dal Nuovo Quotidiano di Puglia del 6/10/07 Famiglia e amici disperati per la morte di Danilo «Papà esco, non vengo a cena». Poi lo schianto che lo ha ucciso
VEGLIE - «No adesso non ce la faccio per 'il caffè. Ci vediamo stasera dai, andiamo a fare un giro». Così Danilo Tarantino giovedì mattina aveva detto all'amico Mimmo Saponaro, incontrato per strada a Veglie. Non sapeva Danilo che quella giornata per lui avrebbe avuto una fine terribile, che si sarebbe interrotta contro un muro di cinta sulla Veglie-Carmiano. A soli 25 anni. Non lo sapeva, ne lo poteva immaginare. Nessuno. E tutto lo sgomento è sintetizzato nello striscione appeso di fronte alla casa in cui Danilo viveva con papà Giuseppe e con la madre in via Machiavelli, a Veglie. «Non si può credere che tutto finisca in un attimo». Questo hanno scritto gli amici del ragazzo che subito dopo aver appreso della tragedia consumatasi intorno alle 19.00 di giovedì hanno letteralmente presidiato quella casa. Silenziosi, in lacrime, tantissimi fermi lì a vegliare il sonno del 25enne la cui salma è stata restituita alla famiglia ieri mattina. Lì a lanciare un messaggio, a far capire a quella madre distrutta che suo figlio era uno di loro, un bravo ragazzo membro di quell'allegra e sana tribù. «Avrebbe sistemato a breve la sua nuova casa con delle modifiche a quella dei genitori - racconta Mimmo Saponaro, l'amico di Danilo - giovedì sera in lacrime suo padre mi diceva che avevamo tardato a preparare il progetto, dandosi quasi delle colpe assurde, insensate... è stato atroce». Danilo aveva due fratelli maggiori, Davide di 30 anni e Tonio di 28, entrambi sposati, abitavano tutti lì vicino e tutti portavano avanti da sempre l'azienda di famiglia, intestata proprio al 25enne, specializzata in pitturazioni e lavori edili. Lavorava, Danilo, lo aveva sempre fatto. Da un po' frequentava un corso di informatica, unica libertà qualche serata con gli amici, unico vezzo quei capelli portati sempre lunghi e tagliati solo qualche mese fa. «Lo ricordo bene - continua Mimmo - mi aveva detto sorridendo, qualche ora prima, che non aveva tempo per un caffè e poi aveva anticipato al padre che non sarebbe tornato a cena perché sarebbe stato con me... non posso credere che sia finita così...». Cosa sia accaduto su quella strada ancora è presto per dirlo. Danilo si è schiantato da solo con la sua Punto. Qualcuno presume un guasto tecnico alla macchina, il semiasse posteriore infatti pare fosse spaccato in due e c'erano tracce di olio per terra molto prima del luogo dell'impatto. I funerali di Danilo Tarantino saranno celebrati oggi alle 15.00 presso la parrocchia dei Santi Giovanni e Irene, a Veglie, da don Amelio De Filippis. di Fabiana Pacella da La Gazzetta del Mezzogiorno del 6/10/07
Oggi i funerali
di Danilo VEGLIE - Si terranno questo pomeriggio (sabato 6 ottobre 2007) alle 15, nella chiesa madre di S. Irene, i funerali di Danilo Tarantino, il ragazzo di 25 anni, di Veglie, morto l’altra sera in un terribile incidente stradale lungo la provinciale Carmiano-Veglie. In un pomeriggio di calura estiva attorno all’abitazione della vittima in via Masaniello, si sono radunati i numerosissimi amici di Danilo, tra le lacrime e lo strazio dei parenti. «Non ci sembra vero, sembra l’inizio di un incubo dal quale ci si potrà risvegliare», dice uno dei suoi amici. Uno striscione appeso dai ragazzi di fronte alla casa della vittima recita: «Accade in un solo momento ciò che non vorremmo mai». Danilo stava percorrendo la provinciale per recarsi alla scuola di ballo, una delle sue grandi passioni. dal Nuovo Quotidiano di Puglia del 7/10/07 Tanta gente ai funerali Lacrime, fiori e tanti colori per l'estremo addio a Danilo
VEGLIE - Fiori, colombe, striscioni, colori. Soprattutto colori, questo il filo conduttore dell'ultimo saluto, il più difficile, a Danilo Tarantino, il 25enne di Veglie che giovedì sera ha perso la vita in un terribile schianto all'ingresso di Carmiano. Difficile dire in quanti fossero ieri ai suoi funerali, parenti, amici, semplici cittadini che hanno voluto accompagnarlo nel tragitto dalla casa di via Machiavelli alla parrocchia dei Santi Giovanni e Irene. Giovani, soprattutto, quelli che hanno invaso le strade, riempito la chiesa fino a farla sembrare piccolissima riversandosi così nello spiazzo antistante. Alle 15 il feretro del ragazzo ha varcato la soglia di casa, lì di fronte quattro grandi striscioni, altri per le vie del paese, alcuni davanti alla parrocchia. Ma soprattutto due colombe bianche in volo e tanti tanti palloncini rossi, gialli e verdi, come i colori della Giamaica, paese di cui Danilo amava usi e costumi, mode come quella di portare lunghi i capelli. E lui la sua chioma l'aveva portata sulle spalle fino a qualche mese fa. Nell'omelia di don Amelio De Filippis la richiesta di una forza ulteriore, spirituale, per andare avanti. Ed una preghiera proprio a Danilo, a quel ragazzo che aveva arricchito di gioia e semplicità ogni giorno dei suoi 25 anni, mettendoci per così dire "colore". «Danilo continua a dare colore a noi, da lassù, a noi che affrontiamo questa vita», le parole del sacerdote. Tutt'intomo il silenzio, le lacrime, gli sguardi bassi. Il dolore e le domande sciolte nell'odore acre dell'incenso. di Fabiana Pacella |