Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di Martedì 9 Settembre 2003
Commercianti contro la
piazza di Veglie
«Che trappola la
piazza». Bocciata da tutto il paese
VEGLIE
- Centro storico bloccato o, meglio, isolato, code e ingorghi.
In poche parole disservizi. Troppi e da troppo tempo. Basta mettersi in
auto e ci si rende conto che a Veglie qualcosa non va. Il traffico
non defluisce e raggiungere piazza Umberto I - cuore pulsante della vita
del paese - è quasi impossibile. Eppure in quella piazza confluiscono
sei vie che, oltre al resto del paese collegano - con i loro
prolungamenti - il centro direttamente con i comuni di Salice, Carmiano,
Leverano e Porto Cesareo. Non ci vuole poi molto a svelare l'arcano:
piazza Umberto I è dallo scorso luglio un cantiere a cielo aperto per i
lavori di rifacimento che la interessano e che già si sarebbero dovuti
concludere da temo. Avrà un volto nuovo il centro storico, una nuova
pavimentazione ma i cittadini non sembra abbiano gradito questa sorta di
rivoluzione.
«A noi andava bene com'era - commenta Giuseppe pensionato 75enne - era
una bella piazza, ci riunivamo ogni sera ed ora abbiamo perso il nostro
punto di ritrovo». E non solo. La piazza ha perso i parcheggi tutt'intorno,
è impraticabile, prima c'era una sorta di rotatoria mentre ora la si può
costeggiare solo da un lato - con direzione provvisoriamente
obbligatoria - per girare solo in via San Giovanni o in via Carducci.
Impossibile svoltare a sinistra per via Roma - per andare a Leverano -
come proseguire dritti per via Santo Spirito - in fondo alla quale si
trova una scuola elementare - nè si può pensare di sostare nell'attigua
piazzetta XXIV maggio. Gli automobilisti sono penalizzati ma a farne
ancor di più le spese sono stati gli esercenti di piazza Umberto I i cui
affari quest'estate sono notevolmente calati e quindi sono sul piede di
guerra. «Ne sapremo come andrà a finire quando avranno completato i
lavori - dice Enzo, titolare di una rivendita di tabacchi-ricevitoria in
piazza XXIV Maggio - non siamo stati interpellati eppure diamo vita al
centro. Ci siamo rivolti anche ad un legale che possa curare i nostri
interessi ma non abbiamo ancora ricevuto risposte».
«Non chiediamo molto - sostiene la figlia - solo che venga permessa la
circolazione dei mezzi. Davanti al nostro tabacchino c'e il divieto di
sosta e fermata, gli affari vanno in rovina». Peggio ancora il
tabaccaio-ricevitoria gestito da una coppia di San Donaci in piazza
Umberto I. La strada che passava davanti è stata chiusa, smantellata del
tutto. L'esercizio è isolato, il distributore automatico di sigarette
rientrato. «Per fortuna ci sono clienti affezionati che non ci
abbandonano - commenta la titolare - crucciata -ma prima o poi si
stancheranno anche loro». Vendite calate «anche del 50 per cento in
questi due mesi - sostiene il titolare del negozio di elettrodomestici
Albano - i clienti non possono più fermarsi e vanno altrove». Idem dal
bar accanto gestito dalla famiglia Cutrino con la protesta della moglie
del titolare: «E' uno scempio e i clienti si sono dimezzati. Vogliono
rifare il look alla piazza! Sia, possiamo anche chiudere ma gli
amministratori devono garantirci uno stipendio per andare avanti».
di F.P.
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