Colpo da 100mila euro nella cava Panarese. I mezzi sono della Nardelli e della Luperto Torna la banda degli escavatori, rubati due mezzi nella cava "Panarese" Ma già in serata i carabinieri ne ritrovano uno a Salice
VEGLIE - La banda degli escavatori torna in azione e si porta via due grossi mezzi per il movimento terra del valore di circa 100mila euro di proprietà delle imprese Nardelli e Luperto di Lecce. Il colpo è stato messo a segno di notte a Veglie, nella cava dei fratelli Panarese. Ieri sera, uno dei mezzi rubati è stato ritrovato nelle campagne di Salice. In una nota, l'associazione delle piccole e medie imprese, è tornata a chiedere sicurezza per tornare a lavorare.
La banda degli escavatori torna in azione e si dilegua con un bottino di due mezzi per il movimento terra, del valore di 100mila euro. Si tratta di una motopala e di una pala gommata, che sino a ieri notte si trovavano a Veglie, nel parcheggio della cava dei fratelli Panarese. I due mezzi non sono però di loro proprietà, bensì di due imprese leccesi, la Nardelli e la Luperto, che in paese sono impegnate nei lavori di realizzazione dell’impianto della fognatura bianca. Il colpo è stato messo a segno attorno alle ore 6, perché una mezz’ora prima, richiamati dall’antifurto scattato all’improvviso, nella cava erano giunte le guardie giurate dell’istituto di vigilanza «La Velialpol». Dopo aver controllato all’interno della cava nonché lungo il perimetro, che per altro è protetto da muri alti due metri, i vigilantes sono andati via, senza sapere che i ladri erano appostati nei pressi, pronti a tornare all’attacco. E così è stato. Dimostrando di conoscerne i punti deboli, per entrare nella struttura, i banditi hanno forzato l’unico cancello privo di allarme, e si sono così impossessati dei mezzi. A guardare i segni lasciati sul terreno, la motopala ed il mezzo gommato, sono stati guidati fuori dal cancello, ma dopo qualche centinaio di metri, le tracce si perdono. Segno evidente, che l’una e l’altro devono essere stati caricati su uno o due camion, ovviamente del tipo provvisto di scivolo per consentirne la salita, restando seduti nella cabina di guida. Come che sia, il furto è stato scoperto solo un’ora dopo, quando alle sette in punto, nella cava sono giunti titolari ed operai. Resisi conto dell’accaduto, i primi hanno allertato il numero d'emergenza 112, e sul posto per avviare le indagini, sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Campi. Ieri sera, uno dei mezzi è stato ritrovato dai militari nelle campagne attorno a Salice. Quasi certamente, a causa del terreno fangoso, i malviventi erano stati costretti ad abbandonarlo. La stessa cosa non si è invece verificata per l’altro, le cui ricerche sono comunque ancora in corso. Appello della Confapi «Le istituzioni garantiscano il libero esercizio d'impresa»
Un appello a tutti gli organi preposti alla sicurezza «affinché si possa continuare a garantire il libero esercizio d’impresa e recuperare fiducia nelle istituzioni», è stato lanciato dopo il furto nella cava di Veglie, dall’associazione delle piccole e medie industrie. In una nota firmata dal presidente dell’Aniem Confapi, Anna Maria Altomare, viene espressa «solidarietà al vice presidente dell’Api, Francesco Nardelli ed all’ingegnere Luperto, per la grave azione di cui sono stati oggetto». «Da molto tempo - si legge ancora nella nota - le imprese salentine che operano nel settore dell’edilizia, debbono affrontare, oltre alla gravissima crisi, all’assenza di gare d’appalto ed ai ribassi paurosi, anche tali azioni criminose, che minano alle fondamenta non solo l’impresa, ma anche umanamente, l’imprenditore e la sua famiglia». E conclude: «Ormai non si contano più i mezzi di lavoro che sono scomparsi nel nulla».
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