Ancora tragedie sull'asfalto Con la moto contro un camion: muore una guardia giurata L'impatto a Guagnano: Mirco Caputo, la vittima, era di Villa Baldassarri con origini vegliesi
Si è sentito solo un botto, nella calura di un pomeriggio estivo e poi un corpo riverso sull'asfalto, vicino ad una motocicletta. Mirco Caputo 25 anni, guardia giurata di Villa Baldassarri - frazione di Guaganano, però respirava ancora, era vivo. Avrebbe corso ancora, per l'ultima volta, contro il tempo ed una sorte forse già segnata, con la forza e la tenacia della sua giovane età, fino alla fine. Arrivata dopo le 17. Il ragazzo è solo l'ultima vittima delle strade nel Salento, un questo luglio che non è iniziato sotto i migliori auspici. Alle 16.20 Mirco Caputo, da tempo in servizio presso l'Istituto di vigilanza "De Iaco Security and Investigation", si stava recando a Campi, aveva da poco lasciato casa, un'abitazione al civico 10 di via Brunetti dove vive con la mamma (originaria di Veglie n.d.Vn.) e papà Antonio, professore, per raggiungere la sua fidanzata a Campi. Era in sella alla sua moto, l'ultima acquistata circa 4 mesi fa, una Yamaha 1000, e pare indossasse anche il casco. Non è servito. Alle spalle della strada provinciale 7 Ter, a poca distanza da un ristorante e dal cimitero di Guagnano, all'incrocio tra via Umberto I e via Rosari è accaduto il peggio. Un incidente banale, almeno nella dinamica. Tutt'altre invece le conseguenze. C'era un camion, un Wolkswagen Q35, uscito da una stradina poderale. Alla guida Mario Colaci,41 anni, di Guagnano. L'uomo pare abbia sentito un botto, sulla destra. Chissà. Poi Poi quella moto e quel ragazzo a terra. Ancora da chiarire la dinamica dell'incidente, al vaglio dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Campi. Non è chiaro se il centauro sia caduto malamente nell'intento di evitare l'autocarro o se sia andata diversamente. Di certo, purtroppo, solo l'esito, inappellabile. E' stato lo stesso camionista, sotto choc, a chieder aiuto attivando la macchina dei soccorsi. In via Umberto I poco dopo sono giunti gli operatori del "118" dell'ospedale di Campi, volontari del Ser di Veglie. Tutti loro conoscevano bene Mirco Caputo che prestava servizio proprio allo stesso nosocomio. Lo hanno visto lì, caricato in fretta in ambulanza, e sono cori via a sirene spiegate verso il Vito Fazzi di Lecce. Mirco parlava ancora, il cuore gli batteva ancora perchè no si voleva fermare. E parlava, parlava con un filo di voce. Un amico gli teneva la mano, l'altro invece col piede sull'accelleratore ha ingoiato un chilometro dopo l'altro, il medico a bordo, l'infermiera era con lui. Una grande squadra, come sempre. Stavolta coinvolta in prima persona, sempre e comunque però in prima linea. Poi l'arrivo al pronto soccorso a Lecce che Marco aveva ancora gli occhi aperti. E' stato il suo ultimo saluto alla vita per poi abbandonare le armi sul campo. E la morte se l'è portato via. I massaggi disperati degli amici non hanno potuto nulla. Trauma toracico, il verdetto. Poi la chiamata terribile ai familiari, il trasferimento all'obitorio e tutto ciò che in questi casi si deve fare, comunque. di f.p. |
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