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Da La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 12 novembre 2006

Il paese sotto choc per una serie di episodi accaduti ad un uomo sposato e padre di famiglia. E si grida al miracolo

Impiegato con le «stigmate». È mistero

Sviene in chiesa ed il corpo si ricopre improvvisamente di piaghe al torace e alle mani

VEGLIE - Le stigmate sono senza dubbio tra i misteri più antichi della religione cristiana. Se i segni, poi, si verificano in una piccola cittadina, lasciano l’intera popolazione completamente senza fiato. Esattamente quanto sta accadendo a Veglie, che da mesi ormai assiste fra la meraviglia e lo stupore al fenomeno di cui è protagonista un uomo, che può mostrare sul corpo l ferite inflitte a Gesù Cristo durante la crocifissione.

A.M., queste le sue iniziali, è una persona semplice, dalla forte spiritualità e da una inflessibil devozione religiosa. La sua vita è come quella di tante altre: impiegato statale, sposato e padre di una figlia. L’eccezionalità è in quelle ferite. Le sue mani mostrano i segni dei chiodi che avrebbero trafitto gli arti di Gesù in croce, e una ferita al torace è lì a ricordare le conseguenze della lancia del centurione romano sul petto di Gesù morente.

«Eravamo seduti accanto in chiesa, per la messa del pomeriggio, quando l’ho visto cadere - racconta una donna, testimone dell’evento - All’improvviso, l’ho visto ricoprirsi di un sudore freddo. Sulla fronte c’era una lunga ferita verticale, da cui ha cominciato a fuoriuscire sangue. Gli ho guardato le mani, e anche lì c’erano due tagli, di forma circolare, sanguinanti. Una ferita simile gli attraversava il petto».

La donna trema mentre snocciola il suo racconta. Ripercorre con la mente tutti gli istanti di quel momento. Si ferma un attimo e poi continua: «Impauriti di quanto visto, io ed altri parrocchiani abbiamo chiamato il parroco, perchè anche lui vedesse quello che stava accadendo. Insieme abbiamo alzato da terra l’uomo, che era come in trance. Tremanti - racconta ancora la donna - ci siamo accorti che sulla camicia, proprio in corrispondenza del petto, c’era una vistosa macchia di sangue. Un uomo, temendo che potesse essergli accaduto qualcosa di grave, gli ha sollevato la camicia e ha visto che aveva una ferita all’altezza del costato, da cui fuoriusciva sangue. Prima che quel signore riprendesse conoscenza sono trascorsi alcuni minuti. E anche dopo le ferite erano ancora ben visibili sul corpo».

A quanto è dato di sapere, Don Amelio De Filippis, parroco della chiesa di Santa Irene in cui si è verificato l’evento, immediatamente ha provveduto ad informare l’Arcivescovo Rocco Talucci sull'accaduto ed entrambi custodiscono il segreto, non pronunciandosi in merito alla vicenda. E’ risaputo che la Chiesa difficilmente si espone su argomenti di questa natura.

Intanto, nei giorni scorsi si è manifestato l’ennesimo malore dell’uomo, ma questa volta sul luogo di lavoro. Ed è dovuto intervenire anche il medico di famiglia. Identica la descrizione dei fatti, simile lo stato di trance che aveva colpito l’impiegato in precedenza. Lesioni equivalenti: una ferita lineare verticale, ferita al costato e alle mani. Dolori lancinanti, a cui l’uomo deve rispondere necessariamente con i calmanti per diminuire le sofferenze fisiche.

Le ferite, stando alle scarne indiscrezioni raccolte, si cicatrizzano dopo tre giorni e scompaiono completamente dopo sette. Fenomeni ripetuti, per quel che se ne sa, accompagnati sempre  raccontano i testimoni - da dolori insostenibili. Ma in silenzio ed in preghiera, A. M. continua a vivere normalmente la sua quotidianità.

Il mistero e soprattutto la forte fede popolare, suscitati da questi segni non ha mai consentito, fino a poco più di un secolo fa, di di studiare quali potessero essere le possibili basi biologiche di tali tipi di manifestazioni. Sulla base di ricerche condotte da esperti e studiosi del fenomeno, oggi si cerca di ridimensionare la possibile natura divina di tali segni, per ricondurli su un piano naturale, compatibili con le acquisizioni della scienza moderna.

Ma non tutte le domande hanno ancora le risposte che l’uomo attende.

di Katia Manca

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 14 novembre 2006

«Le stimmate un evento eccezionale»
 

VEGLIE - «La notizia ha colpito l’intera cittadina, è un episodio senza precedenti ». Queste le parole del sindaco Fernando Fai a proposito dell’uomo con le stimmate.

«E’ senza dubbio un evento straordinario - dice il primo cittadino - ma, come ha detto l’arcivescovo Rocco Talucci, non possiamo ancora parlare di “fenomeno”, perché non si ripete da tempo. Bisogna essere tranquilli, come la chiesa, essere cauti sull'episodio».

Intanto nella cittadina e nei paesi limitrofi la gente si interroga pensando ai segni che l’uomo, marito e padre di famiglia, per due volte ha mostrato sul proprio corpo, esattamente sulla fronte, sul petto e sulle mani.

«Chiamatelo miracolo, chiamatelo evento eccezionale, chiamatelo mistero o come più vi aggrada, ma noi eravamo presenti ed i nostri occhi hanno assistito ad un evento senza eguali, incredibile - dicono alcune donne testimoni dell’evento - Questi segni miracolosi non sono qualche cosa che la scienza non è in grado di spiegare, ma semplicemente un segno, un messaggio rivolto più agli altri che al diretto interessato».

L’episodio è stato accolto dall’intera comunità con meraviglia e stupore. Anche se sono numerose le persone che conoscono l'uomo e la sua forte devozione verso Gesù Cristo. Ed infatti A.M., queste le sue iniziali, sembra abbia sempre convissuto con le stigmate, guardando al mistero dei segni come ad un dono.

di Katia Manca

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