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Da  La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 21 Marzo 2012

 

Estradizione dall'Olanda, il 3 aprile la decisione

 

VEGLIE - Si decideranno il prossimo 3 aprile le sorti di Francesco Santolla, 58 anni, di Veglie, ritenuto uno degli autori dell'esecuzione del boss Ivo De Tommasi. Ieri il suo difensore, l'avvocato Francesca Conte, ha discusso davanti alla Corte d'Appello di Amsterdam per opporsi alla richiesta di estradizione del suo assistito formulata dallo Stato italiano. Santolla venne arrestato il 13 gennaio scorso dalle autorità olandesi sulla base di un mandato d'arresto europeo emesso dalla Procura generale della Corte d'Appello di Lecce.

La sua cattura è conseguenza di una sentenza passata in giudicato con la quale l'imputato è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Ivo De Tommasi. Una detenzione alla quale Santolla si era sempre sottratto, rendendosi dapprima irreperibile per poi acquisire nel 2002 la cittadinanza olandese. Il governo dei Paesi Bassi, infatti, non permette l'estradizione di un imputato giudicato in contumacia. La sollecitazione è stata attivata nel 2009, in seguito ad una nota integrativa trasmessa al Ministero dell'Interno dal presidente della Corte d'Assise Giacomo Conte.
Nella lettera di tre pagine il presidente Conte spiega che, nonostante fosse stata dichiarata la contumacia di Santolla, l'imputato aveva pur sempre nominato un difensore di fiducia al quale erano stati notifliati tutti gli atti della vicenda giudiziaria che lo riguardava. Questo il principio alla base dell'arresto di Santolla. Immediata l'opposizione da parte dell'avvocato Conte, secondo la quale il proprio assistito non Poteva essere arrestato. Il  3 aprile arriverà il verdetto dei giudici olandesi.

 

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di Mercoledì 21 Marzo 2012

 

Estradizione di Santolla, si decide il 3 aprile

 

VEGLIE - La decisione dei giudici olandesi si conoscerà il prossimo 3 aprile. Ieri mattina. dinanzi al Tribunale di Amsterdam, è stata discussa la richiesta di estrazione in Italia di Francesco Santolla,  il 59enne di Veglie, che è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Ivo De Tommasi, il fratello del boss Giovanni.

Santolla, ritenuto il luogotenente del clan Tornese di Monteroni, è stato il I3 gennaio scorso in Olanda, a Lelystad, il capoluogo della provincia di Flevoland, dove gli è stato notificato il mandato di arresto europeo emesso dalla Procura generale della Corte d'Appello di Lecce.

Il difensore di Santolla, l'avvocato Francesca Conte, ha chiesto ai giudici olandesi di rifiutare la consegna del 53enne alle autorità italiane. La penalista, che ha presentato una ricca e articolata memoria difensiva. ha evidenziato come l'eventuale consegna sarebbe in violazione della legge olandese che riconosce "il diritto di presenziare all'imputato in ogni grado di giudizio". Diritto che sarebbe stato negato a Santolla "nonostante le esplicite richieste avanzate ripetutamente dal difensore dello stesso Santolla, mediante dichiarazioni autografe inviate dall'Olanda, dove si trovava detenuto e, pertanto, legittimamente impossibilitato a comparire".

Santolla si è trasferito in Olanda già  da qualche anno. Risiedeva nella cittadina di Almere, cittadina della provincia centrale olandese: viveva in un «polder», uno dei terreni agricoli strappati al mare dalle dighe. Era sereno. Aveva un profillo facebook perché una precedente richiesta di estradizione era stata respinta, tanto che Santolla si era calato nei panni dell'imprenditore.

Il suo nome è legato alla faida di mafia. E sono i colpi dei sicari è caduto anche il figlio, appena diciottenne di Franco Santolla. Si tratta di Romualdo ucciso nel maggio del 1996 da un commando armato di quattro persone. Una vendetta trasversale per l'omicidio di Ivo De Tommasi, avvenuto il 5 giugno del 93.

 

 

 

Da  La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 5 Aprile 2012

 

LA CORTE D’APPELLO DI AMSTERDAM ACCOGLIE LE TESI DELL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA LECCESE. ERAGASTOLO DA ESPIARE

Via libera all’estradizione di Santolla l’assassino di Ivo De Tommasi

 

VEGLIE - La Corte d’Appello di Amsterdam dà l’ok all’estradizione di Francesco Santolla, 58 anni, nativo di Collepasso, residente a Veglie, detenuto nella casa circondariale olandese per l’omicidio di Ivo De Tommasi.

I giudici dei Paesi Bassi hanno infatti confermato il mandato d’arresto europeo emesso dalla Procura generale della Corte d’Appello di lecce il 14 gennaio scorso. Insomma, Santolla doveva essere arrestato ed a breve potrebbe salire su un aereo per essere estradato in Italia.

Il legale di Santolla, l’avvocato Francesca Conte, non si sbilancia, «attenderemo di conoscere le motivazioni non appena verranno depositate».

Santolla si era rifugiato da circa un decennio nei Paesi Bassi, certo di sfuggire all’esecuzione del mandato di arresto internazionale che pendeva sulla sua testa in seguito alla condanna all’ergastolo. Dal 2002, infatti, è cittadino olandese.

Secondo la legislazione vigente nei paesi bassi, infatti, un cittadino non può essere estradato se ha riportato una condanna affrontando il processo in contumacia. E proprio questo gli ha permesso di trascorrere una vita tranquilla, avviando anche un’attività imprenditoriale come ristoratore. La sollecitazione alla sua cattura da parte del governo italiano è attivata nel 2009, in seguito ad una nota integrativa trasmessa al Ministero dell’Interno dal presidente della Corte d’Assise Giacomo Conte.

Nella lettera di tre pagine il presidente Conte spiega che, nonostante fosse stata dichiarata la contumacia di Santolla, l’imputato aveva pur sempre nominato un difensore di fiducia al quale erano stati notificati tutti gli atti della vicenda giudiziaria che lo riguardava. Il Ministero ha poi trasmesso questa nota all’autorità olandese, la quale ha infine disposto l’arresto.

L’omicido che gli ha procurato la condanna al carcere a vita è quello di Ivo De Tommasi, fratello di uno dei capi storici della Scu, Giovanni De Tommasi, ucciso nella sua abitazione a Campi salentina nell’agosto del 1989.

 

 

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia  di Giovedì 5 Aprile 2012

 

Depositata la decisione dopo l'arresto del boss di Veglie condannato all'ergastolo

Santolla, dai giudici olandesi sì all'estradizione

 

VEGLIE - I giudici olandesi hanno detto sì all’estradizione in Italia di Francesco Santolla, il boss della Scu originario di Veglie, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Ivo De Tommasi, il fratello di Gianni, ai vertici del clan di Campi. Ieri mattina è stata depositata la decisione dei giudici del Tribunale di Amsterdam che hanno confermato l’arresto europeo che era stato eseguito il 13 gennaio scorso quando a Lelystad, capoluogo della provincia di Flevoland, è stato ammanettato Santolla.

L'avvocato Francesca Conte, che assiste Santolla, attende di conoscere le motivazioni della decisione. Dopo si deciderà se presentare un ricorso in Cassazione oppure alle autorità giudiziarie comunitarie. La difesa si era opposta all’estradizione in Italia perché nei processi celebrati a Lecce sarebbe stato violato "il diritto a presenziare riconosciuto all'imputato in ogni grado di giudizio, nonostante le esplicite richieste avanzate ripetutamente dal difensore e dallo stesso Santolla, mediante dichiarazioni autografe inviate dall’Olanda, dove si trovava detenuto e, pertanto, legittimamente impossibilitato a comparire".

Una precedente richiesta di estradizione era stata respinta. E questo faceva vivere in maniera tranquilla Santolla che da anni si era trasferito in Olanda, nella cittadinadi Almere, nella provincia centrale olandese, e viveva in un «polde», uno dei terreni agricoli strappati al mare dalle dighe. Nella terra dei tulipani aveva anche creato un profilo su Facebook.

Santolla è scivolato su un procedimento amministrativo: una frode sociale gli ha fatto perdere i benefici. Quando si è presentato negli uffici del Tribunale, gli è stato notificato l'arresto europeo che era stato emesso dalla Procura generale. Sul capo di Santolla, che nella guerra fra i clan ha perso anche il figlio Romualdo, c’è una condanna all’ergastolo che è diventata definitiva. La verità processuale e i pentiti raccontano che Franco Santolla faceva parte del commando che, all’alba del 12 agosto del 1989, fece irruzione nella casa di Ivo De Tommasi ed aprì il fuoco. Quell’omicidio contribuì ad aprire una sanguinosa faida di mafia fra il clan di De Tommasi e quello dei Tornese di cui Santolla sarebbe stato uno dei luogotenenti.

Ora, quella pena all’ergastolo, Santolla potrebbe scontarla in Italia e non più in Olanda.

 

 

 

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia di Domenica 15 Aprile 2012

 

L'altro ieri sera l'arrivo all'aeroporto di Fiumicino del boss salentino condannato all'ergastolo,

estradato dall'Olanda e ora rinchiuso nel carcere romano di Rebibbia

E' in Italia l'ex latitante Santolla

 

VEGLIE - Il soggiorno in Olanda è finito. Dall'altra sera Francesco Santolla 59 anni,  originario di Veglie,  è detenuto in una cella del carcere romano di Rebibbia. Le autorità olandesi lo hanno consegnato a quelle italiane all`aeroporto di Fiumicino dove gli è stata notificata l'ordinanza di carcerazione emessa dalla Procura generale dopo la condanna all'ergastolo per un omicidio di mafia, quello di Ivo De Tommasi, il fratello del boss Gianni,  ucciso il 12 agosto del 1989. Un'eliminazione che innescò una sanguinosa faida fra il clan Tornese (di cui Santolla sarebbe stato uno dei luogotenenti) e quello di De Tommasi. Una guerra che lasciò per terra anche il cadavere di Romualdo Santolla,  figlio diciottenne dell'ex latitante.

Ora Francesco Sanrolla sconterà in un carcere italiano quella condanna. l carabinieri non avevano smesso di dargli la caccia da quando, dopo la scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare, era tornato in Olanda, nella stessa terra in cui era stato latitante fino al 2003.

I militari del Nucleo investigativo del Comando provinciale, diretti dal capitano Biagio Marro, sapevano che  Satolla era in Olanda. Lì si sentiva al sicuro, dopo un pronunciamento delle autorità dei Paesi Bassi che avevano negato una sua estradizione. Aveva un profilo Facebook. Godeva di una doppia cittadinanza. Ed era andato a vivere nella provinciale centrale olandese. I carabinieri, qualche anno fa,  durante una perquisizione in casa dei suoi genitori avevano trovato una lettera inviata dall'Olanda che è servita a localizzare il latitante. Che non è più uccel di bosco dal 13 gennaio scorso quando le autorità olandesi hanno eseguito il mandato di arresto europeo emesso dalla Procura generale. All'inizio del mese, poi, dall'Olanda è arrivato il via libera all'estradizione. E l'altra sera c'è stata la consegna.

«Non è stato facile trovarlo - ha spiegato il colonnello Maurizio Ferla, comandante provinciale dei carabinieri-. Non è stato agevole neppure trovare una sintesi fra gli ordinamenti per ottenere l'estradizione. Ma adesso c'è la soddisfazione per aver assicurato alla giustizia un ergastolano».

Intanto il difensore di Santolla, l'avvocato Francesca Conte,  è pronta ad impugnare i due provvedimenti che sono stati notificati al suo assistito. In settimana alla Corte europea di Strasburgo sarà presentato un ricorso contro l'ordinanza della Corte di Amsterdam che ha detto sì all'estradizione. E ci sarà anche un incidente di esecuzione contro l'ordinanza di carcerazione. Si lamenta la violazione dei principi del giusto processo: «I provvedimenti dell`autorità olandese non sono stati neppure notificati in italiano - conclude l'avvocato - Santolla non sa neppure le ragioni per le quali è stato rimandato in Italia. Una situazione che ho verificato nell'incontro con il mio assistito a Rebibbia».

 

Da La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 15 Aprile 2012

 

L'L’uomo, originario di Veglie aveva messo su un «polder» cioè un terreno sottratto al mare da una diga

Preso Santolla, era l’ultimo della Scu

Nel 2002 era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Ivo De Tommasi

 

VEGLIE - La libertà dell’ultimo latitante della Sacra corona, è tramontata. Francesco Santolla, 58 anni, nativo di Collepasso ma da sempre residente a Veglie, un tempo gregario di spicco del clan -Tornese di Monteroni, è statoarrestato, l’altra sera all’aeroporto di Roma-Fiumicino.

I carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce comandato dal capitano Biagio Marro, lo hanno atteso all’uscita del velivolo con cui, partito da Amsterdam, aveva sorvolato mezza Europa, in seguito all’estradizione chiesta ed ottenuta dalla Procura di Lecce, ed alla fine concessa, il 3 aprile scorso, dalle autorità dei Paesi Bassi.

Ora si trova rinchiuso nel carcere romano di Rebibbia. Prima di giungere alla data delviaggio di ritorno in Italia, Santolla aveva scontato due anni di carcere per traffico di droga. Dopodiché aveva lasciato il Belpaese, per trovare riparo proprio in Olanda. Per anni aveva fatto perdere le tracce, ma il 13 gennaio scorso, i militari leccesi lo hanno rintracciato.

Dall’Italia, «Superman», come era conosciuto negli ambienti della mala, il vegliese si era perso per sfuggire al mandato d'arresto europeo, a suo tempo richiesto dalla Procura generale di Lecce. A giugno del 2002, in via definitiva era stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Ivo De Tommasi, fratello di Gianni, uno dei capi storici della Scu di Campi Salentina, avvenuto nel 1989, nonché per associazione per delinquere di stampo mafioso.

Santolla risiedeva nella cittadina di Almere, ed aveva messo su casa in un «polder», vale a dire un terreno agricolo strappato al mare grazie all’uso delle dighe. Aveva anche un profilo su facebook, dove campeggia ancora una sua foto su un lussuoso yacht.

Vale ricordare, che in seguito all’omicidio di Ivo De Tommasi,  fra i clan esplose una guerra sanguinosa, in cui trovò la morte, nel maggio del 1996, anche il figlio diSantolla, Romualdo, di soli 18 anni,che con la mafia nulla aveva ache fare.

Nel carcere di Rebibbia, Santolla ha già ricevuto la visita del suo legale, l’avvocatessa Francesca Conte. Al termine dell’incontro, la professionista ha fatto sapere che il suo assistito ha ricevuto solo in lingua olandese, il dispositivo che ha dato il via libera all’estradizione, e di non aver per questo capito i motivi che l’hanno determinata nonostante il ricorso alla Corte d’appello. Al contempo, l’avocatessa Conte ha fatto sapere che impugnerà la decisione davanti alla Corte europea di Strasburgo per i diritti dell’uomo, e che proporrà pure incidente di esecuzione in
Corte d’assise, per annullare l’ordine di carcerazione.
 

 

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