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Dal Nuovo Quotidiano di Puglia e da  La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 25 aprile 2006

dal Nuovo Quotidiano di Puglia del 25/04/06

La donna gestiva un fiorente traffico di connazionali che entravano col visto turistico: denunciata

In mano ad una donna il traffico delle badanti

Il businnes di Anna la polacca: 200euro al mese per ogni clandestina piazzata

VEGLIE - Gestiva, alla stregua di un ufficio di collocamento ben avviato, un vero e proprio traffico di badanti di origine polacca per anziani e bambini. La donna, Anna di 58 anni, anche lei polacca, residente a Veglie, è stata denunciata dai carabinieri.

Le indagini furono avviate lo scorso mese di marzo in seguito all'incendio di un'abitazione di Sannicola in cui perse la vita un'anziana disabile che aveva come badante una giovane polacca. L'interrogatorio della badante di Sannicola portò all'individuazione di Anna, la quale, tra l'altro, pretendeva 200 euro al mese dalle ragazze alle quali trovava lavoro.

 

Duecento euro per ogni badante. Al mese. Per un giro di circa 20-25 ragazze alla volta. E' stata individuata la persona che gestirebbe illegalmente gran parte del business delle badanti straniere. I carabinieri della stazione di Sannicola hanno denunciato la 58enne polacca Angela W., conosciuta come "Angela delle badanti", residente da tempo a Veglie dove viveva con un uomo di 84 anni deceduto un paio di settimane fa. La donna è stata denunciata per violazione della legge Biagi in materia di intermediazione di lavoro nero in favore di cittadini stranieri, ma rischia di finire indagata anche per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina se dovesse trovare conferma che oltre alle sue connazionali avrebbe piazzato nella case dei salentini anche ragazze rumene: se le prime possono entrare liberamente in Italia, le altre hanno invece bisogno del permesso di soggiorno perché la Romania non fa parte dell'Unione europea.

L'indagine ha preso spunto dal decesso di Agata Pisanello, 84 anni, trovata la notte del 10 marzo scorso carbonizzata nel letto della sua abitazione di Sannicola e priva dell'assistenza della badante polacca Aneta Makula, 20 anni. La giovane badante fu arrestata per abbandono di incapace ed omicidio colposo, ma le indagini andarono oltre il fatto specifico per accertare anche in che modo la Pisanello ed i suoi parenti fossero riusciti ad averla alle loro dipendenze.

La Makula farebbe parte della squadra di "Angela delle badanti", lei come le sue connazionali sarebbe arrivata su uno dei pullman che la domenica pomeriggio giungono dalla superstrada per Brindisi e fanno sosta all'ingresso di Lecce: arrivano in circa 20-25 alla volta, hanno stabilito gli investigatori, e tre-quattro di esse avrebbero ogni volta preso posto sull'auto di Angela W. per essere condotte presso le famiglie salentine bisognose di una badante. Ad anziani e parenti sarebbero state presentata quattro ragazze alla volta, a loro la scelta: in base all'età, dai 20 ai 40 anni, e soprattutto alla fiducia che ispirerebbero. Al momento, si intende.

Per restare a disposizione 23 ore al giorno, con un'ora di pausa dalle 17 alle 18, la tariffa sarebbe stata fissata a 600 euro al mese, ma se la ragazza fosse stata in grado di parlare italiano il cachet sarebbe aumentato di altri 200 euro. Alla intermediaria in ogni caso sarebbero spettati sempre 200 euro, a volte le ragazze li avrebbero dovuti versare in anticipo e per questo sarebbero state costrette a chiedere prestiti alle famiglie che le ha assunte.

L'indagine ha fatto emergere due aspetti che solo apparentemente sarebbero in contraddizione: i carabinieri hanno scoperto otto badanti irregolari che sarebbero state fornite da Angela W. ad Aradeo, Galatina, Galatone, Sannicola ed Alezio. Ma d'altro canto, lo hanno detto nella conferenza stampa di ieri il capitano Domenico Barone (comandante della Compagnia di Gallipoli) ed il maresciallo Luca Russo (comandante della stazione di Sannicola), i casi sarebbero molti di più. La difficoltà di farli emergere sarebbe dovuta alla scarsa collaborazione sia delle badanti che delle famiglie, le prime timorose di perdere il lavoro e le altre di subire sanzioni  amministrative per aver tenuto alle dipendenze personale "in nero". Ma anche per un presunto timore reverenziale nei confronti di Angela W.

L'indagine continuerà ora con il coordinamento della Procura, ieri i carabinieri hanno depositato l'informativa: pur con tutte le difficoltà incontrate, non disperano di far emergere altre irregolarità.

di E.M.


Poche regolari e tante clandestine. Arrivano dall'Est

 

VEGLIE - Fare la badante è un'occupazione molto particolare, bisogna avere un'innata disponibilità e tanto amore verso il prossimo, altrimenti è un mestiere difficile. Il più delle volte, si diventa badanti per caso. Soprattutto per necessità, perché lo stipendio non basta più per coprire le spese, perché in famiglia i problemi sono tanti, perché, di questi tempi, è sempre più difficile trovare un lavoro. Il fenomeno delle badanti, conosciuto in tutta la nostra penisola, ma ormai cresciuto a dismisura anche nel Salento e in tutta la Puglia, si è sviluppato per una serie articolata di ragioni. In estrema sintesi, potremmo dire che queste lavoratrici - e usiamo il genere femminile perché sono quasi tutte donne - vanno incontro ai bisogni di una famiglia che, in questi anni, ha subito profonde trasformazioni nei propri ruoli e che vede la donna-madre-figlia-nuora sempre più impegnata nel mondo del lavoro e, dunque, non più in grado di badare ai propri cari soli o bisognevoli di cure.

In questo fenomeno, peraltro, non va sottovalutato il fatto che tutte le indagini di opinione e le ricerche statistiche affermano che gli anziani - potendo scegliere - non andrebbero mai in una casa di riposo (pur essendo queste ultime cresciute in maniera vertiginosa, solo a Novoli, ad esempio ce ne sono ben 11), ed è probabile che anche la lievitazione dei costi in termini di rette (il costo medio in una casa di riposo si aggira tra i 1.500- 2.000 euro mensili) incentivi la ricerca di soluzioni meno onerose e sentite come più rispettose per gli anziani. Dunque un welfare privato, quello delle badanti, che dunque aiuta enormemente la domiciliarità e, allo stesso tempo, le finanze delle famiglie, in termini di risparmio.

Ma quante sono le badanti in Italia? Tutte le rilevazioni tendono ad aggregare colf e assistenti domiciliari come fossero un unico soggetto.  Secondo i tre sindacati confederali di categoria sono circa 1,5 milioni, ma forse si tratta di una stima esagerata. Le statistiche sulla regolarizzazione degli stranieri elaborate dalla Caritas su dati del ministero dell'Interno segnalano un flusso di 341 mila tra colf e badanti nel solo 2003, il doppio rispetto a quante ce n'erano solo tre anni prima. In tutto, le badanti, tra straniere e italiane, regolarizzate e al nero, non dovrebbero superare il mezzo milione. Tre badanti su quattro sono coniugate, ma solo il 15% vive in Italia con la propria famiglia. La metà ha superato i 40 anni, il 16% i 50. La scolarizzazione è elevata: il 18% è laureata, il 40% ha un diploma di scuola media superiore, molte sono infermieri professionali e ci sono anche donne laureate in medicina. E' molto più remunerativo fare l'aiutante domiciliare in Italia che il medico in Ucraina o Bielorussia.

Il loro obiettivo? Risparmiare per tornare nel Paese d'origine e comprarsi una casa. La loro condizione in Italia potrebbe essere definita come una servitù di passaggio: orari lavorativi estesi che spesso coprono tutta la settimana tranne qualche ora di libera uscita la domenica. In parole povere, una manodopera qualificata, ma altamente flessibile negli orari e nelle mansioni, che lavora a tempo pieno e costa dai 900 nel Nord ai 600 euro nel Mezzogiorno.

Il problema, però, è un altro. Il problema è che, accanto al flusso di badanti regolari, entrate in Italia con un permesso di soggiorno che consente loro di trovarsi un lavoro stabile, c'è tutto un mondo sommerso di persone reclutate attraverso un passaparola, che usufruiscono di permessi di soggiorno temporanei (il cosiddetto visto turistico) e che riescono, grazie ad un modello organizzativo basato per lo più su due-tre persone anche appartenenti allo stesso nucleo familiare ed intercambiabili nel corso di un mese, ad assicurare un'assistenza prolungata senza il rischio di incorrere in particolari sanzioni. Certo, scegliere di assumere una badante arrivata in Italia con un permesso di soggiorno turistico può essere un rischio, ma che le famiglie corrono perché è la soluzione più economica per le loro tasche. Quando si è fortunati si riesce a trovare una badante che poi diventa di casa. Non sempre è così e allora può capitare di imbattersi in persone disattente e poco affidabili.

Per cercare di regolamentare il fenomeno, il difensore civico della Provincia, onorevole Giacinto Urso, mesi fa ha proposto, all'assessore alle Politiche attive del lavoro, Mario Pendinelli, un Albo nazionale e provinciale per badanti con permesso di soggiorno. Anche un modo per regolarizzare la materia e togliere di mezzo intermediari fastidiosi e mai disinteressati.

di M.Claudia Minerva


da La Gazzetta del Mezzogiorno del 25/04/06

Denunciata una polacca

Un «collocamento» per le badanti Ma finisce nei guai

 

VEGLIE - Nella sua abitazione di Veglie aveva messo in piedi una sorta di agenzia di collocamento, rigorosamente abusiva, alla quale si rivolgevano le connazionali in cerca di un lavoro da badante. Ma i carabinieri della Stazione di Sannicola l'hanno scoperta e denunciata per esercizio abusivo dell'attività di intermediazione. Si tratta di una cittadina polacca di 58 anni, A. W., da anni sposata con un salentino e residente a Veglie.

Stando agli accertamenti svolti dai militari unitamente ai colleghi della Compagnia di riferimento, quella di Gallipoli, per ogni sistemazione, la donna riceveva un compenso di alcune centinaia di euro. Sulla scorta delle dichiarazioni messe a verbale dagli uomini dell'Arma, una delle otto badanti identificate avrebbe ammesso di aver pagato però solo 100 euro. Quali che siano stati gli introiti, l'anziana cittadina polacca è comunque finita nei guai con la giustizia, e le indagini sul suo conto sono ancora in corso per verificare il suo vero giro di affari, che presumibilmente, con l'intervento dei carabinieri, deve ritenersi finito.

Le indagini che hanno portato alla sua identificazione, sono state avviate sulla scorta delle dichiarazioni fornite agli stessi militari della stazione di Sannicola, dalla giovane badante polacca, arrestata all'inizio dell'anno per la morte dell'anziana pensionata che la retribuiva per assisterla notte e giorno. Indagando anche in rapporto alle modalità del suo ingresso in Italia, gli investigatori hanno appreso che grazie a un permesso di soggiorno aveva potuto varcare il confine, e che una volta giunta a Lecce, si era incontrata con un'amica, che le aveva fatto il nome della connazionale abitante a Veglie, che sicuramente le avrebbe trovato una sistemazione lavorativa.

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