatura, in termini giuridici, ed è sicuramente uno scempio ambientale in termini generali. Un retaggio degli anni ’70, un incubo spuntato come un fungo in dispregio di una normativa regionale, nazionale e comunitaria, di un orientamento generale, di una cittadinanza più attenta. Tutto ciò ci lascia a bocca aperta».

A Torre Lapillo ci sono altri alberghi. Ma risalgono a oltre trenta anni fa e sono nell’entroterra. Mai nessuno aveva “osato” tanto e a testimoniarlo ci sono tutti: Legambiente di Manduria, Nardò e Porto Cesareo, Italia Nostra, i Cavalieri d’Arneo, Identità e Futuro.

«E’ paradossale che praticamente all’interno dell’Amp - dice Manna - si possa pensare ad un edificio a due piani piantato sulla sabbia». «I pareri rilasciati dalle diverse amministrazioni pubbliche - spiega Cosimo Manca, di Italia Nostra - contrastano con la volontà della comunità di Porto Cesareo che sta subendo ancora una volta. Si tratta, molto spesso, di pareri che riguardano zone sottoposte a vincolo paesaggistico, idrogeologico senza una valutazione generale sull’intervento che viene proposto. Così non va: il territorio va rispettato».

«E’ presto per dire che fine dovrebbe fare questo albergo - dice ancora Manna - visto che anche il Tar brilla, ancora una volta, per la determinazione con la quale sblocca le procedure. E’ difficile ipotizzare un abbattimento ma noi stiamo iniziando una battaglia per avere giustizia e ripulire questo pezzo di costa». «Gli amministratori devono essere molto più accorti - è l’invito di Cosimo Arnesano - e l’indice di ricettività non va alzato con un albergo realizzato proprio sull’arenile». «La proprietaria della struttura - conclude Manna - ha presentato una emblematica diffida alla Sovrintendenza per forzare i tempi e ottenere, in tempi da record, alcune autorizzazioni: non appena Porto Cesareo avrà approvato il Pug, nessun progetto come questo potrà più avere accoglimento. Ripeto, è una forzatura clamorosa “infilata” sulla costa grazie a strumenti di pianificazione vecchi di trent’anni che indicavano questa zona come area edificatoria. Si poteva rispettare la nuova pianificazione mentre, invece, si è voluto agevolare questo intervento. E’ un precedente pericolosissimo».

Biagio Valerio

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