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Da Il Paese Nuovo di domenica 27 settembre 2009

Dopo l'Assemblea di Bagnoli. Intervista a Mimmo Saponaro

Sinistra, prove di unità

(Intervista di  Gianni Ferraris)

Lo scorso 20 settembre a Bagnoli si è tenuta nell'ambito della Festa Nazionale di Sinistra e Libertà un’assemblea nazionale delle donne e uomini che vogliono un partito di sinistra finalmente unico, provengono dalle tradizioni socialista, verde, comunista, laiche e cattoliche. Della domenica di Bagnoli abbiamo parlato con Mimmo Saponaro.

 

Chi è Mimmo Saponaro?

«Sono solo il segretario provinciale di Sinistra Democratica. Pro tempore però, perché nel congresso di maggio ci scioglieremo per confluire in Sinistra e Libertà. Siamo nati proprio con l’intento di non correre da soli, ma di creare un forte partito della sinistra. Infatti non ci siamo mai costituiti come partito, solo come movimento. Ho dichiarato sempre di essere disponibile da subito a stracciare la mia tessera di SD, solo per prenderne una di un partito che rappresenti una sinistra ampia».

 

Cos’è successo domenica a Bagnoli?

«A Bagnoli c’è stata la prima iniziativa ufficiale di Sinistra e Libertà: la presentazione di questo progetto politico. Con interventi che hanno rispecchiato gli umori della base. Ottimo quello di Fava, che ha detto chiaramente che i cinque leader attuali passano la mano all’assemblea che sarà sovrana. Ci sono state le prime importanti adesioni, ma soprattutto l’auspicata cessione de "poteri". Ci sono al momento cinque formazioni con loro strutture, tesserati, sedi, che decidono di azzerarsi per dare vita ad un unico partito, trasferendo ogni decisione nelle mani e nei voti di uomini e donne che vorranno contribuire alla crescita della sinistra non rappresentata. A queste cinque formazioni aggiungiamo i senza partito che rappresentano, secondo analisi del voto, il 75% di coloro che ci hanno votati, quindi un decisa maggioranza che dobbiamo in ogni modo rappresentare, innanzitutto rinunciando all’ individualità per cercare di dare voce a tutti loro».

 

Non mi è mai capitato di vedere delle formazioni di sinistra fondersi in un unico partito. Perché dovremmo fidarci di voi e del vostro tentativo?

«In effetti la storia ha dimostrato quanto talento abbiamo nel dividerci, una lunga storia che ci ha portati per la prima volta a sparire dal parlamento. Oggi le persone ci chiedono serietà. E ci spingono non a mantenere il nostro 3%, neppure ad avere un paio di deputati autoreferenziali che difendono con le unghie e con i denti le loro posizioni. Al contrario, dobbiamo un partito vero, perché l’Italia e molti elettori non rappresentati hanno bisogno di risposte forti in questi momenti. La risposta? Ci si può fidare, a Bagnoli si sono tirate le somme di un percorso che non ha alternative per la sinistra se vuole essere di governo e punto di riferimento».

 

A chi si rivolge Sinistra e Libertà?

«Nessuna preclusione, chi ha a cuore l’ambiente, chi pensa che le politiche italiane debbano essere di pace e non di guerra, argomento quanto mai attuale. Nello specifico personalmente non condivido le posizioni di Rifondazione e del Comunsiti Italiani per un ritiro subito dall’Afghanistan perché siamo in contesto internazionale».

 

Vendola è il leader di questa formazione nuova?

«Il presidente Vendola è sicuramente un punto di riferimento, ma chi guiderà il Partito potrà deciderlo solo la base. La sua posizione di presidente della regione gli pone qualche limite nel prendere posizione su determinati avvenimenti o fatti. Al momento deve fare bene il lavoro per il quale è stato eletto con le primarie e con il voto dei pugliesi che hanno voluto cambiare la guida della regione, togliendola dalle mani della destra. L’anno prossimo abbiamo il rinnovo della presidenza. Su questo dobbiamo puntare. Però ci saranno forze nuove che dovranno avere un grande ruolo nel nuovo partito, gli attuali leader sono stati i traghettatori, l’assemblea deciderà i ruoli di tutti».

 

A proposito di Vendola, dopo gli scandali o presunti tali, escort a Roma, escort in regione Puglia. La tentazione di dire che sono tutti uguali è grande.

«La differenza sta nel come si affronta la situazione. Mentre il governo non vuole parlarne, Vendola ha chiesto chiarezza prima di tutto all’interno del congresso regionale. Il vice presidente ha rassegnato le dimissioni, il presidente ha azzerato la giunta. Ha fatto un rimpasto velocissimo proprio per consentire chiarezza e spazzare il campo. Sicuramente un questione morale esiste. Vendola la affronta. Il caso Tedesco è emblematico di errore di valutazione nell’assegnazione di incarichi per conflitto di interessi. C’è chi dice che se la sanità fosse stata affrontata come l’urbanistica, l’ambiente, l’energia, la cooperazione e via dicendo, la regione Puglia non sarebbe in questa situazione da gossip, ma ai primi posti per corretta amministrazione».

 

Il Salento, voi come sinistra democratica e come futura sinistra e libertà dove siete presenti?

«Nelle elezioni provinciali non abbiamo avuto neppure un consigliere. Siamo comunque presenti e radicati. Come S.D. abbiamo sezioni in 21 comuni, oltre che contatti di singoli o piccoli gruppi in molti altri paesi, spesso compagni singoli, senza una sede, ma attenti e riconosciuti. Copriamo un buon 65% dei Comuni. In poco tempo ci siamo dati una struttura che si è radicata il più possibile, pur senza mezzi, senza sede provinciale. D’altra parte siamo nati come movimento. Ora vogliamo far sfociare il nostro lavoro in un partito vero della sinistra. S.L. sarà un partito di governo le cui alleanze naturali sono con il centro sinistra quindi con il PD. Altre alleanze si vedranno sui programmi e sulle persone. Con L’UDC, per esempio, si può valutare in Puglia, più arduo sarà farlo in Sicilia se non cambia nulla».

 

Come sono i rapporti con il PD?

«Vendola deve essere riconfermato, se qualcuno del PD pensa che abbia governato male, si scorda che è un’alleanza di governo che vede proprio nel PD il partner. Dovrebbero dire "abbiamo governato male". Vendola sarà il candidato alle regionali del 2010».

 

Però anche in SD qualcuno non ha creduto fino in fondo. Abbiamo assistito a migrazioni
eccellenti verso il PD.

«Ti riferisci all’ex coordinatore provinciale Zacheo. E’ un caso quasi isolato però. Pochi altri compagni hanno fatto la stessa sua scelta. Hanno ceduto alla linea del partito unico di veltroniana memoria. Né penso che, se vincerà Bersani, l’asse di quel partito si sposterà a sinistra».

 

I percorsi locali per costruire sinistra e libertà?

«A Maglie c’è stato un primo incontro di autoconvocati che ha discusso sul radicamento di S.L. Ci sarà quanto prima un’iniziativa pubblica. Io personalmente, anche dopo un colloquio con Fava, ho scelto il ruolo di facilitatore dei percorsi formativi, non certo di portare avanti richieste di partito, ma di dialogare e contribuire a far dialogare. Entro il 15 ottobre si terrà a Bari un primo coordinamento regionale con tutti quelli che ci stanno. Ripartiremo dall’assemblea di Maglie, avvieremo subito i gruppi si S.L. in provincia e faremo il possibile per arrivare a Bari con un coordinatore che sia referente unico della provincia di Lecce».

 

Il Salento ha una serie di problemi. E’ urgente prendere posizione.

«Dobbiamo dare risposte immediate. L’ambiente per esempio: Copersalento deve essere chiusa. Abbiamo posto il problema prima in regione, poi a livello nazionale. Il tasso di tumoralità e problemi sanitari sono dovuti a Copersalento, Ilva, Cerano. Molto ha fatto Vendola fin’ora, moltissimo resta da fare. Poi i rifiuti, il ciclo è stato avviato a livello regionale, però manca una cultura di base. Non si fa la differenziata per una sorta di comodità. Si gettano rifiuti per strada. E’ una carenza dei comuni anche. C’è un solo comune in provincia che supera la quota, quello di Melpignano».

 

Se qualcuno vuole trovarvi come fa?

«Per il momento siamo in rete su "www.sdsalento.blogspot.com". Speriamo di poter avere una sede fissa e centrale quanto prima. Al momento la nostra forza sono gli amministratori, i consiglieri, gli assessori. Sono loro il nucleo di riferimento. Dovremo inoltre vigilare molto sulle nuove adesioni, qualcuno, è già successo, tenterà di approfittare del nuovo partito per portare esigenze che a volte sono solo personali. La questione morale deve essere sempre presente, proprio a partire dall’accettazione delle nuovo iscrizioni».

 

 

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