ORIGINI DIVEGLIE (pag.2) Successivo al dominio dei Greci fu il periodo dei Normanni. Essi introdussero il sistema feudale e, affinché il regno fosse meglio difeso dall'assalto dei Saraceni, costituirono tante piccole signorie che dipendevano direttamente dal Re. Costruirono inoltre altrettante fortezze dove si arroccavano per difendere meglio il territorio. Nel 1190, quando Tancredi appena eletto Re di Sicilia e di Puglia divise le terre ai suoi fidi, il feudo di Veglie fu assegnato a Copertino sotto Spinello delli Falconi. Ai Normanni sopravvennero gli Svevi nei primi anni del 1200. Mentre nel 1265 il regno passò sotto il dominio degli Angioini con Carlo d'Angiò , figlio del Re di Francia Luigi VIII, che fu incoronato da papa Clemente IV. Appena giunto nel suo regno, Carlo I, nel 1266, fondò anch'egli la Contea di Copertino allargata dei territori di Veglie, Leverano e Galatone con un susseguirsi di Signori alla guida della contea. Dopo una serie di passaggi di potere e dopo essere stata distrutta da Francesco I Del Balzo, duca d'Andria, fu infeudata nel 1419 tra i possedimenti di Tristano di Chiaromonte, Conte di Copertino, per dote della moglie Caterina del Balzo-Orsini figlia del Principe di Taranto Raimondello e della Contessa di Lecce Maria d'Enghen. Egli cercò di fortificare con mura la "Terra Veliarum", ma essa rimase sempre facilmente espugnabile, tant'è che il simbolo di Veglie costituito da una sola bombarda "fu inventato dai feudatari come simbolo di apparente non reale fortezza" (Girolamo Morciano '600). Al simbolo furono aggiunte nella seconda metà del 1800 le tre palle di bombarda che si vedono oggi. Il primo simbolo di Veglie Il simbolo attuale di Veglie Nel 1460 muore Tristano di Chiaromonte e la Contea passa alle dipendenze del Re di Napoli Ferdinando I il quale, riconoscente per l'aiuto avuto nella lotta contro gli Angioini, la donò a Bernardo Castriota. Nel 1468 fu infeudata a Pirro del Balzo, per dote della moglie Sancia di Chiaromonte, Contessa di Copertino. Dopo la "congiura dei Baroni", con bolla del 1487 di Federico d'Aragona, Veglie passò alle dipendenze dirette della corona. Nel 1494 fu concessa a Bernardo Granai-Castriota per meriti di guerra; quindi il 20 aprile 1549 con atto del Notar Bove ritornò alla "Cesarea Maestà di Carlo V". A questo periodo risale il rifacimento e il consolidamento della "Porta di Tramontana" che prenderà il nome di "Porta Nuova" così come è chiamata ancora oggi. Il 5 agosto 1557 con nuovo atto del Notar Bove, Veglie viene rivenduta agli Squarciafico, ricca famiglia di mercanti genovesi divenuti Conti di Copertino. Nei secoli successivi, per diritto ereditario, si susseguirono come feudatari i Pinelli, i Pignatelli e i Granito di Belmonte. Per il seguito della storia di Veglie, stiamo cercando altre notizie. E' gradito anche il Vostro aiuto. |