Santa Messa di ringraziamento per il 50° anniversario di sacerdozio di Mons. Rocco Talucci nel 75° compleanno
(Brindisi, 6 settembre 2011)
Esprimo riconoscenza al Santo Padre che ha voluto indirizzarmi una lettera personale ricordando le tappe della mia lunga esperienza sacerdotale. Siamo stati convocati per una preghiera di ringraziamento a Dio, datore di ogni bene. Con voi e per voi voglio esprimere il mio grazie per la vita che mi fa uomo e per la fede che mi fa cristiano, figlio di Dio, per il sacerdozio a servizio della Chiesa e per il tempo lungo del mio ministero. Oggi godo e vivo con giubilo: è un vero giubileo quello che vivo.
Sono qui oggi con voi, onorato della vostra presenza, in questa piazza, scelta forse per comodità logistica, ma per me rimane il luogo dell’incontro con voi. Nel Sinodo abbiamo dato spazio al territorio, alla città, alla piazza dove si svolge la storia degli uomini. Vogliamo vivere come Chiesa nella città, perché il Vangelo è luce nelle vicende umane. Con la gente e per la gente voglio vivere la mia vita:
Oggi voi siete attorno alla mia persona e mi riconoscete padre e pastore. Oggi viviamo insieme la festa del sacerdozio e della vita:
È da Dio che veniamo educati, per ricordare il tema pastorale che ci attende, e da Lui veniamo mandati ad educare alla fede, ai valori, alla speranza che non muore. Siamo uniti nel suo nome, Egli è in mezzo a noi. Non siamo soli, siamo felici, guardiamo lontano senza paura e con vera speranza. Cosa posso dire a voi popolo di Dio a me affidato, ivi comprese voi, autorità civili e militari che saluto con viva cordialità? Con le parole di Paolo, ascoltate nella 1ª Lettura, dico a voi:
È Gesù risorto, il vivente, che garantisce la vostra vita: nel Battesimo siete risorti anche voi. Siete vivi nella sua grazia, lo sarete per sempre nella gloria. Quanto vale questo – lo dico all’inizio del nuovo anno scolastico – per voi docenti cristiani, per voi Insegnanti di Religione nelle scuole del territorio. Siate educatori dei vostri ragazzi. E voi, giovani studenti, riprendete il cammino scolastico sapendo che la sapienza divina è la fonte di ogni sapere, la radice di tutti i valori che contano e che danno speranza. Cosa posso dire a voi sacerdoti, e soprattutto a voi Vescovi, miei confratelli in piena comunione, che oggi mi onorate, senza miei meriti, della vostra vicinanza e con il saluto del nostro caro Presidente? Con la Parola di Gesù, ascoltata nel Vangelo di oggi, dico a voi: Dopo una notte di preghiera Gesù ha scelto gli Apostoli, in essi ha scelto i loro Successori e i loro collaboratori, tutti ministri della Sua Parola. Con loro si ferma in un luogo pianeggiante con una grande folla, come oggi qui, in piazza. La nostra gente vuole ascoltare Gesù quando ascolta noi; vuole toccare Gesù quando tocca noi. Da Lui attende la salvezza, tramite il nostro ministero. Cosa posso dire a me stesso davanti alla mia Chiesa? Quali prospettive mi possono guidare in questo ultimo tratto di strada, la cui durata è solo nella mente di Dio e nel cuore del Santo Padre? Desidero rimarcare le mie passioni pastorali verso i sacerdoti, le famiglie, i giovani. Vorrei essere particolarmente vicino a voi sacerdoti, soffermandomi con voi nelle riflessioni fraterne dei nostri incontri mensili e perfezionando insieme il progetto di formazione permanente. La vicinanza alle famiglie si manifesterà nell’attenzione verso le coppie che non vivono in piena comunione con la Chiesa, data la non regolarità di alcune situazioni coniugali, per orientarle con fiducia ad un cammino di fede, per coltivare la comunione possibile col Signore Gesù che ama ogni uomo, qualunque sia la sua posizione. Cari giovani, vorrei rivivere con voi il messaggio della Giornata Mondiale della Gioventù per rilanciare la Pastorale Giovanile, per far sentire a tutti i giovani che la Chiesa li ama e li segue, anche quando essi sostano nella indifferenza, per dire loro che se il mondo fa promesse facili e allettanti per vivere alla giornata, il Signore e la Chiesa fanno promesse di vita e di speranza vera, per camminare, non verso i piaceri che passano, ma verso la gioia che resta e che dà senso alla vita. Tutto questo affido a Gesù Buon Pastore, in questo Suo sacrificio d’amore, per le mani di Maria Santissima, la Vergine Annunziata, la Regina degli Apostoli, dei Sacerdoti, dei Cristiani, per essere come Lei fedeli alla Parola che si è fatta carne, perché gli uomini divenissero figli di Dio con la speranza della vita e della gioia eterna. Così sia.
Brindisi, 6 settembre 2011 X Rocco Talucci Arcivescovo
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