Da
La
Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 27 Luglio 2003
Le conclusioni dell'Enea sulla
scelta del sito (65 in tutta la Puglia). Dopo il «no» della Regione, parte
la campagna dei circoli Area-Destra sociale
Pattumiera nucleare? Salento in pericolo
A rischio Maglie, Otranto, P.
Cesareo, Veglie, Squinzano, Nardò, Supersano, Ruffano, Specchia
VEGLIE
- Dove sistemiamo le scorie nucleari prodotte in Italia? Dove
andremo a seppellire i contenitori speciali con i loro pericolosissimi
inquilini nella speranza che nei prossimi cento anni non se ne rompa
nessuno provocando disastri? Dove realizzeremo l'unico sito destinato ad
accogliere tutto quel ben di dio? Ma in Puglia, naturalmente; magari nel
Salento.
L'Enea (Ente per le tecnologie e l'ambiente presieduto da premio Nobel
Carlo Rubbia) ha infatti selezionato i luoghi adatti per lo stoccaggio dei
rifiuti nucleari e la regione maggiormente privilegia (si fa per dire) è
proprio la Puglia con 65 siti ideali (oltre il 30 per cento dell'intero
territorio nazionale). Nel Salento i luoghi prescelti sono tra Maglie e
Otranto, nei pressi di Porto Cesareo, di Veglie, di Squinzano e nel
territorio di Nardò. Inoltre, in territorio di Supersano, di Ruffano, di
Specchia. Molti siti si trovano, come appare evidente, assai vicini a
zone a vocazione altamente turistica come Ugento, Santa Maria di Leuca,
Otranto e Gallipoli. Per fortuna, l'immediata reazione dell'assessore
regionale all'Ambiente Michele Saccomanno, dell'intero Consiglio e del
governo regionale ha bloccato l'iter per la definitiva scelta del sito ma
il rischio che venga privilegiato il Salento rimane alto; anche solo a
considerare il gioco dei numeri. In provincia di Lecce, poi, ci sarebbero
tutte le condizioni ideali: grandi spazi, sismicità zero. L'Enea,
naturalmente non ha abbandonato il progetto, sta continuando a studiare la
questione ed ha affidato una nuova consulenza ad un «super esperto»
americano.
L'allarme scorie nucleari è stato lanciato dai circoli provinciali
Area-Destra sociale di An che fanno riferimento al consigliere regionale
Roberto Tundo. Nei giorni scorsi, una delegazione della Destra sociale
leccese, guidata dal coordinatore provinciale dei circoli Area, Adriano
Napoli, alla presenza di Roberto Tundo, ha incontrato l'assessore
Saccomanno per approfondire la questione. Come è noto, nell'ambito della
Conferenza Stato-Regioni fu stipulato nel 1999 un accordo sullo stoccaggio
dei rifiuti nucleari in base al quale si stabilì di individuare sul
territorio italiano un sito unico per lo stoccaggio delle scorie
radioattive. Nello studio per l'individuazione di questo sito, richiesto
dal Commissario del Governo per la sicurezza dei materiali e delle
installazioni nucleari, sono state censite - come si diceva - le 65 aree
pugliesi e salentine.
L'assessore Saccomanno ha subito contestato questo studio ed il 14 luglio
l'intero consiglio regionale ha approvato all'unanimità un ordine del
giorno che impegna la giunta regionale a negare l'autorizzazione ad
ospitare rifiuti radioattivi.
«L'impegno dell'assessore Saccomanno - sostiene Roberto Tundo - è stato
forte e puntuale a tutela della vocazione del territorio pugliese. A lui
va il mio plauso perchè proprio questa determinazione ha consentito di
sventare, per ora, il rischio di una invasione di scorie nucleari e di
porre il problema a livello nazionale. Da questa determinazione deve però
partire il nostro impegno a sostegno delle iniziative di tutela ed un
monitoraggio continuo della situazione».
Quali saranno le iniziative concrete nell'immediato futuro? «Per sostenere
l'azione del governo regionale - dichiara Adriano Napoli - contro
l'installazione di siti nucleari nel Salento ed in Puglia, espressa
dall'assessore Saccomanno nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, noi
mobiliteremo i circoli Area e tutta la Destra sociale salentina, ma
chiediamo la collaborazione di tutti, dalla Federazione provinciale di
Alleanza nazionale, dei circoli e soprattutto di tutti i rappresentanti
istituzionali di An, del centrodestra e del centrosinistra eletti nel
Salento perchè la salvaguardia della salute e del territorio salentino
interessano direttamente tutti, senza alcuna distinzione politica».
di Giovanni Delle
Donne
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