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Dal Nuovo Quotidiano di Puglia e da La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 18 gennaio 2007

dal Nuovo Quotidiano di Puglia 18/1/07

Un bimbo di 11 anni chiede l'intervento dei carabinieri

«Aiuto carabinieri, mio padre mi picchia»

 

VEGLIE - E' stato la stessa vittima delle percosse, un bambino di 11, picchiato dal padre, ad avvisare i carabinieri su quello che era appena successo in casa. «Aiuto sono figlio di - e il bambino ha pronunciato il nome del padre - mi ha picchiato».

In questo modo ha esordito il minore non appena il militare ha risposto al telefono. E l'intervento della compagnia dei carabinieri di Veglie non si è fatto attendere. Nella serata di martedì l'uomo, un 43enne di Veglie ma domiciliato a Porto Cesareo, padre di due bambini, vittime delle violenze in casa, è stato colto in flagranza e tratto in arresto. I minori poi sono stati portati presso l'ospedale di Copertino, dove dopo gli accertamenti sono sono state diagnosticate lievi lesioni.

Un triste episodio, di quelli che non vorremmo mai sentir parlare, consumato nelle mura domestiche. Ancor più brutto il fatto che a fare violenza sia stata la figura paterna, che invece dovrebbe dispensare affetto e dovrebbe insegnare a crescere. Triste sapere che magari il gesto folle sia stato scaturito da futili motivi, anche estranei ai figli stessi.

Coraggioso il bambino di 11 anni, che ha voluto denunciare ciò che aveva subito. Ha trovato la forza di non chiudersi, ma di parlare. Era appena stato picchiato dal suo papà, scagliatosi contro di lui e contro la sorellina, di 8 anni, in preda ad un momento d'ira.

Sarebbe dovuto essere un pomeriggio di giochi e chiacchiere allegre, per i fratellini. E' stato tutt'altro. L'esito della vicenda è un brutto ricordo per quei bambini, ferite lievi sulla pelle ed una ben più profonda nell'animo ed un arresto.

A finire in manette il padre, volto tutt'altro che sconosciuto alle forze dell'ordine e da tempo residente a Torre Lapillo, frazione a nord della marina di Porto Cesareo.

Martedì i due bambini che vivono con la mamma dovevano raggiungere il padre per passare qualche ora con lui. Così è stato. Saranno stati i giochi chiassosi dei piccoli, un momento di rabbia dell'uomo ed in quella casa al mare è stato in breve il putiferio. L'uomo ha iniziato ad urlare contro i figli e poi è passato alle vie di fatto picchiandoli. Il più grande però è riuscito a raggiungere il telefono, digitato il numero dei carabinieri della stazione di Veglie e ha denunciato «aiuto sono il figlio di..., papà ci ha picchiato», poi il pianto. I militari hanno raggiunto subito il padre e i suoi bambini. Per l'uomo sono scattate le manette con l'accusa di percocosse e lesioni personali ai danni di minori. I fratellini sono stati condotti al pronto soccorso di Copertino e poi sono stati affidati alle cure di alcuni psicologi.

di Concetta De Castro


da La Gazzetta del Mezzogiorno 18/1/07

Si fa luce su un dramma familiare

«Papà ci picchia» E lo fanno arrestare

 

VEGLIE - «Aiuto, sono il figlio di... Papà ci ha picchiato, venite». La richiesta di soccorso, fatta pervenire l’altra sera al numero d’emergenza «112», era di un bambino di otto anni, che picchiato assieme al fratello di 11 dal proprio genitore, non sapendo a chi rivolgersi, dal momento che si trovava in un’abitazione isolata della marina di Sant’Isidoro, aveva appunto telefonato agli uomini dell’Arma. Dalla stazione vegliese, messa in allerta dalla centrale operativa della Compagnia di Campi Salentina, sono così accorsi i carabinieri, che nel frattempo avevano informato dell’accaduto la mamma dei due bambini, che separata dal marito, vive a Veglie.

Una volta giunti a destinazione, i militari hanno trovato padre e figli che si guardavano in cagnesco, e dalla viva voce di questi ultimi hanno appreso che il loro papà li aveva appunto picchiati, a quanto pare per futili motivi, in parte collegati anche alla separazione dalla madre.

Come che sia, i ragazzini sono stati presi in consegna dagli uomini in divisa, che poco dopo li hanno consegnati alla madre, mentre il padrone di casa, un operaio di circa 40 anni, è stato accompagnato negli uffici della caserma di Veglie. Dove d’intesa col magistrato di turno, il sostituto procuratore Imerio Tramis, è stato dichiarato in arresto, e con le accuse di percosse e lesioni personali, trasferito nel carcere leccese di borgo san Nicola.

Per le botte ricevute, i due fratelli erano stati nel frattempo accompagnati in ospedale, a Copertino, dove li aspettava la loro mamma. Medicati e soprattutto tranquillizzati, nella stessa serata sono stati dimessi ed hanno potuto così fare rientro a casa assieme alla madre.

A quanto è dato di sapere, già in passato, i ragazzini erano stati malmenati dal padre, ogni volta per futili motivi. E per questo, già in passato, l’uomo era stato denunciato a piede libero per maltrattamenti in famiglia.

 

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