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Da Paese Nuovo di Sabato 29 Settembre 2012 (di Federica Lazzari) 

Una lettrice mette in moto la sua penna per denunciare lo stato di abbandono di Piazzetta E. Ferrari

Così giovani e così poco rispettosi della natura...

L’educazione al rispetto della cosa pubblica è la priorità

 

VEGLIE - Questa vuole essere una riflessione. Questa vuole essere soprattutto una riflessione intelligente, non pretende di ammorbare voi, gentili lettori,con moniti e proseliti, ammaestramenti o lezioni di morale, in definitiva non intendo propormi nelle vesti di una dispensatrice di eticità.

Desidero invece, servendomi di questo spazio gentilmente concessomi, sottoporre all’attenzione di voi tutti, cittadini come me, un fatto che ha messo in moto la mia penna.

Nel piccolo paese in cui vivo,  Veglie, non mancano aree verdi, pubblici spazi ed immobili atti a soddisfare le più svariate esigenzericreative della cittadinanza tutta, sebbene le condizioni in cui versino offrano uno spettacolo niente affatto gratificante.

Intenzionata a trascorrere parte dei miei pomeriggi, forse ancora un po’ troppo assolati di questo mese di settembre, nella pace e nella tranquillità di luoghi ameni e ridenti, faccio visita ad uno dei suddetti siti, ad attendermi una sorpresa poco piacevole. Piazzetta E. Ferrari è stata abbandonata a se stessa: sporcizia, manutenzione quasi assente delle giostrine e dei sedili, prato incolto, erbacce, muri imbrattati di parole ingiuriose e macabre raffigurazioni che macchiano il buon nome dell’arte del graffitismo.

Mi rendo conto che muovere un J’accuse nei confronti di quanti hanno il dovere di provvedere affinché il disarmante scenario non sia colto da altri occhi sia troppo poco, ma certamente non nuocerà un richiamo all’assessore ai Lavori pubblici e agli Immobili comunali Armonico o all’assessore addetto alle Politiche giovanili De Bartolomeo.

Un problema come questo necessita di essere pubblicamente esposto ed al più breve risolto.

Rifletto, penso ancora che non sia abbastanza, questa penna non è caricata con inchiostro velenoso, non intende redarguire o perseguitare alcuno, è soltanto desiderosa di riportare su questa pagina un pensiero, un’espressione di umanità che possa essere incisa nella memoria di chi oggi per la prima volta la contempla: Il bene pubblico è la legge suprema. Per una volta, per questa sola, ritengo che l’ipse dixit ciceroniano vada assunto ad imperativo categorico.

Parte dei miei coetanei palesa un gravissimo disinteresse nei riguardi della conservazione e della salvaguardia del bene pubblico, che in questo caso è anche un bene che la natura gentilmente ci offre.

Atti di inciviltà sono purtroppo diffusi fra i più giovani che spesso e volentieri scambiano questo come altri luoghi per immondezzai, che non curanti dopo aver consumato piccoli spuntini ne gettano via gli involucri dappertutto insieme a mozziconi di sigaretta, lattine ed ogni altro genere di rifiuto, è disarmante.

Così giovani e così poco rispettosi della natura, dei loro stessi giardini, che immagino nelle loro case tengano puliti e preservati da questi scempi.

 L’educazione al rispetto della cosa pubblica è priorità, qualora venisse a mancare insieme al buon funzionamento delle amministrazioni i risultati non sarebbero molto dissimili dall’esempio che è stato qui riportato.

L’Italia ha conosciuto a sue spese il problema, continua a conoscerlo e questo non è altro che uno sbiadito riflesso delle precarie condizioni in cui versano Beni pubblici ed artistici nel nostro  Paese.

 

Federica Lazzari

 

 

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