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da "Dania"  -  6 maggio 2004

SANTI DI CASA… SANTI DI QUESTA TERRA…

  "Si…. è proprio uguale a questa Sacra Famiglia, n. 24 del catalogo!… L’ho sempre vista nella mia casa. So che vi prese posto grazie a un venditore ambulante che, alla dichiarazione di mia madre di non potersela permettere, gliela lasciò ugualmente, rassicurandola che avrebbe potuto pagarla un poco alla volta. Non so quanto sia costata, ma so che le rate dovevano essere così esigue che, per l’ultima, il commerciante s’era risparmiata la strada! Questa stampa, incorniciata da un girotondo di putti in rilievo, è miracolosamente scampata alle vicissitudini della famiglia; ad un’alluvione; agli innumerevoli traslochi, impaccata tra le poche masserizie; alle quotidiane devastazioni di quell’orda di vandali che eravamo noi fratelli: non un’incisione, non uno scarabocchio, su quell’oggetto che mia madre custodiva religiosamente, sempre con la speranza di tempi migliori, per poterla collocare in una camera arredata come Dio comanda..."

Una semplice storia, questa. Un racconto di vita vissuta, come quella che, molto probabilmente, potrebbe raccontare ognuno dei possessori, non solo delle 186 stampe illustrate sul libro “SANTI DI CASA - SANTI DI QUESTA TERRA” edito da “Amici della Fotografia”, ma di tutte le quattrocento immagini, se non più, visionate dagli autori nel corso della loro ricerca!

Forse è da un semplice ricordo simile a questo che è partito Cosimo Fai, ma la sua fervida creatività lo ha sollecitato ad andare oltre, a ricercarne un altro e poi un altro ancora, per poi inglobarli tutti quanti, fino a farli divenire uno spaccato di storia dell’intera popolazione vegliese. Un’occasione per riscoprire le antiche usanze e, tra gli antichi valori, la semplice e genuina fede cristiana delle generazioni precedenti.

Ecco allora che, con quel suo disquisire disposto a ripetersi pur di rendersi comprensibile a tutti, e un linguaggio accattivante che sa anche farsi poetico, descrive le abitudini del tempo andato, quando queste stampe religiose ricevevano ospitalità in quasi tutte le case.

La sua non è stata una ricerca oggettistica, già di per sé interessante, ma un vero viaggio nell’intimo, nell’anima di questa terra, dove scava fino a rimettere in evidenza le profonde e solide radici da cui la popolazione ha tratto quella linfa che l’ha portata ad essere quello che è, cioè gente semplice, ma laboriosa e ricca di virtù umane e religiose. E che da quelle radici - grazie alla memoria - continuerà ad attingere esempio e forza per il futuro. Dice, infatti, Cosimo Fai:

“[…] sempre il futuro affonda le radici nel passato e, se questo è il nostro passato, possiamo essere certi di avere dentro di noi radici solide e ben radicate.”

Sono centottantasei, contrassegnate da numero progressivo, le Stampe Sacre inserite nell’interessante libro-catalogo: una collocazione a regola d’arte, dalla cui visione, sia veloce che lenta e particolareggiata, ognuno potrà trarre, là dove non si verifichino anche nostalgia e commozione, momenti di pace e di serenità.

Un ottimo risultato! Ma si sa, dalla conoscenza scaturisce desiderio di altra conoscenza, per cui neppure qui si è fermato Fai: con l’ausilio di persone creative e valide quanto lui, ha voluto proseguire nell’impresa.
Visitando mostre, archivi e biblioteche anche fuori dall’Italia; consultando tutti gli scritti messi a sua disposizione e - per dare ancora di più - valendosi della collaborazione di collezionisti, esperti e studiosi in materia quali Alberto Milano, Christa Pieske e Therese Pechstein, ha segnato a ritroso il percorso effettuato a suo tempo dalle stampe, fino ad individuare, il più possibile vicino alla realtà, i luoghi in cui sono state materialmente generate; i nominativi e le sigle societarie dei magazzini di distribuzione, delle Stamperie e delle Case Editrice; i nomi o gli pseudonimi degli artisti creatori della matrici (modelli).

Ecco allora, a disposizione dei lettori, centottantasei schede correlate alle immagini, riportanti il titolo dell’opera, il genere di stampa, la misura, la data di produzione, la casa editrice, il nome dell’autore e quello dell’attuale possessore della Stampa.

Di Alberto Milano, abbiamo le pagine che vanno dalla 95 alla 104, in cui lo stesso illustra, con linguaggio appropriato, le evoluzioni delle tecniche di stampa, i soggetti, i materiali usati, le varie risoluzioni di stampa, le modalità di distribuzione e una approfondita ricerca sulle Stamperie e Case Editrici Italiane produttrici delle oleografie.

Di Christa Pieske e Pieske-Bruckner abbiamo (dalla 112 alla 123) pagine estratte da pubblicazioni in lingua tedesca, tradotte da Paola Arnesano e da P. Pietro Nisi, sapientemente adattate da Cosimo e Giovanni Fai.

Tutto questo fa sì che, sfogliando le 125 pagine di quello che in origine avrebbe dovuto essere un semplice catalogo, il lettore scopra d’aver per le mani una fonte inesauribile di nozioni di vita, di spiritualità, di storia del costume e di tecniche grafiche.

Osservazioni:

Per gli scritti di Alberto Milano, ottimi, si lamenta solo l’uso carente della virgola, neo che, se agli esperti può passare inosservato, ai profani rallenta la comprensione delle frasi.

Per le pagine tratte dai libri della Pieske, l’intercalarsi non regolare dello stile dei caratteri crea difficoltà allo distinguere a colpo d’occhio i netti confini fra presentazione-collegamento e pagina tradotta.

Nota interrogativa, invece, per le pagine 110 e 111. Il testo stride. Traduzione letterale? Pagine sfuggite al severo controllo? Inserimento deciso all’ultimo momento? Comunque, bella l’immagine e interessanti gli argomenti.

Auspico, in prospettiva di una ristampa, l’inserimento di un glossarietto delle diverse tecniche grafiche, da poter consultare con immediatezza nel corso della lettura.

Dania

MOSTRA DELLE IMMAGINI DI DEVOZIONE POPOLARE (Dania)