Due nigeriani in manette perché ritenuti gli autori dell'omicidio di Salvatore Spedicato avvenuto a Modena Maresciallo ucciso, in manette 3immigrati Per il movente si scava ora nella vita privata
VEGLIE- Sono due nigeriani i presunti assassini del maresciallo dell’Accademia militare di Modena, Salvatore Spedicato. Tante le tracce che haino condotto gli investigatori ai due extracomunitari: impronte digitali, i telefonini della vittima e, poi, il filmato di una telecamera di videosorveglianza che ha ripreso i due uomini mentre uscivano dall’appartamento del sottufficiale di 51 anni, originario di Veglie. I fermi sono scattati ieri sera. Oltre ai due presunti assassini, la misura è stata applicata anche a un terzo nigeriano. E' accusato di ricettazione: nella sua abitazione gli agenti della Squadra mobile di Modena hanno recuperato il televisore, una catenina, l’orologio e il bancomat portati via al militare. Le indagini sono state frenetiche. Sono state condotte a tamburo battente: quindici i testimoni ascoltati dagli investigatori. Gli inquirenti sono convinti che la vittima conoscesse i suoi assassini: era in pigiama quando ha aperto loro la porta. E l'ingresso non presentava segni di effrazione. I tasselli della ricostruzione delle fasi dell’omicidio sembrano essere tutti al proprio posto. I due uomini lo avrebbero aggredito nella camera da letto, dove la polizia ha trovato evidenti tracce di una colluttazione. Che Spedicato abbia tentato disperatamente di evitare i colpi degli aggressori lo dimostrerebbe anche un taglio sul polso del cadavere, rinvenuto sotto il letto con la testa fracassata. Il sottufficiale è morto dopo essere stato accoltellato più volte, alla gola e al torace. Una di quelle letali è stata la coltellata al cuore. Lunedì ci sarà l’autopsia che accerterà, con precisione, quali siano le cause e l’ora della morte. Quanto al movente, questo ora si cerca nella vita personale della vittima. Quello del furto (o della rapina) finito in tragedia non regge. La razzìa potrebbe rappresentare il corollario di quanto avvenuto all’interno dell’appartamento. E forse potrebbe essere anche un tentativo di depistaggio. Ecco perché gli investigatori stanno scavando nella sfera privata del maresciallo, fra le amicizie e le sue frequentazioni al di fuori dell’Accademia militare dove tutti lo descrivono come una persona irreprensibile. Un movente, dunque, che potrebbe intrecciare vita affettiva ed economica della vittima, non trascurando nulla e puntando l’attenzione in particolare su un eventuale ultimo appuntamento del militare. Maggiori indicazioni potrebbero fornirle uno dei nigeriani che, a sentire le notizie che in queste ultime ore rimbalzano da Modena, davanti alle prove schiaccianti recuperate dagli investigatori avrebbe già confessato.
G. Lat.
Un video incastra gli assassini del maresciallo. Sono stati ripresi dalle telecamere della videosorveglianza gli autori dell’omicidio di Salvatore Spedicato. Le immagini del filmato, recuperato dagli investigatori, confermano l’ipotesi che ad uccidere brutalmente il maresciallo sarebbero stati due uomini di origine africane, i due che ieri sera sono stati fermati. Nelle riprese si vedono chiaramente i presunti assassini allontanarsi dal portone della palazzina di via Barozzi a Modena. La registrazione risale a mercoledì, intorno alle 23. Indicazioni che sembrano incastrarsi con quanto emerso dai primi accertamenti svolti dal medico legale: l’orario della morte del maresciallo risale alle 23.30 circa. E poi ci sono i rumori uditi da una vicina di casa che alla polizia ha raccontato di aver sentito le voci di uomini stranieri nelle scale della casa proprio a quell’ora. I fotogrammi mostrano quei due uomini che si allontanano frettolosamente portando con loro un oggetto pesante: il televisore della vittima. Dall’appartamento del sottufficiale era stato portato via proprio il televisore che, poi, è ricomparso in casa di uno dei fermati, il terzo.
Il 51enne colpito al torace a pugnalate e poi alla testa con un corpo contundente. Si indaga sulla sua vita privata Maresciallo assassinato fermati tre nigeriani Uno avrebbe confessato l’aggressione al salentino in casa
MODENA - Fermati tre nigeriani per l’omicidio di Salvatore Spedicato , il maresciallo di 51 anni in servizio all’Accademia Militare di Modena accoltellato nel suo appartamento di viale Jacopo Barozzi e trovato ieri mattina senza vita sotto il letto. Due di loro, appena maggiorenni, sono accusati di omicidio volontario e rapina; un’altro di ricettazione. Uno dei due giovani avrebbe anche confessatol’omicidio mentre l’altro si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. La svolta è arrivata nella prima serata di ieri, mentre gli agenti della squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore Enrico Stefani, stavano procedendo con gli ascolti di diversi testimoni. Stando a quanto emerso finora, i due fermati sarebbero coloro i quali erano stati immortalati dalle telecamere di videosorveglianza di un bar la sera dell’omicidio, mentre uscivano dal condominio di Spedicato con in mano un televisore. E pare che proprio la tv fosse uno degli oggetti che mancavano nell’abitazione del maresciallo, originario di Veglie, in provincia di Lecce. Una vicina di casa del sottufficiale ha raccontato che intorno alle 23.30 di mercoledì ha sentito tonfi e voci maschili provenire dall’appartamento di Spedicato. La stessa donna ha poi udito più persone scendere concitate le scale della palazzina. Parlavano una lingua straniera. La sua è stata una delle testimonianze chiave, che ha messo gli investigatori sulla strada giusta. Fin da subito, gli inquirenti si erano concentrati sulla vita privata del maresciallo, escludendo da subito qualsiasi legame con la sua professione e col mondo dell’accademia. La Scientifica ieri ha repertato impronte digitali all’interno dell’appartamento e alcune di queste non appartenevano a persone che frequentavano Spedicato. Dai primi riscontri del medicina legale, prima che sia effettuata l’autopsia, la vittima risulta essere stata colpita da diverse coltellate al torace, almeno sei, oltre che al mento. Le lesioni al capo fanno poi pensare che gli assassini abbiano infierito anche con un corpo contundente. Un’aggressione brutale e selvaggia, della quale al momento non si riesce ancora ad individuare il motivo. Di certo, Spedicato conosceva i suoi aggressori, ai quali era legato da un rapporto di amicizia. Probabilmente, i tre avevano bussato alla sua porta per chiedergli del denaro, e dinanzi al diniego del sottufficiale sarebbe poi scoppiata la lite, sfociata nel sangue. Al momento, però, si tratta solo di un’ipotesi. Nell’abitazione del terzo cittadino straniero, accusato di ricettazione, i poliziotti hanno recuperato gli oggetti che erano stati portati via dall’abitazione di Spedicato: il televisore, un orologio, una catenina ed un bancomat. Al momento, gli stranieri si trovano nel carcere di Modena, in attesa della convalida da parte del gip.
Linda Cappello
IN SERATA LA SVOLTA NELLE INDAGINI; GLI UOMINI SONO STATI RIPRESI MENTRE SCAPPAVANO CON UN TELEVISORE
Maresciallo ucciso fermati
due nigeriani (di Linda Cappello)
VEGLIE - Sono due cittadini nigeriani appena maggiorenni i presunti assassini di Salvatore Spedicato, il maresciallo dell’esercito di 51 anni originario di Veglie trovato morto venerdì mattina sotto il letto del suo appartamento al civico 212 di via Jacopo Barozzi, zona semicentrale di Modena. Uno di loro, infatti, avrebbe già confessato agli agenti della squadra mobile di aver accoltellato il sottufficiale, nella tarda serata di mercoledì scorso, al termine di una lite. Dichiarazioni gravi, che hanno spinto il pubblico ministero Enrico Stifani ed emettere un decreto di fermo nei confronti dell’assassino reo confesso e del suo presunto complice. In carcere li ha raggiunti anche un altri cittadino nigeriano, accusato invece di ricettazione: nella sua abitazione gli investigatori hanno recuperato alcuni degli oggetti che mancavano nell’appartamento del militare. In particolare, una catenina, un orologio, una tessera bancomat ed un televisore. I presunti assassini sono stati incastrati dalle telecamere di videosorveglianza di un bar che sorge nei pressi del civico 212 di via Barozzi: nei filmati si vedono chiaramente due individui che escono dal portone del condominio di Spedicato con in mano un televisore. Di fondamentale importanza anche la testimonianza di una vicina di casa, la quale ha riferito ai poliziotti di aver sentito mercoledì sera degli strani rumori provenire da casa Spedicato. Nel corso del racconto, la donna ha precisato di aver udito anche voci maschili, che parlavano una lingua straniera. Nelle prossime ore le indagini dovranno stabilire il vero movente dell’omicidio, al momento tutt’altro che chiaro. Gli inquirenti partono da una sola certezza, e cioè che vittima e aggressori si conoscevano. Erano amici. Spedicato gli ha aperto la porta di casa. Si ipotizza che i due stranieri possano avere chiesto al militare del denaro in prestito e al suo diniego sarebbe scoppiata la lite, poi sfociata nel sangue. Ma al momento si tratta solo di un’ipotesi. Maggiori informazioni verranno rese note nel corso di una conferenza stampa, prevista domani mattina in Questura. Il pm non ha ancora disposto l’esame autoptico, che dovrebbe rivelare con esattezza quanti e quali siano stati i colpi mortali per Spedicato. L’uomo, notoriamente schivo e riservato, viveva a Modena dal 1981, ed era in servizio all’Accademia militare. Si occupava della manutenzione ordinaria a livello infrastrutturale, seguiva l’impiantistica e tutto ciò che riguardava l’edificio. Sono stati i suoi colleghi a lanciare l’allarme, visto che da giovedì scorso non si era più presentato a lavoro.
Linda Cappello
IL COGNATO DINO, DI RITORNO DA MODENA, ANCORA INCREDULO; SALVATORE AVEVA ADOTTATO UNA BIMBA A DISTANZA Sabato l’ultima visita alla madre Uccia I funerali forse giovedì, all’insaputa dell’anziana» (di Rosario Faggiano)
VEGLIE - Ammazzato barbaramente: un destino crudele per una persona buona e gentile. Salvatore Spedicato viveva lontano dalla sua famiglia, ma era particolarmente legato ai fratelli, alle sorelle e, soprattutto, all’anziana madre sofferente. E proprio per assistere mamma Uccia recentemente si era trattenuto in paese per un’intera settimana. «E’ dovuto rientrare a Modena sabato 12 maggio per ragioni di lavoro», racconta il cognato Dino Pinto, «ma nei sette giorni precedenti aveva accudito la madre senza mai muoversi dal suo capezzale. Salvatore non ha mai dato fastidio a nessuno, anzi faceva solo del bene. Per tale ragione appare incredibile ciò che è successo. Era una persona a modo, volenterosa e altruista. Tutti parlano bene di lui. Negli anni scorsi, peraltro, ha anche adottato a distanza una bambina extracomunitaria. In servizio aveva rispetto dei superiori e i superiori avevano rispetto di lui. Era un gran lavoratore. Quando veniva a Veglie, ci vedevamo spesso, ma anche noi, quando potevamo, andavamo a trovarlo. Ci mancherà molto». Dino Pinto, partito l’altro pomeriggio per Modena insieme ad altri familiari, è rientrato ieri sera. In Emilia sono rimasti i fratelli Marcello e Oreste e la sorella Cristina. Le altre sorelle, Ronzina, Ada e Lina, sono a Veglie, accanto alla madre, nell’abitazione della famiglia, in via Alfieri. A mamma Uccia hanno deciso di non dire nulla della tragedia, né ora né mai. L’anziana donna, gravemente malata, potrebbe non superare il dolore per la perdita del figlio. E per tale ragione i funerali si svolgeranno direttamente nella Chiesa madre, presumibilmente giovedì prossimo (a quanto è dato sapere la salma sarà consegnata ai familiari non prima di mercoledì). Il sindaco Sandro Aprile è ancora scioccato per la vicenda: «Tutta l’Amministrazione», dice, «è vicina alla famiglia Spedicato. L’intera comunità è rimasta esterrefatta per la tragedia. Chi ha conosciuto Salvatore lo descrive come una persona mite, tranquilla e gentile. Speriamo che la giustizia faccia piena luce su questa tragica vicenda. Appena la salma arriverà in paese, esprimerò ai familiari il profondo cordoglio mio personale e dell’intera comunità vegliese»
Rosario Faggiano
|
LE «VERITÀ» DI UNO DEI DUE NIGERIANI FERMATI PER L’OMICIDIO DI SALVATORE SPEDICATO «Io ero in casa ma non l’ho ucciso» Non ancora disposto l’esame autoptico che servirà anche da riscontro alla prima confessione
MODENA - Uno confessa, l’altro nega. Questo il bilancio delle prime dichiarazioni rilasciate dai due giovani nigeriani accusati dell’omicidio di Salvatore Spedicato, 51 anni, maresciallo in servizio all’Accademia militare originario di Veglie trovato morto con otto coltellate venerdì mattina sotto il letto della sua abitazione. Di più se ne saprà in giornata, al termine della conferenza stampa che terrà questa mattina il sostituto procuratore di Modena Enrico Stefani. Gli inquirenti sono arrivati all’individuazione dei presunti assassini grazie ai nastri delle telecamere di videosorveglianza installate fuori da un bar di via Barozzi, dove abitava Spedicato. Uno di loro, si è detto, ha ammesso di aver ucciso Spedicato al termine di una lite. Il suo presunto complice, finito come lui in carcere con le accuse di omicidio volontario e rapina, nega di aver preso parte all’omicidio, nonostante abbia ammesso di avervi assistito. Il giovane, difeso dall’avvocato Marco Ferraresi, ha spiegato di non conoscere la vittima e di non averla mai vista prima di quel mercoledì notte. Stando alla sua ricostruzione, sarebbe stato il suo amico (e cioè il presunto esecutore material dell’assassino) a proporgli di andare insieme a lui a casa di Spedicato, con il quale aveva un appuntamento. C’è il massimo riserbo, però, su quanto dichiarato dal nigeriano in merito alle circostanze che avrebbero portato all’omicidio. L’unica indiscrezione trapelata è che il ragazzo avrebbe escluso un movente di tipo economico. Dunque, nessuna richiesta di denaro, o situazione che faccia pensare al denaro. L’attenzione degli inquirenti, dunque, si concentra sul tipo di rapporto che c’era tra Spedicato ed i suoi presunti assassini. Nonostante ci sia una confessione, gli investigatori ora dovranno cercare elementi di riscontro alle parole del nigeriano reo-confesso. Ed in primo luogo, sarà necessario recuperare l’arma del delitto, che non è ancora stata trovata. Un terzo immigrato, anche lui originario della Nigeria, si trova in carcere con l’accusa di ricettazione. Nella sua abitazione, i poliziotti hanno recuperato alcuni oggetti che erano stati portati via dall’appartamento di Spedicato: un televisore, una catenina, una tessera bancomat ed un orologio. La Procura non ha ancora disposto l’esame autoptico, che stabilirà le modalità precise dell’omicidio. Da una prima ispezione, Spedicato sarebbe stato ucciso con 8 coltellate, gran parte delle quali al torace. La salma rientrerà a Veglie nei prossimi giorni.
|
CONVALIDATO IL FERMO DEI NIGERIANI. SONO FRATELLI Restano in carcere i due presunti killer del maresciallo Non ancora disposto l’esame autoptico che servirà anche da riscontro alla prima confessione
VEGLIE - Sono fratelli i due presunti assassini del maresciallo Salvatore Spedicato, il 51enne originario di Veglie trovato morto venerdì scorso nella sua abitazione di via Jacopo Barozzi a Modena. Su Raphaele Moses Oloyede, rispettivamente 21 e 23 anni, pesano le accuse di omicidio volontario e rapina aggravata, che li tengono rinchiusi nel carcere di Modena. Ieri mattina, proprio mentre in Questura si svolgeva la conferenza stampa, il gip ha convalidato i fermi eseguiti nella serata di sabato. Sarebbe stato Moses, che ha poi confessato, colui che ha inferto le coltellate mortali sul corpo di Spedicato nella tarda serata di mercoledì. Fra i sei ed i nove colpi, ha poi chiarito l’esame autoptico eseguito ieri mattina nell’istituto di medicina legale. per gli inquirenti, ormai, il caso è chiuso. Secondo la ricostruzione del pubblico ministero Enrico Stefani, i due fratelli, che di certo conoscevano la vittima, si sarebbero recati nella sua abitazione per ricattarlo, con l’obiettivo di farsi dare dei soldi. Davanti al rifiuto del sottufficiale, però, la situazione sarebbe degenerata, per poi sfociare nel sangue. Diversa, invece, la ricostruzione fornita dai due nigeriani, a detta dei quali ci sarebbe stata una lite legata a problemi personali. La novità emersa ieri è che l’assassino, e cioè il 23enne Moses, sarebbe tornato nell’appartamento del maresciallo il giorno dopo l’omicidio. A detta degli inquirenti, avrebbe spostato il corpo del sottufficiale dal corridoio per nasconderlo sotto il letto. Poi avrebbe anche cercato di lavare alcune macchie di sangue sparse per l’appartamento. In cella, con l’accusa di ricettazione, è finito anche un nigeriano di 21 anni. In casa del giovane, che aveva dato ospitalità ad uno dei due fratelli, sono stati trovati tutti gli oggetti che erano stati portati via da casa di Spedicato. Un televisore Lcd di 32 pollici, quattro tessere del bancomat, un mazzo di chiavi ed un’agenda. I poliziotti hanno anche recuperato una catenina d’oro, che gli stranieri avevano venduto per racimolare 280 euro. Nelle prossime ore la salma tornerà a Veglie.
|
CAMERA ARDENTE, NELL’ACCADEMIA DI MODENA PER IL MARESCIALLO SPEDICATO, DOPO LA MESSA IL RIENTRO DELLA SALMA L’addio dei commilitoni e domani funerali in paese
VEGLIE - Ritorna in paese Salvatore Spedicato. La salma del maresciallo dell’Esercito, barbaramente assassinato a Modena, arriverà domani, in tarda mattinata, accompagnata dai fratelli Marcello e Oreste. Ad attenderlo ci saranno le sorelle Cristina, Ronzina, Ada e Lina. L’anziana madre Uccia, gravemente ammalata e da tempo allettata, rimarrà a casa; a lei, i figli, hanno deciso di non dire nulla per risparmiarle il dolore della perdita di Salvatore. Per questo motivo il feretro, su richiesta dei familiari espressa al parroco della chiesa madre don Amelio de Filippis, sarà portato nella chiesa Madonna delle Grazie, in piazza Umberto, dove sarà allestita la camera ardente. I funerali si svolgeranno fra le 15.30 e le 16. Alle esequie parteciperà una delegazione dell’Accademia militare di Modena, dove Salvatore prestava servizio da oltre trent’anni. Ci saranno anche i rappresentanti dell’Amministrazione comunale e altre autorità civili e militari. Oggi, prima della partenza per il Salento, per tutta la mattinata e fino alle 17, gli ufficiali e tutti gli altri colleghi di Modena renderanno omaggio alla salma presso la camera ardente allestita nella cappella dell’Accademia militare; subito dopo è prevista, in piazza Roma, sempre a Modena, la messa in suffragio. In tarda serata, infine, l’ultimo viaggio per Veglie. «Siamo rimasti sbigottiti e senza parole – dice don Amelio de Filippis – per la fine violenta di Salvatore. L’ho visto pochi giorni prima della sua morte, esattamente il venerdì precedente quando, insieme alla sua famiglia, partecipò ad una messa. Era venuto a Veglie per assistere la mamma. Era una brava persona».
Ros. Fag.
|
Stamattina l'arrivo del feretro con il corpo del militare in servizio all'Accademia di Modena, assassinato da due extracomunitari Torna a casa la salma del maresciallo ucciso
VEGLIE- Rientrerà a Veglie stamane, intorno alle 7, la salma di Salvatore Spedicato, 51 anni, il maresciallo dell‘esercito in servizio presso l'Accademia Militare di Modena, ammazzato la notte tra il 16 e il 17 maggio scorsi, nell'appartamento di viale Barozzi, nella città emiliana, dove viveva da solo. Il sottufficiale, che aveva lasciato il Salento giovanissimo per seguire la carriera militare, tornerà per l'ultima volta nel paese d'origine, accompagnato dagli uomini dell’agenzia “San Giovanni di Simone Bocconi". Il feretro sosterà presso la chiesa matrice di Sant‘Irene, in via San Giovanni dove, alle 16, il parroco don Amelio de Filippis celebrerà la cerimonia funebre alla presenza dei colleghi di Spedicato, giunti dall'Accademia modenese ma anche da Bari e Lecce. E ci saranno i familiari, del maresciallo, quarto di sette figli. Le sorelle Oronza, Lina, Ada e Cristina vivono a Salice, i fratelli Oreste e Marcello invece sono rimasti a Veglie. Dove vive anche l’anziana madre, da tempo malata e all'oscuro della tragedia che ha colpito il figlio e la sua famiglia. Dopo la messa infatti, la salma del militare sarà condotta in corteo presso piazza della Costituzione, a pochi passi da via Alfieri dove vive la madre, per un ultimo saluto prima di raggiungere il cimitero. Salvatore Spedicato, ricordiamo, è stato assassinato con una serie di coltellate, alla gola e al torace. Era in pigiama, steso sotto al letto, con la testa fracassata quando sono arrivati colleghi e investigatori. Tutt‘intorno i segni dei tentativi di difesa della vittima, aggredita e uccisa, pare, a scopo di rapina. Tre le persone fermate, due fratelli nigeriani di 23 e 20 anni, e O.C., di 21 anni, anche lui nigeriano, accusato di aver ospitato gli altri in casa, subito dopo l'omicidio. Secondo le indagini degli agenti della polizia, i due fratelli sarebbero fuggiti dopo aver portato via denaro, carte di credito, bancomat, due cellulari, una catenina d'oro, un orologio e le chiavi di casa e dell'auto della vittima. Il giorno dopo l'omicidio però, il maggiore dei due sarebbe tornato sul luogo del delitto notando che il corpo del maresciallo non era più in corridoio, dov'era stato aggredito, ma in camera da letto dove si era trascinato lui stesso, con le ultime forze, prima di spirare. Da lì il tentativo, maldestro, di cancellare le tracce dell'aggressione e le macchie di sangue. I controlli incrociati degli investigatori, tra recupero della refurtiva e prelievi bancari, oltre ai filmati di telecamere a circuito chiuso, hanno però incastrato a stretto giro gli assassini che sono stati rintracciati e arrestati.
Fabiana PACELLA
RITO NELLA CHIESA MADRE Nel pomeriggio i funerali del maresciallo ucciso a Modena
VEGLIE - Si svolgeranno alle 16 i funerali del maresciallo Salvatore Spedicato. Le esequie avranno luogo nella chiesa madre (la chiesa Madonna delle Grazie, individuata in un primo momento, rischiava di essere poco capiente). Celebrerà la messa don Amelio De Filippis. Attese delegazioni dell’Accademia militare di Modena, del comando provinciale e regionale dell’Esercito e di istituzioni civili e militari. Parteciperanno il sindaco Sandro Aprile e l’Amministrazione comunale. La salma arriverà a Veglie nella prima mattinata |
Ieri i funerali del 51enne trucidato a Modena nel suo appartamento L'ultimo saluto al maresciallo ucciso
VEGLIE- Picchetto d’onore all’ingresso della chiesa madre e il silenzio suonato all’interno, mentre si spargeva acre l’odore d’incenso. Veglie ieri pomeriggio ha dato l’ultimo saluto a Salvatore Spedicato, 51 anni, il maresciallo dell’Esercito in servizio presso l’Accademia Militare di Modena, ucciso la notte tra il 16 e il 17 maggio scorsi, nell’appartamento di viale Barozzi, nella città emiliana, dove viveva da solo. Ieri mattina, dopo le 7, il rientro a Veglie della salma, accompagnata dagli uomini dell’agenzia "San Giovanni" di Simone Bocconi. Via San Giovanni, la stradina del centro storico che porta alla chiesa di Sant’Irene, è stata chiusa al traffico per consentire il passaggio delle tantissime persone che hanno voluto raggiungere Salvatore e pregare per lui. Tra i tanti intervenuti, anche i colleghi modenesi del sottufficiale, giunti in pullman appositamente dalla città emiliana. Dopo la cerimonia funebre, prima di raggiungere il cimitero, il feretro è stato condotto in corteo presso piazza della Costituzione, per un simbolico commiato del maresciallo dall’anziana madre, che abita poco distante, in via Alfieri, lasciata all’oscuro della tragedia poiché molto malata. Salvatore Spedicato lascia sei fratelli, Oreste, Marcello, Oronzina, Lina, Ada e Cristina. Per l’omicidio sono stati fermati tre nigeriani: due fratelli ritenuti responsabili del delitto in cui sarebbe degenerata una rapina e un terzo uomo che avrebbe ospitato in casa i due, dopo il fatto di sangue. F. Pac.
GRANDE COMMOZIONE AI FUNERALI DEL MARESCIALLO SPEDICATO. CHIESA GREMITA DI FAMILIARI E AMICI. PICCHETTO D’ONORE DEI COMMILITONI «Salvatore, militare entusiasta e solare» Prima del cimitero un passaggio davanti all’abitazione; dentro c’era la madre malata, che non sa
VEGLIE - «Salvatore Spedicato ha portato nel nostro mondo militare tanta solarità, tanta gioia, tanto entusiasmo. Ora, purtroppo, questa luce si è spenta». Con queste parole il cappellano dell’Accademia di Modena, don Pierino Sacella, ha salutato per l’ultima volta il maresciallo dell’Esercito strappato alla vita da mani assassine. I funerali si sono svolti ieri, alle 16, nella chiesa madre, alla presenza di una folta rappresentanza di militari provenienti dall’Emilia, ma anche dalle caserme di Lecce. Nella chiesa gremita c’erano, in prima fila, i fratelli Marcello e Oreste, le sorelle Cristina, Ronzina, Lina e Ada, gli altri parenti e, soprattutto, tantissimi amici, conoscenti e autorità. Mancava, perché tenuta all’oscuro della scomparsa del figlio, l’anziana madre Uccia, da tempo sofferente. Ai lati della bara, posta ai piedi dell’altare maggiore, c’erano sei militari dell’Accademia. Durante il rito religioso, concelebrato da don Pierino Sacella, don Franco Minerva, don Arcangelo Fina e don Amelio De Filippis, diversi sono stati i momenti di commozione. «In questi giorni – ha detto don Pierino nell’omelia – anche noi siamo rimasti attoniti di fronte a questo tragico fatto che ha investito un carissimo amico e fratello. Grandissima è stata la partecipazione a Modena da parte di tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato in t rent ’anni di attività presso l’Accademia. Salvatore ha costantemente prestato servizio con impegno e diligenza encomiabile». Il rito religioso si è concluso con “Il silenzio”, eseguito da un trombettista militare, e con un commovente saluto di un commilitone. All’uscita dalla chiesa la bara è stata accolta dal picchetto d’onore. Subito dopo il corteo funebre si è diretto verso piazza della Costituzione dove, all’altezza di via Alfieri, per qualche minuto, la bara, portata a spalla per tutto il tragitto, è stata rivolta verso l’abitazione della madre. Il feretro, infine, è stato trasportato nel cimitero comunale. Ros. Fag.
|