La
morte di Leone de Castris
Il
"re del vino" che conquistò il mondo è deceduto ieri
all'età di 77 anni
SALICE
SALENTINO - Il suo vino più famoso, il Five Roses, porta il
nome di una contrada del suo feudo di Salice Salentino, Cinque Rose,
chiamata così perché per intere generazioni ogni de Castris aveva
avuto cinque figli. E a questa bottiglia di rosato, Piero Leone de Castris e il
giovane figlio Salvatore, che ieri mattina si è spento in una casa di cura a Ceglie
Messapica, avevano affidato il loro destino di produttori di vino, spedendola negli
Stati Uniti. L'ultimo conflitto mondiale stava per spegnersi e il generale
Charles Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle forze armate, aveva chiesto una
grossa fornitura di vino rosato, ponendo una sola clausola: il vino doveva
avere un nome americano. Fu così - era il 1943 - che Cinque Rose divenne Five
Roses. E fu così che nacque un impero, che oggi produce quasi tre milioni di bottiglie
all'anno, e fu così che i de Castris, per primi, fecero conoscere al mondo i
vini del Salento.
Presidente della Camera di Commercio di Lecce per 18 anni, cavaliere del lavoro di gran
croce, commendatore e grande ufficiale al merito della Repubblica, presidente del
Comitato vini dell'Unioncamere, vice-presidente della Camera internazionale dell'area
mediterranea. Salvatore Leone de Castris, classe '26, settantasette anni
compiuti il 14 gennaio scorso, se ne è andato via in silenzio. Erano le
quattro quando è morto, intorno a sè aveva la sua famiglia: la moglie
Maria Anna Teresa Violante, originaria di Bari; il suo unico figlio, Piernicola, che lo
ha accompagnato negli ultimi anni nella conduzione dell'azienda; la nuora
Alessandra della Tommasa e i due nipotini Piersalvatore e Marialuisa.
Una famiglia
prestigiosa quella dei de Castris. Il fratello, Arcangelo Leone De Castris,
docente all'Università di Bari, è considerato tra i più illustri italianisti del paese.
Il nipote Leonardo è procuratore antimafia a Lecce.
Nelle vene di
Salvatore Leone de Castris scorreva il sangue del duca Oronzo Arcangelo
Maria Francesco Conte di Lemos (nipote di Ferrante e Francisco, vicerè spagnoli in
Italia) che nel 1665 fondò la cantina. Sarà forse per questo che quando si
parlava con de Castris si aveva l'impressione di avere davanti un uomo di altri tempi.
Impeccabile nei suoi vestiti eleganti, molte volte gessati, dai modi gentili e
toni pacati.
«Era
un vero galantuomo - ricorda Mario Petrucci, dirigente della Camera di
Commercio - Io sto qui dal '63 e ne ho visti passare di presidenti. Leone de
Castris era una persona squisita, di un'educazione sconvolgente. Non a caso
è riuscito a essere presidente per 18 anni. Teneva alla Camera più della sua vita.
Andare via è stato molto duro per lui».
Lo ha fatto nel '99 cedendo la poltrona a Sergio D'Oria. E' stato un buon
presidente rispetto ai suoi tempi e rispetto ad un ente che non aveva certo gli
strumenti e i compiti che ha oggi. Di certo l'esperienza maturata nella Camera di
Commercio è stata un trampolino di lancio per la sua azienda.
«Salvatore Leone de
Castris - dice Mario De Pascalis, presidente dell'Unione provinciale agricoltori - ha fatto delle
cose straordinarie. Ha fatto in modo, e sto parlando di un bel pò di anni fa, di
portare la pubblicità dei suoi vini all'aeroporto di New York. Un miracolo. E'
stato il primo imprenditore salentino a credere nel pregio del nostro vino
e se oggi abbiamo fatto tanta strada in questo comparto, molto lo dobbiamo a lui. La
sua era una nomina che veniva dall'alto, dal ministero, ma lui è riuscito anche a guadagnarsi
il consenso del territorio».
Il
grande imprenditore, il pioniere che ha insegnato ai salentini a vendere il
proprio vino in tutto il mondo: dalla Russia all'America e anche in altri
continenti. Con lui se ne va un pezzo della storia del Salento.
«Salvatore
Leone de Castris - dice Salvatore De Riccardis, presidente dell'Assindustria di
Lecce - è uno di quegli uomini che hanno scritto la storia della nostra economia. Era
un grande imprenditore: il suo esempio è stato uno stimolo per tanti altri.
Di grande umanità. Qualcuno doveva cominciare a capire che nelle nostre vigne si celava
un grande tesoro: lo ha fatto lui».
di
Anna Rita Invidia
Da
La Gazzetta del Mezzogiorno del 19/02/03
Storia
di un'azienda dai vini pregiati
Sulle
tavole d'Europa da oltre quattro secoli
Anno
di fondazione 1655! Sono ben poche le imprese meridionali che possono vantare
origini così lontane, ma la Leone de Castris - anzi per dirla tutta l'Antica
Azienda Vitivinicola dei Conti Leone de Castris s.r.l. - affonda la sua storia
nei secoli. Fu a metà del '600 che il duca Oronzo de Castris, vero
conoscitore dell'arte dei vinattieri, intuite le potenzialità che la terra
salentina aveva nelle prospettive di sviluppo agricolo, liquidò tutte le
terre che possedeva in Spagna ed investì tutto in fondi nella zona di Salice
Salentino ed in quelle circostanti. Fu un'intuizione giusta e fino
all'Ottocento i vini delle proprietà de Castris viaggiavano - ma sfusi - in
tutta Europa. Fu solo nel 1925 quando Piero Leone Plantera sposò donna
Lisetta de Castris - ultima erede della famiglia de Castris - che in anticipo
sui tempi l'azienda incominciò ad imbottigliare. Quante imprese meridionali,
agricole e non, pur assurte a fama internazionale sono poi progressivamente
declinate? Tante purtroppo. Ma sessant'anni fa quando nell'azienda entrò il
figlio di Piero e Lisetta, appunto Salvatore Leone de Castris, l'impresa pur
solida e efficiente ebbe invece un ulteriore definitivo scatto. Personaggio
che alle qualità intuitive dell'avo univa anche un'apertura mentale al passo
con i tempi e soprattutto l'amore per un'attività ormai così strettamente
legata alla sua famiglia, Salvatore Leone de Castris ha legato indelebilmente
il suo nome ad un prodotto vinicolo che fa parte ormai della storia e del
prestigio enologico italiano: la creazione avvenuta nel 1943, di quello che è
a ragione considerato il primo vero vino rosato nazionale il «Five Roses».
Lo stabilimento di Salice Salentino ed i vigneti, già notevoli si sono
ulteriormente ampliati rispecchiando le nuove esigenze commerciali
dell'impresa al timone della quale con oculata scelta, ma restando sempre
vigile consigliere, Salvatore Leone de Castris da alcuni anni aveva posto il
figlio Piernicola. Oggi rispecchiando appunto la politica di produzione
calibrata al mercato la Leone de Castris vanta una dozzina di straordinari
prodotti. Fra questi spicca comunque sempre il celeberrimo «Five Roses»,
imbottigliato in versione «anniversario». Ma accanto brillano una serie di
vini quali il Salice rosso Doc riserva «Donna Lisa», i rossi Salento Igt «Illemos»
e «Messer Andrea», un «primitivo Manduria» Doc «Santera» ed un primitivo
salentino igt «La Rena». E ancora - azione che gli appassionati considerano
benemerita - il «Negrino» aleatico dolce e poi tutta una serie di splendidi
bianchi: «Pierale» (moscato), «Vigna Case Alte», «Messapia» e
«Imago».