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 Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di lunedì 4 luglio 2005

Brutta avventura per una bambina in vacanza nella marina con i familiari. La piccola, ricoverata a Copertino, ora sta bene

Otto anni, cade dalla giostra e si trancia un dito: riattaccato

 

VEGLIE - Una tranquilla serata estiva ha rischiato un'evoluzione drammatica per una bimba di otto anni, in vacanza a Porto Cesareo con zii e cuginetti. La piccola (di cui non riferiamo il nome) cadendo da una giostrina ha avuto tranciato il dito mignolo del piede destro, ma le è stato reimpiantato grazie sia alla tempestività dell'equipe sanitaria dell'ospedale di Copertino che alla lucidità degli occasionali soccorritori. Un'avventura che dopo poche ore i familiari possono raccontare con animo più sereno.

Tutto è iniziato poco dopo le 21 di sabato, all'interno del parco Alaska di Veglie, dove la bimba era andata sotto lo sguardo vigile degli zii. Loro da dodici anni scendono in riva allo Jonio per trascorrervi un breve periodo di vacanza, vengono dalla provincia di Avellino e sono affascinati dai luoghi. Ora lo saranno anche per l'efficienza della sanità salentina e per la spontanea partecipazione della gente, che l'altra sera ha condiviso i momenti di angoscia. La bimba stava giocando sulle giostrine del parco insieme ad altri coetanei festanti, un salto da un'altalena al cavalluccio, dalla pertica alla "tombolina", quando è stata vista cadere in terra. E' stata subito aiutata da Elio Tafuro e Walter De Simone, entrambi abitanti a Trepuzzi, al parco con le rispettive famiglie per trovare un po' di refrigerio alla calura e far giocare i propri figli. La bimba sembrava lievemente ferita alla gamba destra, non si lamentava, neppure piangeva, qualche escoriazione e nulla di più, quando pochi istanti dopo ha iniziato a perdere copiosamente sangue dal piedino. Ben presto i due soccorritori si sono accorti con sgomento che il quinto dito del piede
le mancava, tranciato di netto dalla giostrina secondo una dinamica che non è stato possibile appurare. I due zii hanno cercato di confortare la piccola, che in breve ha iniziato ad avvertire un lancinante dolore all'arto, mentre l'auto di un altro soccorritore si disponeva per trasportarla al più vicino ospedale, quello di Copertino.

Elio Tafuro e Walter De Simone hanno capito subito che andava trovato e recuperato anche il mignolo perduto nel prato ormai buio. Aiutandosi con torce accendini e persino con la luce dei telefonini hanno prima circoscritto l'area, impedendo che il mignolo fosse accidentalmente schiacciato, e poi hanno setacciato palmo a palmo il perimetro intorno alla giostrina: è stata la moglie di Tafuro, Stefania, a individuare il dito. Immediata la corsa in ospedale, pre-allertato da una telefonata al 118 e da qui al reparto di ortopedia.

Nel giro di pochi minuti il dottore Andrea D'Ercole era già in sala operatoria per l'intervento che ha permesso di riattaccare il dito. «Siamo grati ai medici, ai soccorritori e a tutte le persone che ci sono state vicine» ha detto lo zio della piccola vittima che in nottata ha potuto abbraciare la madre giunta precipitosamente da Avellino.

di M.D.M.

La gratitudine dei parenti

«Grazie al chirurgo, tutto perfetto»

 

«Tutta l'equipe sanitaria è stata di un tempismo e di una  professionalità eccezionali, siamo grati a loro e a quei soccorritori che hanno evitato il dramma».

Lo zio della piccola di 8 anni, originari dell'Irpinia e in vacanza a Porto Cesareo, esprime gratitudine per l'esito di una vicenda finita bene.

«Il chirurgo era pronto già pochi minuti dopo il nostro arrivo,  mentre la nostra nipotina veniva amorevolmente assistita da altro personale dell'ospedale di Copertino. Adesso sta bene, si lamenta un pò ma è  consapevole di quel che è successo: abbiamo temuto il peggio - dice - quando abbiamo visto perdere tanto sangue».

Il chirurgo, il dottor Andrea D'Ercole, tenta con umiltà di spegnere la gratitudine: «Per noi è quasi routine, non ho assolutamente fatto nulla di più di quanto viene normalmente effettuato in ospedale» commenta.

Il reimpianto del dito è stato compiuto intorno a mezzanotte ed è durato trenta minuti: «La bimba sta bene e questo è il risultato che conta. Probabilmente dovrà essere sottoposta ad un altro intervento - spiega - ma sono alte le possibilità che possa recuperare la funzionalità del quinto dito».

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