Dal
Nuovo Quotidiano di Puglia e da La Gazzetta del Mezzogiorno di
venerdì 8 febbraio 2008 |
dal Nuovo Quotidiano
di Puglia del 8/02/08
Estorsione ad un
imprenditore. Incastrato dai carabinieri e arrestato un 47enne di Veglie
«Paga cinquemila
euro o salta tutto». Arrestato
VEGLIE - Voleva 5.000 euro
da un imprenditore, altrimenti gli avrebbe fatto saltare in aria i
cantieri. Ma la vittima designata ha avuto il coraggio di denunciare il
tentativo di estorsione ai carabinieri. Sono scattate le indagini che
hanno portato all'arresto dell'estorsore: è un vegliese di 47 anni.
Aveva preteso da un imprenditore
brindisino la somma di cinquemila euro altrimenti gli avrebbe fatto
saltare in aria l'attività economica. E' con questa accusa, tentata
estorsione, che i carabinieri di Veglie hanno eseguito un'ordinanza di
custodia cautelare in carcere nei confronti di F.D. P., 47 anni, del
posto. I fatti sono accaduti nei primi mesi dello scorso anno dopo che
il gestore di un garage brindisino si era rivolto ai carabinieri della
compagnia di Brindisi a seguito delle minacce che aveva ricevuto.
Richieste a volte telefoniche durante le quali la vittima è stata
minacciata di pesanti ritorsioni se non avesse messo mani al portafoglio
e pagato quanto richiesto.
Ad incastrare D.P. è stata la sua
stessa voce registrata dai carabinieri della compagnia di Brindisi nel
corso delle telefonate minatorie fatte al garagista di Brindisi. Voce
che inizialmente era stata anche riconosciuta dal comandante della
stazione dei carabinieri di Porto Cesareo, località non molto distante
da Veglie e dalla quale venivano effettuate, da una cabina telefonica,
le chiamate minatorie. Chi chiamava aveva, infatti, uno spiccato accento
leccese e per questo gli accertamenti hanno riguardato alcune stazioni
dei carabinieri dell'area circoscritta intorno a Porto Cesareo, visto
che da lì partivano tutte le chiamate.
Quella del maresciallo, dunque,
non era stata solo una impressione. A confermare l'ipotesi che la voce
giunta al telefono della vittima delle tentata estorsione e quella
riconosciuta da militare erano uguali ci ha pensato la perizia
fatta del Ris di Roma, ai quali è giunta la registrazione delle
telefonate minatorie. Attraverso una perizia, i tecnici del laboratorio
scientifico dei carabinieri hanno stabilito che si trattava proprio
della voce di F.D.P..
Perizia, questa, che fa parte del
fascicolo accusatorio notificato all'indagato e che è alla base del
provvedimento di custodia cautelare emesso nei suoi confronti.
A coordinare il lavoro dei
carabinieri, il pm Francesco Mattiace. La vittima dopo le prime
richieste aveva deciso di rivolgersi ai carabinieri per denunciare i
ricatti. Fatti tutti gli accertamenti possibili, il magistrato ha
chiesto ed ottenuto dal gip del Tribunale di Brindisi Aloide Maritati il
provvedimento di custodia cautelare al termine delle indagini dei
carabinieri che hanno portano fino al territorio leccese ed
all'individuazione di F.D.P..
G.G.
da La Gazzetta del
Mezzogiorno del 8/02/08
Un vegliese in manette a Brindisi
per estorsione
Presunto estorsore
in manette: tradito dalla voce
VEGLIE - «Dammi i soldi o
ti faccio saltare in aria il garage con tutte le auto dei tuoi clienti
dentro: faccio una strage».
Era terrorizzato un piccolo
imprenditore brindisino, dopo una serie di telefonate minacciose.
Qualcuno pretendeva diecimila euro per evitare che gli mettesse una
bomba nel «parcheggio» di cui da anni è titolare e dove molti brindisini
sono soliti lasciare ogni giorno e anche di notte le loro vetture. Un
«pizzo» che successivamente si è dimezzato. L’ultima richiesta, infatti,
è stata di cinquemila euro ma è stata decisamente fatale per l’arrestato
in quanto registrata dai carabinieri dopo la denuncia del piccolo
imprenditore.
In manette, con l’accusa di
tentata estorsione, è finito ieri F.D.P., 46 anni, di Veglie, già noto
alle forze dell’ordine.
A «tradirlo» è stato il suo
spiccato accento salentino. Alla base dell’ordinanza di custodia
cautelare emessa dal giudice Alcide Maritati su richiesta del sostituto
procuratore Francesco Mattiace, infatti, c’è una dettagliata perizia
fonica del Ris di Roma che avrebbe accertato la «perfetta compatibilità»
tra la voce di D.P. e quella dell’anonimo che ha tentato l’estorsione.
Stando al racconto dei
carabinieri, D.P. si accompagnava spesso a prostitute italiane e
straniere. Proprio frequentando tale ambiente sarebbe entrato in
contatto con l’imprenditore brindisino. «Una volta che ha capito di
avere a che fare con una persona facoltosa - spiega il comandante del
reparto operativo Gennaro Ventriglia -, D.P. ha tentato l’estorsione».
Le telefonate, secondo quanto
accertato dai carabinieri, arrivavano sempre da una cabina di Porto
Cesareo. Una volta registrata la sua voce per telefono, è stata fatta
sentire ai comandanti delle stazioni della zona e qualcuno ha indicato
proprio D.P..
A quel punto, con uno stratagemma,
i militari dell’Arma hanno registrato «dal vivo» la voce dell’arrestato
inviando poi tutta la documentazione al settore «fonico» del Ris.
A distanza di qualche mese è
arrivata la risposta: «Quelle voci sono pienamente compatibili».
L’imprenditore ha poi spiegato di aver conosciuto D.P. nell’ambiente
delle «lucciole», il cerchio si è chiuso e per il salentino sono
scattate le manette.
Vincenzo Sparviero |