Il sindaco Sandro Aprile respinge le accuse dell’opposizione che aveva giudicato esoso il prezzo della transazione Zona artigianale? “Un affare per tutti”
Il primo cittadino:
“Nessun errore, la realizzazione dell’area Pip era a rischio a causa del
contenzioso” VEGLIE - “La realizzazione della nuova zona artigianale era a rischio a causa del contenzioso contro il Comune. Grazie alla conclusione positiva della transazione con la proprietaria dei terreni in zona Troali, oggi tante aziende vegliesi potranno investire sul loro territorio, senza essere più obbligate ad espatriare verso i paesi vicini”. Il sindaco Sandro Aprile respinge l’accusa dell’opposizione di aver sbloccato l’iter per la realizzazione dell’area Pip con una “transazione errata” e dannosa per gli artigiani a causa del prezzo di esproprio (12 euro a metro quadro) troppo alto rispetto a quello stabilito dall’Ute (10,50 euro). Aprile, invece, sostiene di aver conseguito un risultato importantissimo a favore dei trentadue artigiani che, dopo aver versato un acconto sull’acquisto delle aree, da tempo erano in attesa di avviare la costruzione dei propri opifici.
“Nel corso della trattativa – spiega Aprile - la
proprietaria ha chiesto dapprima 15, poi 12 euro al metro quadro, oltre
alle indennità di occupazione d’urgenza. L’Amministrazione ha, invece,
chiuso offrendo 12 euro, comprensivo di tutte le indennità. La congruità
di tale prezzo è stata confermata dai pareri tecnici del segretario
generale, del tecnico comunale e dell’avvocato Ernesto Sticchi Damiani”.
“La realizzazione dell’area Pip – aggiunge il
sindaco - era a rischio a causa del contenzioso che la proprietaria
aveva promosso nel 2009 al fine di annullare l’intera progettazione,
mettendo in pericolo l’utilizzo del finanziamento di 1.294.800 euro
concesso dalla Regione per la realizzazione delle opere di
urbanizzazione. L’Amministrazione ha compreso che l’azione legale
avrebbe comportato tempi lunghi ed esiti incerti. Per questo motivo è
stato necessario intraprendere una lunga trattativa, affinché la
proprietaria rinunciasse al contenzioso, in cambio del riconoscimento di
una migliore indennità di esproprio che potesse risultare congrua anche
per il Comune. La trattativa per l’accordo bonario – conclude - è un
esempio di buona prassi politica e il successo ottenuto incoraggia
l’Amministrazione a perseguire la strada della concertazione, ogni
qualvolta ciò fosse possibile e utile per il bene comune”. Rosario Faggiano
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