Dopo il clamoroso successo di "Mentre tutto scorre" la band salentina è tornata al lavoro con Corrado Rustici I Negramaro a San Francisco per il nuovo Cd
«Sono in molti a chiedersi che fine abbiano fatto i Negramaro. Sono già arrivati a San Francisco dove completeranno l'incisione del prossimo album, il quarto della loro carriera, e sicuramente il più atteso dopo lo straordinario successo di "Mentre tutto scorre" rimasto in classifica per due anni. Ad aspettarli in America il loro produttore, il geniale e creativo Corrado Rustici, artefice anche delle carriere di Zucchero, Elisa, Bocelli e negli anni Ottanta del rilancio internazionale di Aretha Franklin. Il nuovo album, che ancora non ha un titolo ed è avvolto nel più rigoroso "top secret", uscirà quasi certamente prima dell'estate, preceduto dal primo singolo in tutte le radio. Il gruppo salentino è arrivato a San Francisco con un bagaglio di brani nuovi, di tanti testi da scegliere. «Ho pezzi per il quarto disco e anche per il quinto - aveva detto Giuliano Sangiorgi in un'intervista l'estate scorsa - stiamo facendo tanti provini e registrazioni, tra un impegno e l'altro». Ai fans non resta che aspettare ancora un po', scoprendo magari la bellissima "Maledette stelle" racchiusa nell'album d'esordio come solista di Corrado Rustici, "Decostruction of a post modern musician", uscito nell'ottobre scorso, oppure rivedendo il travolgente dvd prodotto da Mtv che contiene le immagini del concerto tenutosi al Forum di di Assago il 17 marzo, ultima gloriosa data del tour "Mentre tutto scorre". |
Anticipazione dal primo volume sulla band salentina: così cominciò la favola del rock Negramaro, mentre tutto scorre
Da bambino Giuliano Sangiorgi giocava alla rock band. Intorno ai dieci anni, si divertiva a imitare i gruppi che vedeva per televisione. Erano, gli anni a cavallo fra gli Ottanta e i Novanta. Giuliano invitava a casa sua una serie di amici musicisti in erba. Gli strumenti erano rudimentali, Il problema vero, però, era riuscire a convincere gli altri bambini a tenere il tempo. Tutto si può chiedere a un ragazzino tranne che di avere il senso delle battute, delle misure, del ritmo: quattro quarti, tre quarti e via discorrendo. Giuliano doveva risolvere la questione, altrimenti addio concertini in casa. Colpo di genio: il primo di una lunga serie. Lui si metteva al centro della formazione con la sua chitarrina al collo. Con il piede: destro e quello sinistro teneva a tiro i piedi dei compagni di ventura e li schiacciava a ritmo di musica. Risolto il problema con una sorta di metronomo umano che per i primi tempi funzionò alla grande. Giuliano cresce, insieme a Salvatore e Luigi, fratelli che condividono con lui, pazientemente, tutte le sue giovani follie. Giuliano, il più piccolo, è da sempre il creativo della famiglia. In verità i genitori, Carmelina e Gianfranco, non ostacoleranno mai la tendenza artistica e l'amore per la musica che il giovane Sangiorgi mostra fin dagli anni della prima adolescenza.
Sanremo 2005. Negramaro subito a
casa. (...) È l'edizione di Paolo Bonolis, quella dello share che gode,
degli ascolti che raggiungono numeri da brivido (almeno per gli ultimi
anni), quella della bellezza eterea (troppo forse) di Federica Felini e
del suo «zao» (ciao) tormentone della sala stampa, l'edizione di Povia e
dei bambini che fanno «oh», l'edizione dell'intervista di La sera di mercoledì 2 marzo entrano in gara gli artisti emergenti. Quell'anno Paolo Bonolis aveva inaugurato la formula a gironi: Uomini, Donne, Gruppi, Classic e Giovani, appunto. La seconda serata, quella di mercoledì, vedeva la discesa nell'arena sanremese di virgulti, più o meno teneri, della canzone italiana. A leggere i nomi in gara non ci sarebbe stata storia; si contendevano il passaggio del turno nomi come Giovanna D'Angi, il gruppo de La Differenza, Laura Bono, Enrico Boccadoro, i Concido e i Negramaro. Già nello scorrere i nomi, quello dei salentini veniva fuori forte, con tutto il rispetto per gli altri. C'era già una sorta di partito dei Negramaro, sotterraneo, fra gli addetti ai lavori. Nel pomeriggio, fra i giornalisti della grande sala stampa al secondo piano del teatro Ariston, già serpeggiavano gli «eh, ma i Negramaro sono tosti...». Insomma, la band salentina, per intenderci, faceva tendenza, citarli dimostrava una certa attenzione alle evoluzioni. Si apre il Conclave, i Negramaro vi entrano papi. La sera di mercoledì 2 marzo Giuliano e gli altri salgono sul palco e attaccano Mentre tutto scorre: un elefante pugliese nella cristalleria sanremese. Giuliano inizia a cantare. Dopo poco c'è un problema all'auricolare. Stop. I Negramaro ripetono l'esibizione. Si vota. Eliminati: doccia fredda. Dai banchi della sala stampa si leva (episodio raro) un mugugno di disapprovazione. La sezione Giovani sarà vinta da Laura Bono con Non credo nei miracoli. La Bono parteciperà a Music Farm su Raidue. Fino a oggi non ha raggiunto risultati degni di nota. Il giorno dopo l'eliminazione, ad «attributi» ancora roteanti e fumanti, la Sugar organizza un pranzo con la stampa, per la presentazione del nuovo video, girato in stile «nozze con i fichi secchi» dal regista Alessandro D'Alatri. Fra i tavoli i sei ragazzi mescolati a giornalisti musicali che arrivavano da tutta Italia. C'erano tutti: affluenza strana per un semplice gruppo eliminato per di più nella categoria dei giovani. «Era la prima volta» racconta D'Alatri, «che arrivavo a Sanremo. In quella edizione del Festival della Canzone Italiana i Negramaro furono fatti fuori al primo colpo. Si vide subito che erano evidentemente più efficaci e bravi degli altri, ma dopo la prima votazione andarono a casa. Caterina Caselli era disperata. Non tanto perché erano stati fatti fuori, ma soprattutto perchè nella prima settimana avevano venduto solo sessanta o settanta cd. Un disastro. Caterina mi disse: "Alessandro, con tutto quello che abbiamo speso di soldi, con tutti gli investimenti che abbiamo messo in campo per i ragazzi non può andare così". Le risposi: "È la storia del mio film, Caterina: il talento nel nostro Paese non viene riconosciuto. Lasciamo decidere al pubblico, se il pubblico avrà la possibilità di sentire questa musica, di ascoltarla bene, la amerà"». di Lucio Palazzo |
Cresce il successo dell'album "La Finestra" e del libro di Lucio Palazzo Negramaro Story Due chitarre con i piedi. Sono Giuliano Sangiorgi ed Ermanno Carlà, rispettivamente voce e basso dei Negramaro, nelle parole del regista Alessandro D'Alatri. Erano i tempi in cui i due, chitarre in spalla, andavano alla ricerca di uno spiraglio per far giungere al mondo emozioni tradotte in musica. Era prima della clamorosa esclusione da Sanremo del 2005 che, come vuole una curiosa tradizione, avrebbe poi segnato l'inizio della scalata al successo. Potrebbe benissimo sembrare un romanzo a lieto fine il libro "Negramaro. Storia di sei ragazzi" edito da Aliberti e scritto dal giornalista, 33enne pugliese di Bisceglie, Lucio Palazzo. Invece è la cronaca - vera ma così bella da sembrare inventata - di come Giuliano Sangiorgi, Ermanno Carla, Danilo Tasco, Andrea Mariano, Emanuele Spedicato e Andrea "Pupillo" De Rocco - siano passati, nel volgere di un paio di stagioni, dal suonare nei pub della provincia leccese per poche centinaia di euro, al palco dell'Ariston e all'affermazione in Europa come rock band di talento e di successo. La storia ha la voce del regista Alessandro D'Alatri, del cantante Caparezza, del guru del suono Corrado Rustici, dello showman Fabio Volo, della produttrice Caterina Caselli e degli stessi Negramaro. Sono loro che raccontano, in una conversazione ideale, un fenomeno musicale senza precedenti in Italia. Un libro a metà tra la celebrazione del talento artistico di Giuliano Sangiorgi - capace di scrivere decine di canzoni mai banali in pochi giorni, come nel caso della colonna sonora del film "La febbre" - e il saggio sociologico, perché «la musica è metafora della società». Indaga i motivi, che hanno portato un flusso di emozioni, partito dall'estrema provincia salentina, a conquistare il mondo. L'intento programmatico dell'autore è di spiegare «come fu che un gruppo di amici, restando con i piedi inchiodati nelle loro orgogliose tradizioni forti, riuscirono lo stesso, lavorando di notte in una cantina, a costruirsi un paio di grandi ali per volare, come San Giuseppe da Copertino, ad abbracciare il loro, apparentemente irraggiungibile, grande sogno». Anche Giuliano, come il santo protettore del suo paese d'origine, ha spiccato il volo dal Salento «ultimo pezzo d'Europa prima dell'Oriente» ed ha conquistato mezzo mondo. Lo ha fatto assieme ad un solido gruppo di musicisti e amici, tutti legati alle millenarie tradizioni culturali dei Salento. Nel 1999 Negramaro partono alla conquista del mercato musicale. I ragazzi si fanno le ossa suonando ai festival, da Arezzo Wave al Tim Tour passando per un "giro" salentino e il concertone di Pasquetta a Lecce. L'incontro con la Caselli, nel 2002, produce il primo disco, "Negramaro". Da lì l'ascesa non si ferma più. Corrado Rustici "mette i semi nella testa di Giuliano" e lascia un segno di maturità nella versione riveduta e corretta del primo album, che approda nei negozi col titolo "000577". È il 2003. Anno magico in cui nasce il sodalizio con D'Alatri. Il regista sceglie, la loro "Come sempre" per gli spot celebrativi dei cinquant'anni della Rai, e poi li chiama a scrivere la colonna sonora di "La febbre". Arrivano l'invito al concertone del Primo Maggio a Roma, Sanremo, l'uscita di "Tutto scorre" - 350mila copie vendute in poco più di un anno -, la vittoria al Festivalbar, la consacrazione europea con la vittoria dell'European Music Award. Il segreto del successo? Chi conosce i Negramaro non ha dubbi; lo spirito di gruppo, l'umiltà di Sangiorgi, la passione per il proprio mestiere, l'urgenza di comunicare emozioni. Rustici mette a fuoco anche quella capacità di aggregazione tipica del sud, la "salentinità" del gruppo. «Si aiutano a vicenda da sempre. Amano attorniarsi. delle persone più care, si vogliono bene davvero e grazie a questa rete di affetti hanno trovato un equilibrio. Sono una vera band». Dopo aver letto il libro, scatta l'urgenza di passare dalla teoria alla pratica e ascoltare dal vivo questi prodigi della musica, il 16 agosto alle cave del Duca di Cavallino, tappa conclusiva del tour "La finestra". di Valeria Blanco |
La storia del gruppo in un film musicale che sarà presentato alla Mostra di Venezia
La Favola dei
Negramaro
Dal Salento a Venezia per raccontare in 90 minuti la “Favola” di un gruppo che, in poco tempo e con tanta energia, è entrato nell’olimpo della musica italiana: i Negramaro. Ancora sorprese per la giovane band che non smette di raccogliere consensi e successi ovunque. Dall’estremo Sud alla 64esima Mostra del cinema di Venezia con un film musicale presentato come evento speciale nella sezione “Orizzonti” direttamente dal direttore della mostra Marco Muller. «Dall’altra parte della luna», il titolo del rockumentary di Dario Baldi e Davide Marengo, verrà presentato domani 30 agosto al festival nello spazio Videowall di Piazzale Casinò, alle ore 19.30, alla presenza dei registi, della band e dei produttori, Caterina Caselli e Filippo Sugar. La proiezione sarà preceduta da un’esibizione acustica dei Negramaro, attesissima dai fan. La band per sette mesi è stata seguita dagli autori ovunque: dai concerti fino alla realizzazione del terzo album, «La finestra», registrato nel mitico Plant Studio di San Francisco (allo stesso microfono dove i giganti della musica internazionale hanno registrato prima di loro). Proprio dalla città californiana inizia il racconto, una storia come quella di tanti altri ragazzi, con una sola passione comune: la musica. Ricordando i loro inizi, quando cercarono di creare una sala prove in una vecchia cantina. La riscoperta dei luoghi salentini, da dove tutto è cominciato, poi ancora a San Francisco, l’aeroporto, la sorpresa di essere arrivati fin là. Sempre insieme tra sogni e paure; una forte amicizia che fa da sigillo allo strepitoso successo che contraddistingue la loro avventura. Nel film i sei ragazzi, Ermanno Carlà (basso), Andrea De Rocco (campionatore), Andrea Mariano (pianoforte e sintetizzatore), Giuliano Sangiorgi (voce e chitarre), Emanuele Spedicato (chitarre), Danilo Tasco (batteria), svelano anche segreti e curiosità. Il film inoltre sarà proiettato alle 22,30 di sabato, poi, alla stessa ora, lunedì 3 settembre, mercoledì 5 settembre e, infine, venerdì 7 alternandosi con la pellicola di Empire II di Amos Poe. Al festival anche altri film a tema musicale: “The silente bifore Bach” dello spagnolo Pere Portabella e “I'm not there ” di Todd Haynes sulla vita di Bob Dylan. di Katia Manca |
La Camera di commercio ha premiato la band salentina: «Ambasciatori del territorio» Il sole, il mare e i Negramaro
Pià spot di
così... Basta con questo Salento lu sule, lu mare e lu ientu. Invitati a ricevere un premio della Camera di commercio in quanto alfieri della salentinità nel mondo, i Negramaro danno al nutrito stuolo di fans accorso a rimirare i suoi beniamini una lezione di marketing territoriale al passo con i tempi: «Siamo un po' stanchi di questa definizione: e lli cristiani addhu stannu?». Morale (e puntura di spillo a qualcuno che deve aver storto il naso perché i Negramaro, sul palco, si esprimono in italiano, senza discese eccessive nella lingua natia): «Non è necessario cantare in dialetto per essere salentini». Meglio sarebbe insomma pensare ogni tanto anche alla sostanza, oltre che alla forma, torna in argomento Giuliano Sangiorgi, il leader del gruppo, prima di ricevere il riconoscimento decretato dalla Camera proprio a causa del contributo dato dalla loro musica alla diffusione del marchio Salento. Dare insomma prova di salentinità grazie alla conoscenza effettiva delle proprie radici: non solo in forma di vuota autocelebrazione disancorata dal retaggio culturale del territorio. Perché, dando retta a Sangiorgi, non accadrebbe forse quanto raccontato da un Alfredo Prete emozionato e pronto a negramarizzarsi (corsivo) per la foto commemorativa dell'evento (in mezzo ai Magnifici Sei, cravatta slacciata, aspetto un po' meno azzimato di quanto richiesto dal suo ruolo istituzionale): ovvero, che alcuni fans del gruppo, complimentandosi con la band, la mettessero al corrente di una notizia davvero fenomenale: «Avete visto? Siete diventati famosi, e per questo vi hanno dedicato pure un vino». Alla faccia di un vitigno che vanta millenni di storia. E anche se Prete vede il bicchiere mezzo pieno: «Un caso di promozione al contrario». Una premiazione ripresa da una selva di telecamere e telefonini, mentre i fans si accalcano dietro il tavolo della sala riunioni di viale Gallipoli. I Nostri arrivano come star consumate, godendosi la «festa semplice e tranquilla» organizzata dalla Camera di commercio per ringraziarli di quanto fatto per la promozione del Salento, «forse anche inconsapevolmente. Ma non mi si venga a dire: e che c'entrano in tutto questo i Negramaro?». C'entrano, «anzi c'azzeccano», dice convinto Prete, «perché, in un territorio in cui 5mila lavoratori del Tac perdono il posto, sei giovani che ce la fanno sono un messaggio positivo. Nonostante la sofferenza del luogo da cui sono partiti». Un luogo drammatico, eppure bello e suggestivo: «Abbiamo scelto la cava di bauxite di Otranto per il video dell'"Immenso", e non è un caso», gli fa eco Sangiorgi, «perché alla fine noi più andiamo avanti e più torniamo indietro». E se qualcun altro storce il naso per il nome scelto, Negramaro anziché Negro Amaro, come purezza linguistica e storica vorrebbe; «noi ce ne fottiamo: abbiamo fatto una crasi greca anche dove la crasi greca non si potrebbe fare». Stesso atteggiamento disinvolto nei confronti di chi mette in dubbio una salentinità che non parla dialetto e non suona la pizzica, concetto che Sangiorgi precisa più volte nel corso della premiazione, come a rispondere ad un anonimo interlocutore foriero di perplessità nei confronti del premio (o del successo della stessa band?): «Tutti i nostri concerti si aprono con un "Ciao beddhi", sia alle cave del Duca di Cavallino che al Forum di Assago. E, da bravi salentini, abbiamo stampato in mente il concetto di accoglienza.. Questo rimarrà anche quando andremo ad incidere dischi in spagnolo, con il nostro management salentino alla spalle», conclude Sangiorgi. «Per questo dedichiamo questo premio a tutti i salentini che fanno grande la loro terra grazie a tutte le forme d'arte. Perché si può promuovere il Salento anche senza cantare in dialetto». Applausi. di Leda Cesari |
Sangiorgi e O'Riordan cantano in duetto "Senza fiato", brano inserito nella colonna sonora del film "Cemento armato"
Giuliano & Dolores
Nuovo prestigioso duetto per Giuliano Sangiorgi, voce dei Negramaro, che dopo aver cantato con Jovanotti "Cade la pioggia" (racchiusa nell'ultimo cd, "La finestra"), si affianca ora a Dolores O'Riordan, ex Cranberries impegnata con successo dal 2003 nella sua carriera solista. Il brano del duetto è "Senza fiato", scritto dallo stesso Sangiorgi e da Dolores O'Riordan su musica di Paolo Buonvino, che ifa parte della colonna sonora di "Cemento amato", il film d'esordio di Marco Martani, sceneggiato da Fausto Brizzi, rispettivamente cosceneggiatore e regista dei due "Notte prima degli esami" (Martani è anche lo sceneggiatore di molti dei successi natalizi della coppia Boldi-De Sica). La vitalità salentina e irlandese dei due artisti si incontrano e si fondono per dar vita a un crescendo di energia particolarmente efficace per raccontare il malessere di un animo diviso tra la necessità di un amore e la consapevolezza dì esserne completamente in balia. "Senza fiato" accompagna i titoli di coda di una pellicola dal sapore squisitamente noir che vuole riscoprire la tradizione del cinema di genere degli anni Settanta italiani, traendo ispirazione anche da molta letteratura noir nostrana. Il protagonista è il Primario, un boss della nuova malavita palazzinara che contrasta l'amore tenero e romantico tra Diego e Asia. I due ragazzi hanno i volti di Carolina Crescentini e Nicolas Vaporidis, mentre il Primario ha gli occhi cerulei di Giorgio Faletti. Tra gli altri interpreti Ninetto Davoli e Stefano Antonucci. Insieme al film "Cemento armato" - sarà sugli schermi da venerdì prossimo distribuito dalla 01 - esce il romanzo omonimo firmato da Martani con Sandrone Dazieri e pubblicato da Mondadori (144 pagine, 13 euro). Forse per la prima volta nella storia dei rapporti di trasposizione tra cinema e letteratura, "Cemento armato" è stato pensato allo stesso tempo come film e come romanzo, da oggi nelle librerie. La macchina narrativa del libro è guidata da un grande autore del noir italiano come Sandrone Dazieri. I Negramaro impazzano nuovamente nelle radio con il secondo singolo dal titolo "L'immenso", un pezzo dolce e finemente rock e il loro album "La finestra" è sempre nelle zone alte delle classifiche (è già diventato un multi platino). Ora i fans attendono il loro tour acustico nei teatri che farà tappa anche a Brindisi, il 4 novembre al Nuovo Verdi, e a Lecce il 28 al Politeama Greco (prevendite ormai in corso). |
La band salentina al centro Rai di Roma il 30 novembre. Il 27 e 287 sarà al Politeama Greco di Lecce" Negramaro, concerto esclusivo su Radiouno
In esclusiva su Radiounomusica, venerdì 30 novembre alle 21, il concerto dei Negramaro, dal centro Rai di via Asiago in Roma. La serata, presentata da Gerardo Panno, propone lo spettacolo acustico dei trionfatori dell'annata musicale italiana, che sta registrando il "tutto esaurito" nei teatri italiani e che farà tappa anche a Lecce, il 27 e 28 novembre al Politeama Greco. I magnifici sei - Giuliano Sangiorgi (voce e chitarre), Emanuele Spedicato (chitarre), Ermanno Carlà (basso), Danilo Tasco (batteria), Andrea Mariano (pianoforte e sintetizzatori) e Andrea De Rocco (campionatore) - hanno uno stile elettrico, sognante e passionale. Nel nuovo concerto gli arrangiamenti come le scenografie sono completamente rinnovati, con l'utilizzo di strumenti acustici ed etnici, e soluzioni "diverse da qualunque cosa proposta finora". La band salentina proporrà in versione "inedita", oltre ai grandi successi, i brani tratti dal loro terzo cd "La finestra" come "Parlami d'amore" e "L'immenso" o "Cade la pioggia", che nell'album si avvale della partecipazione di Lorenzo Jovanotti Cherubini. |
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