“Pinocchio - C'era una
volta un pezzo di legno”
Il musical conquista la
piazza di Novoli. Applausi per i giovani attori
Una fiaba moderna, con un
burattino colmo di dubbi, un padre colmo di affanni,
guardato a vista da Angela una bambola bruna
(Valentina De Nigris), che nella storia non c'entra
affatto, ma alla fine si scopre sua innamorata.
Il Pinocchio dell’Oratorio Sant.Andera
Apostolo di Novoli (Le) – in scena ieri sera in Piazza Tito Schipa a
Novoli, durante “Benvenuta Estate 2007 - è un vero esempio di musical
all'italiana, se questa può essere una categoria. Coreografie accurate e
scenografie ancora più precise, colori a profusione, molta attenzione ai
caratteri.
Pinocchio: un musical che pieno di atmosfera
e coinvolgente che della favola di Collodi propone i capitoli più
"visivi", la costruzione del burattino - calata in un paesino da presepe
popolato da massaie dai pomelli rossi e un plotone di falegnami che
ricorda tanto gli elfi di Babbo Natale -, i primi passi, il teatrino dei
burattini, l'incontro con Gatto e Volpe (Francesco Spagnolo e Michela
Marrazzi, bravissimi, sembrano usciti dal Rocky Horror Show), la
presunta impiccagione, la fatina, le bugie; per poi fare un salto
narrativo e approdare al Paese dei Balocchi (sembra una discoteca) e da
lì direttamente nella pancia della balena, sulla scia degli
arrangiamenti musicali ammiccanti di Simonetta Miglietta Sozzo.
Alcuni personaggi perdono smalto, altri lo
acquistano, ma va bene così: Turchina (Benedetta Pennetta) è una
bimba lontana, dolce come una caramella, che fa rotolare Pinocchio, uno
nessuno e centomila, tra mille specchi e lo difende da civette e
barboncini; Geppetto (Gianluca Leaci) non è un vecchietto bizzoso
ma un uomo solo che alla vita ha ancora molto da chiedere, il Grillo
(Simone Sozzo) un viveur verde acido, saccente e simpatico, che
balla la break dance e si districa nel tip tap; e Lucignolo
(Francesca Calcagni), monellaccio partenopeo dalla zazzera color
carota, ha tutti i dubbi di chi si vede crescere troppo in fretta.
Mangiafuoco è Mangiafuoco (Eugenio Miglietta Sozzo), somiglia
parecchio ad un mago orientale e muove le marionette che hanno una
grandissima voglia di tagliarsi i fili a vicenda.
Su tutti, spicca Alessandro Politi
"Pinocchio", che dimentica il goffo burattino per disegnare un
Pinocchio dolce e straordinariamente leggero, inossidabile sotto il
cerone e il cappelluccio di mollica di pane.
Pubblico felice, specie i tanti bambini
anche se si son fatte le ore piccole… e alla fine tutti a fare la foto
con PINOCCHIO!
Antonio Romano
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