Icone bizantine, porta tra l'umano e il divino Si inaugura questa sera alle 19.30 nelle sale del nuovo conservatorio di Sant'Anna a Lecce la mostra delle icone bizantine di Dimitra Balou dal titolo "Una porta tra l'umano e il divino", alla presenza di Giacinto Leone, Vincenzo Abati e Paolo Protopapa. La giovane artista è nata a Tripoli ma ha studiato all'accademia di Belle arti a Lecce dove ha conseguito il diploma di laurea in pittura proprio su "le icone bizantine". Ha già allestito diverse mostre e, partecipando ai progetti di recupero del patrimonio culturale del mondo ellenico condotti dall'Università di Lecce, sta svolgendo dei corsi sulla iconografia bizantina presso il centro studi Corama di Sternatia. Le icone contemporanee, messaggio di una fede senza tempo sono sempre più ricercate, non solo da chi si reca in visita nei paesi dell'Est o in Grecia ma anche da chi, adesso, scopre la buona tradizione che alligna anche in Puglia. Le icone, infatti, non sono più, soltanto, merce di antiquariato. Anzi. Ce lo confermano anche Antonio De Benedictis, che opera attualmente a Brindisi, e Maria Lucia Alemanno, salentina di Veglie. Ma ce lo dicono, in continuazione, i canali televisivi dedicati esclusivamente a vendite ed aste di arte, e lo ribadisce don Luigi Manca, direttore dell'istituto superiore di Scienze religiose di Lecce. «L'icona rappresenta una sintesi tra cristologia e antropologia - dice don Luigi - nell'icona è possibile leggere il messaggio più bello e più consolante: Dio si è definitivamente compromesso con l'uomo. Dio e uomo sono inseparabili... Sotto l'aspetto figurativo, poi, l'icona costituisce il passaggio qualitativo dal "segno" al "simbolo"». Un'icona non potrebbe mai essere dipinta da un ateo: «Assolutamente - conferma Maria Lucia Alemanno - già nella preparazione degli strumenti e dei materiali si ripercorre un vero e proprio rito, perché l'icona è un riflesso del cosmo di cui ripropone la perfezione, un tempio alla cui costruzione concorre tutto il creato: l'uomo, gli animali, i vegetali, i minerali, con la terra, l'aria, l'acqua e il fuoco, in un equilibrio misterioso in cui tutto è trai sformato e offerto affinchè il Bello possa esprimere il Vero». Alla domanda se le icone moderne possono tenere il passo con le antiche rispondono tutti con poche parole. «Il senso dell'icona è semplice e universale: l'icona è un mezzo di preghiera», dice don Luigi; «non c'è nostalgia del passato, nelle icone. Sono pennellate di luce», ribadisce Antonio De Benedictis. E le splendide immagini che li circondano testimoniano la veridicità delle loro affermazioni. di R.P. |
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