da
"Fernando - Veglienews" - 25 gennaio 2004
27 gennaio
"Il Giorno della Memoria"
La legge 211 del 2000, con decisione unanime del Parlamento, ha istituito il
«Giorno della Memoria» il 27 gennaio. Questa data è stata scelta perché
proprio il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche abbatterono i cancelli del
campo di Aushwitz liberando i primi ebrei e mostrando al Mondo gli orrori
dell’Olocausto.
Di questa triste pagina della nostra Storia molto si è scritto e anche la Tv,
periodicamente, propone documentari e immagini che dimostrano, in maniera
impressionante, l’orrore dei campi di concentramento. Nella ricorrenza del
«Giorno della Memoria», il 27 gennaio, avremo modo di addentrarci meglio in
questo periodo storico grazie a Giornali e Tv.
Personalmente il mio
«Giorno della Memoria» l’ho vissuto il 17 ottobre 2003 a San Pancrazio
Salentino (Br). Quel giorno si è svolto nell’Aula Consiliare di questo Comune
un incontro di testimonianza con Elisa Springer dal titolo
“Il
valore della vita tra memorie e futuro”
organizzato da Retinopera.
Elisa
Springer è una donna, ora 85enne, sopravvissuta ai campi di concentramento
nazista di Auschwitz, Bergen Belsen e Terezin. La biografia può essere letta
sui suoi libri (“Il
silenzio dei vivi”
e
“L’eco del silenzio”)
o anche in numerosi siti web (uno tra tutti:
Biografia).
Posso assicurare però, che ascoltare la sua storia dalla sua stessa voce
suscita sensazioni uniche che in nessun altro modo possono essere trasmesse.
Come
accade nei luoghi della maggior parte degli incontri della Springer, anche
quest’Aula Consiliare era gremita di centinaia di ragazzini di scuole
elementari e medie. Gli adulti non erano numerosi. Gli incontri della signora
Springer in effetti sono diretti proprio ai ragazzi per far comprendere loro,
che saranno gli uomini di domani, “Il valore della vita tra memorie e
futuro” come dice il tema della serata.
«Immergersi in un mare
di ragazzini per un incontro con la “Nostra Storia”», questa è stata la
mia prima impressione della serata.
“C’era
una volta una vita che non ho vissuto…..; C’era una volta una vita che avrei
voluto dimenticare ma…..”. Con queste frasi la signora Springer comincia
il racconto della sua vita. Ascoltarla mentre racconta la sua storia è come
sfogliare un libro. Il libro, molto spesso, lo si sfoglia distrattamente. Il
racconto della Signora Springer invece è impossibile ascoltarlo
distrattamente.
Questi
incontri per lei sono diventati la sua missione. Ha deciso di spendere la sua
vita per non far dimenticare. Vedendola raccontare la sua storia è evidente
che ogni volta si fa del male, è come se la rivivesse ogni volta. Ogni volta
il suo viso viene segnato dalle lacrime.
«Ho visto "La Storia” e
ho visto bambini e ragazzi che, in silenzio e con le lacrime agli occhi,
ascoltavano "La Storia..."», questa è un’altra mia impressione della
serata.
Durante la serata è stato
anche proiettato un documentario che racconta quel periodo triste di storia e
i posti dove la signora Springer è stata rinchiusa. Prima della proiezione, la
stessa Springer ha invitato a far uscire i bambini delle scuole elementari
affinché non vedessero le agghiaccianti immagini del documentario. E ne aveva
tutte le ragioni. Un attimo prima che partisse la proiezione la Springer ha
detto: «Tutto quello che vedrete io l’ho vissuto». Questa frase da sola
basterebbe a spiegare perché questa donna, a 85 anni e reduce da un delicato
intervento chirurgico, giri ancora l’Italia per raccontare a migliaia di
ragazzi la sua storia che è poi "La Storia”: «Per non dimenticare e affinché
non si ripeta quello che milioni di persone hanno patito».
Uno dei desideri della
signora Springer è che le scuole possano organizzare viaggi ad Auschwitz in
modo che i ragazzi sappiano concretamente di cosa si parla quando si dice
”campi di concentramento”. Alla fine del documentario molti si saranno chiesti
come fa una persona a rimanere viva dopo tutto quello che ha passato in quei
campi.
Fra
i tanti concetti che la signora Springer ha espresso, ne riporto solo due. Uno
che racchiude tutta la forza della fede e che va oltre le diverse confessioni
religiose: «Io non ho mai odiato i miei aguzzini, “Signore perdona loro che
non sanno quello che fanno…”». L’altro invece che esprime la paura del
futuro: «L’uomo ancora non ha imparato nulla. Quello che è accaduto può
accadere ancora….».

Concludo questo contributo
al «Giorno della memoria» riportando alcune delle domande che i ragazzi di
scuola elementare e media hanno fatto alla signora Elisa Springer durante
questa serata.
Scuola Media:
D – «Perché ha scritto così tardi?»
R - «Perché avevo paura e perché non mi credevano. E ho ancora paura. E
poi, o parli subito o non parli più. Mi sono sposata con un cattolico e mi
sono convertita al cattolicesimo per mio figlio. Ma non rinnego di essere
ebrea. Mi sento una buona Ebrea-Cattolica e una buona Cattolica-Ebrea (come
Gesù, come la Madonna). Il Papa ci chiama “Fratelli Maggiori”. L’importante è
vivere secondo le leggi di Dio. Cosa che molti uomini oggi non fanno.»
Scuola Media:
D – «Cosa ha provato quando sono arrivati gli alleati?»
R - «Io ero in coma profondo e mi sono svegliata il 9 maggio 1945 e non
ho vissuto la liberazione (8 maggio 1945). Ancora oggi dormo come dormivo nei
tavolacci ad Auschwitz. Non riesco a bere e bevo poco per abitudini rimaste
dal campo.»
Scuola Elementare:
D – «Come ha fatto a resistere a tre campi?»
R - «Per mano del Signore. Forse per portare la mia testimonianza.»
Scuola Media:
D – «Cosa ne pensa del film “La vita è bella” di Benigni?»
R - «E’ una domanda che mi fanno spesso. Il 1° tempo è bello. Durante
il 2° tempo quando sentivo ridere nella sala ho sentito come una pugnalata al
cuore. L’invenzione di Benigni era buona ma le persone di 14/16 anni non hanno
capito il senso. Hanno riso. Non si può fare una commedia brillante su una
tragedia del genere. Come non si può fare un film del genere sulle Foibe o
sulle Fosse Ardeatine. La verità non era quella del film. I bambini non
rimanevano con gli adulti.»
Scuola Media:
D – «Ricordi particolari di Anna Frank?»
R - «Sono stata insieme con lei ma non lo sapevo. Ci chiamavano per
numero. E’ stato mio figlio che leggendo il libro mi ha fatto notare le
coincidenze al periodo. Ho capito dopo, che sono stata con Anna Frank.»
Scuola Elementare:
D – «Quanto tempo è stata prigioniera?»
R - «Solo un anno e forse per questo sono ancora qui.»
Scuola Media:
D – «Come trascorreva le sue giornate?»
R - «Vegetando, seduta sul tavolaccio o sulla stufa aspettando di
morire. Aspettando di sentire il fischietto che ti chiamava per andare a
morire. Aspettando il rancio orribile con rape, bromo e medicine per eliminare
il ciclo. Non avevamo neanche mutande.»
Scuola Media:
D – «Come si è sentita quando ha saputo dei suoi compagni morti?»
R - «Ci siamo resi conto subito a cosa andavamo incontro ma poi si
diventa insensibili e ci si chiedeva, minuto per minuto, quando poteva toccare
a te.»
Scuola Elementare:
D – «Qual è il suo numero stampato?»
R - «A 24020» |
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Link utili:
§
Intervista ad Elisa Springer
§
"Il silenzio dei vivi" (autore E.Springer)
§
Citazioni dal libro "Il silenzio dei vivi"
§
Elisa Springer: i miei giorni nel lager con Anna Frank
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