Le immagini che vengono presentate in questa mostra sono solo una selezione tra le centinaia visionate, di grandi e medie dimensioni. Ormai fanno parte del nostro mondo a tal punto da non richiedere più alcuna spiegazione logica o alcuna giustificazione sul perché quel determinato Santo occupa quel posto mentre quella rappresentazione invece è obbligatoriamente presente in un'altra stanza. Quelle vecchie cornici, quelle stampe, sono la casa. Loro sono della casa. Loro sono per la casa. Quei colori ora vivaci, brillanti e oleati da far pensare a tele pregiate, ora spenti e consumati dal tempo e dal sole, sono i colori di una preghiera che si recita nel chiuso di una stanza, nel segreto del proprio cuore, nel pieno di un gesto d'affetto che traduce un rapporto vecchio e sempre nuovo con la propria coscienza, con il proprio credo religioso, con il proprio Dio, con il proprio Santo. Quelle stampe sono i testimoni di un gesto quotidiano di preghiera, di un impegno civile, sociale e religioso. L'incontro dello sguardo e del pensiero con l'immagine è un quotidiano atto rituale che eleva la mente a Dio, ad un Santo particolare e a Lui si rivolge quotidianamente il proprio pensiero, la propria supplica, la propria richiesta d'aiuto e di amore, in maniera personale ed intima. Un gesto, un impegno, una preghiera privata e personale sovrapponibile, coincidente o spesso alternativa a quella collettiva e pubblica che il cristiano professa in Chiesa, nel coro dell’assemblea dei fedeli, dinanzi all'officiante i sacri riti. Uno spazio di esperienze, umane e cristiane, immenso che non è facile ripercorrere né con la mente, o con la cultura del nostro divenire, e men che meno con l'obiettivo delle nostre macchine fotografiche. Cosimo Fai |