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"Comitato Ambiente Sano” - 14 ottobre 2008

Appello alle aziende agricole e vitivinicole
presenti nel bacino del “Sansificio”

La guida “I vini d’Italia” dell’Espresso alla Puglia dedica 24 pagine e in essa sono inserite tutte le più importanti cantine della Regione.

Al primo posto, con 18 punti, c’è il Gratticciaia 2004 delle Agricole Vallone di Lecce. Seguono poi con un punto in meno il Salice salentino, rosso riserva Lacarta 2004 di Francesco Candido, il Primitivo di Manduria Tradizione del nonno 2006 di Savese e il Notarpanaro 2004 di Cosimo Taurino.

“Attacco netto, preciso profilato, palato preciso e incisivo, decisamente infiltrante, molto lungo con finale dai toni agrumati” così è definito il Salice riserva Lacarta 2004 dagli autori della guida, mentre il Notarpanaro 2004 di Cosimo Taurino viene presentato “con sentori penetranti e caratteriali, palato maturo e avvolgente, dagli invitanti chiaroscuri aromatici, vigoroso nei tannini, estremamente saporito ed incisivo”.

Ora, visto che per fare questi ottimi vini una buona parte delle uve proviene dalla zona dove sta per essere realizzato, in parte abusivamente, il “Megasansificio”, come mai, ci chiediamo, voi produttori non intervenite a difesa delle vostre produzioni ?

Non è compito nostro ricordare che si tratta di produzioni da tutti riconosciute di ottima qualità, che:

  • tutelano il paesaggio agrario;

  • conservano la vocazione produttiva del territorio;

  • offrono posti di lavoro stabile e migliaia di giornate lavorative;

  • forniscono i contributi agricoli;

  • e inseriscono il Salento nel circuito nazionale dei buoni produttori di vini.

Come non rendersi conto che tutto questo è seriamente messo in pericolo?

Non siete preoccupati che i clienti potrebbero abbandonarvi, una volta scoperto che i vostri vini vengono prodotti in una zona nella quale è presente un “Megasansificio”?

E quanti turisti sarebbero disposti a soggiornare in una struttura agro-turistica adiacente ad un’impresa insalubre?

Il vostro lavoro e quello dei vostri genitori rischia di essere vanificato da scelte incomprensibili, che hanno permesso all’impresa di realizzare il “Megasansificio”, con la compiacenza delle Istituzioni locali, che prima s’impegnano a richiedere la VIA (valutazione d’impatto ambientale) e poi sostengono gli interessi dell’impresa e ne consigliano modifiche progettuali, per permettere alla ditta di attivare, nell’imminente stagione, le attività di trasformazione della sansa.

Le forze politiche, da parte loro, o sono a rimorchio dei propri rappresentanti istituzionali o sostengono in maniera diversa le ragioni dell’impresa. Sono parte attiva dello scontro in atto solo i sindaci di Salice, Guagnano, Novoli, Avetrana, Porto Cesareo, Nardò, San Donaci e San Pancrazio.

Mancano incomprensibilmente i Sindaci di Leverano e di Carmiano.

Se qualcuno ha deliberatamente scelto di stare dalla parte dell’Oil salento e non tutelare i produttori della zona:

  • con grave danno di un’economia, che sta ritrovando la sua specificità produttiva;

  • con l’impoverimento di un paesaggio agrario, già fortemente aggredito dall’espansione edilizia;

  • e con la minaccia alla salute di una un’intera popolazione del nord salento,

perché voi, che siete i diretti interessati non intervenite a fare fronte comune con quanti avversano la realizzazione del “Megasansificio”?

I tempi sono ristretti. Il 16 ottobre la Provincia ha organizzato la conferenza dei servizi e tutto verrà sistemato per attivare i forni, perché procedure e tecnici si piegano, anche a danno della salute dei cittadini, a quanti si sanno muovere tra le loro pieghe.

Bisognerà poi sperare nei pronunciamenti dei giudici amministrativi che, come è avvenuto per l’Ilva di Taranto, hanno dato ragione agli ambientalisti, intimando al Comune di organizzare in tre mesi un referendum sull’Ilva. Ma questo si vedrà in seguito.
 

Comitato “Ambiente Sano”
Italia Nostra
Lega Ambiente
CGIL
CIA