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Dal Nuovo Quotidiano di Puglia e da La Gazzette del Mezzogiorno di martedì 22 febbraio 2005

dal Nuovo Quotidiano di Puglia del 22/02/05

L'ordigno non è scoppiato solo per un caso, lo ha ritrovato il proprietario del negozio ieri mattina. Mistero sul movente 

Un chilo di esplosivo contro una pescheria

VEGLIE - Un avvertimento più che un attentato vero e proprio, firmato con polvere da sparo. Un chilo, per l'esattezza, che se fosse esploso avrebbe fatto un gran botto. Nel mirino, la pescheria "Sapore di mare", in via Madonna dei Greci a Veglie, di proprietà di Dario Conte, commerciante trentaquattrenne originario di San Pancrazio, in provincia di Brindisi, e residente con la moglie e i due figli a Porto Cesareo.

Qualcuno, nella notte tra domenica e lunedì, ha piazzato un ordigno di fattura rudimentale per terra di fronte alla saracinesca dell'ingresso dell'esercizio, in una  zona solitamente trafficata a tutte le ore, particolare questo che però non ha assolutamente bloccato gli attentatori. È bastato poco, qualche minuto, giusto il tempo di lasciare lì la bomba, dar fuoco alla miccia e sparire.

Nessuna esplosione, però. Difficile dire se si sia trattato di una fortunata coincidenza o sia stato fatto intenzionalmente, al solo fine cioè di intimorire più che di danneggiare pesantemente la vittima. A rinvenire il pacco esplosivo è stato proprio Dario Conte, ieri mattina intorno alle 6.45.

L'uomo era appena arrivato a Veglie da Porto Cesareo, da solo; avrebbe dovuto aprire la pescheria ma ha trovato la brutta sorpresa ed ha quindi immediatamente dato l'allarme chiedendo l'intervento dei carabinieri.

A questi ultimi il compito di stabilire l'esatta composizione dell'involucro. Si trattava di una bottiglia di plastica, tagliata a metà, contenente circa un kg di polvere da cava, completamente avvolta da nastro adesivo da imballaggio e, nella parte superiore, una miccia semibruciata ed un detonatore. Se fosse esplosa i danni sarebbero stati rilevanti.

Difficile al momento stabilire cosa possa celarsi dietro questo gesto, sicuramente preoccupante tanto più se si considera che la vittima è una persona tranquilla. I militari della Compagnia di Campi Salentina che indagano sull'accaduto, escluderebbero quindi la pista che ricondurrebbe alla sfera personale dell'uomo. Tra le ipotesi, anche rivalità maturate in ambito lavorativo.

Non ancora scartata, infine, anche la matrice estorsiva per quanto il commerciante abbia dichiarato di non essere mai stato fatto oggetto di minacce di alcun genere.

di Fabiana Pacella


da La Gazzetta del Mezzogiorno del 22/02/05

La pescheria si salva per un «miracoloso» imprevisto

Una bomba sull'ingresso ma la miccia si spegne
 

VEGLIE - La miccia si spegne e l'attentato è scongiurato. E' accaduto la notte scorsa in via Madonna dei Greci, nel centro di Veglie, dove i malviventi avevano sistemato un ordigno rudimentale realizzato con un chilo di polvere da cava pressato in un barottolo di alluminio, con tanto di detonatore e miccia. Che dopo aver acceso, si è però spenta da sé, scongiurando appunto l'esplosione.

Nel mirino dei malviventi, era finita la pescheria di proprietà di Dario Conte, un giovane pescatore nativo di San Pancrazio Salentino ma da tempo residente nella marina di Porto Cesareo. La bomba era stata collocata a ridosso dell'ingresso costituito da una grande porta a vetri, e se non è esplosa non dev'essere stato solo perché la miccia si è spenta, ma perché disturbati da chissà chi o che cosa, gli attentatori hanno dovuto abbandonare il campo, senza poter per questo riaccenderla.

La scoperta del mancato attentato è stata fatta ieri mattina a prima ora dallo stesso pescivendolo, che ha subito richiamato sul posto i carabinieri. L'ordigno è stato così rimosso e le indagini avviate. A quanto è dato di sapere, domandato sul possibile movente della vicenda, l'uomo avrebbe risposto di non saperselo affatto spiegare, né di aver ricevuto minacce dal racket delle estorsioni.

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