"Il Presepe nel Bosco di Cosimo
Tondo" |
"Il Presepe nel Bosco"
Viganego di Bargagli (Genova)
(clicca sulle
foto per ingrandirle)
Grazie
ad una chiacchierata con il prof. Valeriano
Tondo, siamo venuti a conoscenza
dell'esistenza di un meraviglioso presepe
creato nel Comune di Viganego di Bargagli in
provincia di Genova da un nostro
concittadino.
Si tratta di Cosimo
Tondo, da tutti chiamato Mino,
trasferitosi in Liguria molti anni fa.
Cosimo è il fratello del prof. Valeriano e
di don Giovanni Tondo, parroco lungimirante
che tanto ha dato alla storia culturale di
Veglie.
Cosimo purtroppo ci ha
lasciati l'1 luglio del 2009 ma il suo
"Presepe nel Bosco" è sempre lì ad
accogliere i numerosi visitatori che ne
hanno fatto ormai una meta fissa dei Natali
in Liguria.
Questa è la descrizione
che lo stesso Cosimo Tondo fa del "Presepe
nel Bosco":
«E' sorto a Viganego di Bargagli (GE)
nell'anno 2001, un'affascinante e
singolarissimo presepe costruito tutto in
pietra proprio nel bosco adiacente la
Chiesa.
E' formato da numerose casette alte 60-70
cm. perfettamente in scala che rispecchiano
lo stile delle vecchie costruzioni locali.
Un paesaggio tipicamente ligure dove il
visitatore può percorrere dei sentieri
acciottolati osservando le costruzioni anche
al loro interno.
Curato nei particolari e bene inserito
nell'ambiente offre a chi lo guarda
piacevoli ricordi e suggestivi richiami alla
vita dei nostri antenati.»
L'autore
Mino Tondo
Abbiamo cercato e
messo insieme foto, video e notizie sul
presepe di Mino Tondo per rendere un nostro
piccolo omaggio a un concittadino che
purtroppo non c'è più.
Dal sito del "ilgiornale.it":
A Viganego il primo
paese in miniatura ricoperto da una trapunta
di stelle (di Alessandro Massobrio
27/12/2005):
Tutto
è cominciato da un campanile. I campanili,
si sa, non sono roba da quattro soldi, roba
che monti e smonti come ti pare, ma questo
campanile, il campanile di Viganego - una
manciata di case sopra Bargagli - a
sistemarsi una buona volta da qualche parte
non ne aveva proprio voglia.
Prima, si pensò di
erigerlo accanto alla chiesa nuova, quella
ricostruita agli inizi degli anni Sessanta,
ma il terreno, scosceso e franoso, si rivelò
subito poco adatto ad ospitare le fondamenta
di un torrione di oltre tredici metri di
altezza. Poi a qualche altro venne l'idea di
piazzarne due di campanili, più piccoli e
meno ingombranti, sui lati stessi della
chiesa. Ma la gente del posto scosse
scetticamente il capo ed indicò una terza
soluzione. Perché questo benedetto campanile
non lo costruivano lassù, accanto
all'Oratorio di S. Bartolomeo, che domina la
valle ed è, oltretutto di fine gusto
barocco?
A raccontarla tutta,
credo che ancora oggi nessuno abbia la
minima idea dove piazzarlo definitivamente
questo ineffabile campanile. Ma mentre i
valligiani si scervellavano, mentre il nuovo
parroco, Don Guido Gallese - che è parroco
qui e in altre quattro frazioni, sicché la
sua vita è un correre e dir messa e poi
prendere di nuovo la rincorsa e dire messa
di nuovo - si scervellava più dei suoi
parrocchiani, un fatto nuovo è accaduto ed
ha messo tutti d'accordo. E questo fatto
nuovo è stata l'idea che ha illuminato la
mente del signor Cosimo Tondo, come
la lampadina sotto la tenda rossa della
rispettiva abat - jour. In primo luogo, è il
caso di dire che il signor Cosimo Tondo,
detto comunemente Mino, non è affatto tondo
come sembrerebbe indicare il suo nome. Si
tratta invece di persona segaligna ed
impermeabile al freddo acutissimo dei
cinquecento metri sopra il livello del mare
di Viganego. Sempre in moto, sempre
affaccendato, ora che è in pensione dagli
uffici del Registro Navale, il protagonista
di questa storia natalizia ha avuto
finalmente agio di dar libero sfogo alla sua
autentica vocazione, quella del presepiaio.
Non so se il termine
presepiaio si incontri tra le pagine dello
Zingarelli o del Devoto Oli, certo che è,
secondo chi scrive, l'espressione più
efficace per descrivere l'autentica
vocazione del signor Tondo. «Ho sempre fatto
presepi - ci ha infatti raccontato Mino - Mi
chiamavano da una casa all'altra, sin da
quando ero ragazzo». E c'è da credergli,
perché presepiaio, un po’ come fanciullino
pascoliano, non ci si inventa ma si nasce.
Si tratta di una dote innata, del dono
divino della fantasia e dell'innocenza, che
vive e permane anche quando gli anni
sembrerebbero imporre altre e più prosaiche
riflessioni.
Il presepiaio deve
infatti aver il gusto dell'infinitamente
piccolo, deve possedere gli occhi e la mente
dell'abitante lillipuziano di un mondo in
cui uno stelo d'erba è un albero ed un
foglia basta ed avanza per far da tetto alla
capanna dove dorme il Bambino Gesù. Che
essendo, per l'appunto, un Dio bambino
predilige coloro che lo guardano con gli
occhi dell'infanzia.
Per
farla breve, Cosimo Tondo, passeggiando sul
terreno scosceso e franoso, su cui avrebbe
dovuto sorgere il campanile, fu fulminato,
come sulla strada di Damasco, dall'idea di
costruirci sopra un presepe. Un presepe
all'aperto, un «presepe nel bosco»,
con casette in muratura e statuette di
plastica. Un presepe, comunque, che non
avesse necessità della carta - azzurro -
cielo - trapunta - di stelle, perché il
cielo, quello vero, l'avrebbe sostituita
egregiamente. E neppure dei finti alberi di
cartapesta o del muschio comprato dal
fioraio, perché sia gli uni sia l'altro
sarebbero stati forniti, in modo
assolutamente gratuito, da madre natura.
È cominciata così - circa
cinque anni or sono - l'avventura del
presepe di Viganego. Una avventura
certamente faticosa ma intimamente
gratificante. Occorre, intanto, dire che il
signor Tondo non ha fatto tutto da solo. Lo
hanno aiutato tante brave persone del posto
(da Gino, Luciano Graziella, Graziana e
Gianni Carbone a Giacomo Pienovi, a Franco
Simonini, a Roberto e Guido Gazzo, a Bruno
Olcese. E prego tanto Gesù Bambino, che mi
guarda dalla sua culla di paglia, di non
farmene dimenticare nessuno), che hanno
ritrovato in questa fatica collettiva il
senso dell'appartenenza e della comunità.
Non ha fatto tutto da
solo - dicevo - il signor Tondo, perché,
intanto, c'era da puntellare e rinsaldare il
terreno. Ne sono nate così delle fasce, su
ciascuna delle quali, secondo l'antica
tradizione ligure, non sono stati piantati
viti od ulivi, ma locande, osterie (ostaie),
trogoli (abbeveratoi), giochi di bocce,
mulini, castelli e, soprattutto, la capanna,
dove, innanzi allo sguardo di Maria e
Giuseppe, sotto l'alito caldo dell'asino e
del bue, ogni 25 dicembre si rinnova il
mistero più sconvolgente di questo nostro
pianeta così povero di misteri.
E si rinnova in questo
paesaggio di vecchia Liguria, che magari è
vecchio soltanto qualche centinaio d'anni,
ma che è talmente estraneo alle abitudini ed
ai gusti degli uomini e delle donne di oggi
che sembra appartenere alla più lontana e
dimenticata delle ere preistoriche. Un
paesaggio dove le case - a tre piani
naturalmente, secondo la tradizione genovese
- sono alte tra i 25 e i 30 centimetri. Dove
i tetti sono tutti, rigorosamente di
ardesia. E dove occorrono almeno due mesi di
faticoso lavoro per costruire un castello (
di calce, sabbia e cemento), che mi arriva
alla vita, ma quando fa freddo - e qui ce
n'è sempre tanto, come ho detto - si
illumina tutto per il fuoco che scoppietta
nel camino. E fa bruciare gli occhi per il
fil di fumo che si sgomitola dal comignolo.
Insomma, è Natale ed è
Natale soprattutto se si viene qui, a
Viganego (fino al 9 gennaio, ore 10 - 12 e
14,30 - 18), sotto un cielo di stelle (vere)
ed in mezzo ad un bosco di alberi
(altrettanto veri) ad adorare il Bambinello,
che è la Verità fatta persona. A proposito,
l'entrata è libera. L'offerta - e non
potrebbe essere diversamente - è destinata
al padrone di casa, che c'è ma non si vede.
Ovviamente al campanile.
Informazioni dal sito dell'Arcidiocesi di
Genova:
L’idea
del Presepe nel Bosco è nata da Cosimo Tondo
per creare un polo di attrazione attorno al
quale si potessero raccogliere fondi
dedicati alla costruzione di un nuovo
campanile per la Chiesa di San Siro,
adiacente al Presepe, ricostruita negli anni
1965-1966 e consacrata dal Cardinal Giuseppe
Siri nel giugno del 1967. La costruzione è
iniziata nel 2000.
Il Presepe nel Bosco di
Viganego di Bargagli è in grado di coniugare
un itinerario natalizio per le famiglie, gli
amanti di presepi, gli studiosi di arte,
ingegneria e architettura. E' un piccolo
gioiello che regala un angolo di infinita
bellezza, poesia, cultura e tradizione.
Il presepe delinea un
tipico paesaggio ligure. Le costruzioni,
realizzate interamente con pietra del posto,
sono alte tra i 60 e i 70 centimetri e si
possono ammirare grazie a un piccolo
sentiero che vi corre in mezzo. Se il
complesso regala immediatamente un
suggestivo colpo d’ occhio, è poi la ricerca
e la scoperta dei dettagli esterni e interni
di ogni costruzione che lascia profondamente
meravigliati. Molte di esse infatti, hanno
stanze arredate in miniatura e popolate da
persone e animali.
Gruppi numerosi, Associazioni, Parrocchie,
Scout, Scuole, ecc. possono prenotare
telefonando ai numeri: 328.1189907 Sig.ra
Germana – 349.3690878 Don Roberto –
010.900164 Sig.ra Stefania.
Informazioni di Fabrizio Albonico raccolte
sul web:
Date:
da Mercoledì 08.12.2010 - fino a
Sabato 15.01.2011
E' sorto nel 2001 un
singolarissimo ed affascinante presepe, in
continua evoluzione, costruito tutto in
pietra da un gruppetto di volontari.
Varcando l'ingresso si ha già la sensazione
di essere tornati indietro nel tempo; un
ambiente antico con tanto di caminetto
acceso e pochi oggetti di altra epoca che i
nostri nonni hanno sempre usato.
Inoltrandosi verso
l'interno il visitatore rimane piacevolmente
sorpreso. Non immagina infatti di trovarsi
davanti un piccolo villaggio dove può
percorrere i piccoli sentieri acciottolati,
per ammirare da vicino le numerose casette
in pietra e curiosare al loro interno
attraverso le piccole finestre. Ecco quindi
che soffermandosi ora davanti al mulino la
cui grande ruota è movimentata dall'acqua di
un ruscello, ora davanti al bellissimo
castello che domina maestoso, infine davanti
alla semplice casetta del vecchio contadino,
lo stesso visitatore ha la sensazione di
sentirsi un personaggio del presepe. Questa
sensazione che tutti i visitatori provano la
si legge sui loro volti e la si ascolta
dagli entusiasmanti commenti formulati.
Unico nel suo genere mira a diventare un
punto permanente di singolare attrazione.
Alla sera è illuminato e quindi ancor più
suggestivo.
Opinione di una visitatrice:
[...] Questo presepe in
miniatura è situato a fianco della chiesa di
S. Siro di Viganego di Bargagli, una
località appena fuori da Genova.
Il presepe nel bosco è
costruito tutto in pietra, il paesaggio è
tipicamente ligure, e noi visitatori ci
ritroviamo ad ammirare queste splendide
casette, alte 60 - 70 cm., mi sono
entusiasmata per la cura con cui chi l' ha
costruito si è impegnato a creare
particolari assolutamente verosimili, dal
castello che attraverso una finestrella ti
permette di vedere il suo interno,
all'osteria che con la luce accesa nel
camino ti da il senso del calore di un posto
simile, ai passaggi sui ponti che sovrastano
un fiumiciattolo per l'asinello che porta il
suo carico al mulino, infine non scordiamoci
della tipica capanna dove nacque Gesù con
uno sguardo ai re Magi che stanno arrivando.
Chi l' ha costruito
ci ha detto che tutto il paese lo ha aiutato
nella costruzione di questo bellissimo
presepe. Un complimento da parte mia
va a quest' artista. [...]
Recensione di Stefano De Paolo raccolta nel
web:
[...]
Genova, 17 Dicembre 2009 – Merita certamente
una visita il Presepe del Bosco di Viganego
di Bargagli, piccolo paese sito nella Val
Lentro. Bastano trenta minuti d’auto,
partendo dal centro di Genova, per arrivare
in un luogo silenzioso, profumato dalla
terra e colorato da una natura generosa.
E' proprio accanto alla
nuova Chiesa di San Siro, in quella che
dieci anni fa era una porzione di bosco,
sorge questo piccolo gioiello, un
concentrato di ingegneria, architettura,
matematica, che ci regala un angolo di
infinita bellezza, poesia, cultura e
tradizione.
Il Presepe nel Bosco
delinea un tipico paesaggio ligure. Le
costruzioni, realizzate interamente con
pietra del posto, sono alte tra i 60 e i 70
centimetri e si possono ammirare grazie a un
piccolo sentiero che vi corre in mezzo. Se
il complesso regala immediatamente un
suggestivo colpo d’occhio, è poi la ricerca
e la scoperta dei dettagli esterni e interni
di ogni costruzione che lascia profondamente
meravigliati. Molte di esse infatti, hanno
stanze arredate in miniatura e popolate da
persone e animali.
L’idea del Presepe nel
Bosco è nata da Cosimo Tondo, soprannominato
Mino, per creare un polo di attrazione
attorno al quale si potessero raccogliere
fondi dedicati alla costruzione di un nuovo
campanile per la Chiesa di San Siro,
adiacente al Presepe, ricostruita negli anni
1965-1966 e consacrata dal Cardinal Giuseppe
Siri nel giugno del 1967.
La Chiesa ospita al suo
interno le cinque campane storiche del 1700
– che vale la pena di vedere – da
reintegrare nel nuovo campanile. Sempre
all’interno sono conservate diverse opere
pittoriche e scultoree, provenienti dal
vecchio edificio, quali due statue in marmo
e in legno; la prima, di scultore ignoto, è
dedicata alla Madonna della Neve, la seconda
ritrae la Madonna del Rosario con il Bambino
Gesù dello scultore Anton Maria Maragliano.
È inoltre custodito un
dipinto del pittore Lorenzo Fasolo di Pavia
datato al 13 maggio del 1503 ritraente i
Santi Siro, Rocco e Sebastiano e un gruppo
ligneo sulla cassa processionale
raffigurante l’apparizione mariana di Nostra
Signora di Montallegro ad un contadino
avvenuta a Rapallo il 2 luglio del 1557.
Cosimo Tondo, aiutato da alcuni
collaboratori locali, ha iniziato il lavoro
di costruzione del Presepe nel 2000.
Strumenti di
lavoro: pochi attrezzi artigianali e le
proprie mani. Nessun mezzo o strumento
industriale, alcuna tecnologia. I
collaboratori lo hanno aiutato nel trasporto
delle pietre, lo hanno sostenuto, ma
progetto e fabbricazione è stata opera sua.
Nella primavera del 2009 una grave malattia
ha causato l’interruzione forzata del lavoro
del Signor Tondo, che ha lasciato ai
collaboratori locali il compito di ultimare
il Presepe e a noi tutti un capolavoro da
ammirare e una buona causa da appoggiare.