La ricetta del sindaco di Copertino, Marcucci, alla guida del consorzio dei Comuni «Union 3 grande volano di sviluppo se riusciamo a lavorare all’unisono» «Per i piccoli comuni, adeguarsi ai recenti mutamenti basati soprattutto sul decentramento amministrativo, significa porsi il tema della cooperazione intercomunale, della gestione associata delle funzioni e dei servizi. Una strada che può porre rimedio ai limiti dell’assetto degli enti locali, permettendo agli stessi di raggiungere maggiore efficacia attraverso sinergie organizzative e gestionali». Questa la premessa del discorso di insediamento del sindaco di Copertino, Gianni Marcucci, alla presidenza dell’Union 3, avvenuta nella sala consiliare di Leverano dove il sindaco, Cosimo Durante, gli ha passato il testimone al termine dell’approvazione del Bilancio. Per l’anno in corso e parte del 2008, dunque, Copertino sarà la sede amministrativa dell’Union 3. Sindaco Marcucci, quali sono le opzioni attraverso cui i comuni possono organizzare le rispettive funzioni e servizi associandoli? «La legge ne prevede diverse che passano dal maggior grado di flessibilità, al maggiore livello di integrazione organizzativa costituita dalla fusione, passando per l’Unione dei comuni. Ma è l’Unione dei comuni quella più completa. Infatti la legge 265/99 ha rivisto l’intero processo di aggregazione sovracomunale, eliminando l’obbligatorietà della fusione dopo dieci anni. Dopo questa legge le unioni sono diventate strumento associativo sempre più utilizzato dagli amministratori al fine di gestire in maniera coordinata funzioni e servizi. Va detto, inoltre, che l’unione può rappresentare una buona forma di cooperazione solo se vi è un elevato livello di integrazione politico fra i partecipanti». Quali prospettive intravede per l’associazionismo dell’Union 3? «Innanzitutto sono convito della necessità di collaborare che non deve scaturire dalla ricerca di un possibile vantaggio nel poter sfruttare le economie di scala. I grandi problemi che affliggono un determinato territorio richiedono una visione strategica più ampia che sollecita la reinterpretazione dei bisogni di una collettività che non sempre coincide con la propria. Per fare questo occorre ricercare processi di integrazione organizzativa incentrati sulla valorizzazione dei punti di forza dei singoli comuni e sulla risoluzione dei fattori di debolezza». Cosa occorre, dunque, per un rilancio del fenomeno della gestione associata? «Un vasto consenso politico intorno ad un disegno strategico. Presenza di una leadership politica convinta e convincente. Consapevolezza di un ambito territoriale comune. Disponibilità a mettere insieme le migliori professionalità presenti all’interno di ciascun ente. Un nuovo progetto che richiede una revisione dei regolamenti, delle procedure, delle strutture di back-office e dei sistemi partecipativi informatici da parte dei comuni. Non ultimo, il monitoraggio aggiornato delle caratteristiche relative alla domanda di servizi sul territorio». Una sinergia che potrà portare notevoli benefici al territorio. di Giovanni Greco |
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