Dal
Nuovo Quotidiano di Puglia e da la Gazzetta del Mezzogiorno di
giovedì 18 ottobre 2007 |
dal Nuovo Quotidiano di Puglia 18/10/07
Un anziano ha patteggiato la pena
Molestie sessuali
su bimba, condannato a 24 mesi
Ha patteggiato due anni di
reclusione l'anziano di Veglie che ad agosto di due anni fa avrebbe
costretto una bambina di nemmeno otto anni a subire atti sessuali dopo
averla adescata offrendole un fico in una strada di Torre Lapillo.
Per L.D.P., 77 anni, di Veglie, il collegio dei giudici della prima
sezione penale composta da Silvio Piccino (presidente), Sergio Tosi e
Fabrizio Malagnino ha accolto la pena concordata dall'avvocato difensore
Fabio Valenti con il pubblico ministero Maria Cristina Rizzo.
Pena congrua per il collegio
giudicante, ma ritenuta troppo esigua nell'udienza dello scorso 18
luglio dal giudice per l'udienza preliminare Nicola Lariccia che per
questo rigettò l'istanza di patteggiamento e rinviò a giudizio
l'imputato.
Le accuse a carico di L.D.P. erano
state ribadite dalla bambina nell'incidente probatorio (anticipa la
costituzione di una prova del processo e viene svolto con tutte le
garanzie e le tutele del caso) svoltosi il 31 gennaio scorso. A far
ricadere sull'anziano l'accusa di violenza sessuale aggravata dall'età
inferiore ai 14 anni sono state anche le indagini svolte dai carabinieri
del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Lecce e dalla
sezione di polizia giudiziaria della Guardia di finanza distaccata in
Procura. Da questi accertamenti è emerso che l'anziano riuscì ad
avvicinare la bimba mentre con la sua bicicletta stava andando a trovare
un'amica. La fermò offrendole un fico, ma appena avrebbe avuto
l'occasione di restare un po' in disparte l'avrebbe spinta contro un
muro per tenerla ferma. Per tenerla ferma e baciarla sulla bocca. E
avrebbe anche spinto la mano sui suoi organi sessuali.
Nel processo si sono costituiti
parti civili con l'avvocato Anna Inguscio sia i genitori che la bimba
stessa. Ma il processo in sostanza non si è celebrato dopo che è stata
accolta la richiesta di patteggiamento.
da La Gazzetta del Mezzogiorno 4/05/07
Si è conclusa con un
patteggiamento la vicenda che ha coinvolto un pensionato di Torre
Lapillo
Abusò di una
bambina. Condannato
VEGLIE - Due anni per aver compiuto atti sessuali con una bambina.
Lui, un pensionato di 77 anni, ha patteggiato la pena ieri mattina
davanti al collegio della prima sezione penale, presieduta dal giudice
Silvio Piccinno. La vittima è una bambina di otto anni, residente a
Torino con i gentiori, entrambi operai, scesa nel Salento per
trascorrere un periodo di vacanza in casa dei nonni.
La vicenda risale all’estate di due anni fa. Ed è avvenuto a Torre
Lapillo, la marina di Porto Cesareo. L’anziano (L.D.P., di Veglie -
riferiamo solo le iniziali per tutelare la minore) era vicino di casa di
amica della bambina. Si era recata dalla compagna di giochi a bordo
della sua bicicletta. Con la scusa di offrirle della frutta (un fico,
per la precisione), l’anziano sarebbe riuscito ad adescarla
convincendola ad avvicinarsi. Non gli sarebbe stato difficile, poi,
spingere la piccola contro il muro e, tenendola ferma con il proprio
corpo, baciarla sulla bocca e costringerla con la forza a toccargli le
parti intime.
Di quanto accaduto nel corso dell’incontro con quell’anziano la bambina
è riuscita a confidarsi soltanto con la giovane zia. Dopo aver vuotato
il sacco, poi, è stata presentata una denuncia che ha messo in moto
l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Maria Cristina Rizzo.
Nel corso delle indagini preliminari c’è stato anche l’incidente
probatorio. Il gip Nicola Lariccia, con le garanzie del
contraddittorio fra le parti, ha disposto che la bambina fosse ascoltata
da uno psicologo. Che, alla fine, ha confermato l’attendibilità della
bambina.
La richiesta di patteggiamento era stata presentata anche in occasione
dell’udienza preliminare, ma era stata respinta dal gup. Ieri è stata
riproposta con esito differente.
L’anziano, assistito dall’avvocato Fabio Valenti, ha concordato la
condanna a due anni ottenendo il beneficio della sospensione della pena.
I genitori si sono costituiti parte civile con l’avvocato Anna Inguscio.
Per il risarcimento, essendo stata patteggiata la pena, bisognerà
avviare un procedimento in sede civile.
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