Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di
Mercoledì 15 Agosto 2001
Risse
a Torre Lapillo
Rissa
furibonda tra l'ostico proprietario di un'abitazione e otto ragazzi di
Guagnano.
Uno
contro tutti, feriti tre campeggiatori. Finiscono al Pronto soccorso
dopo essere stati «invitati» a levare le tende.
E
in uno stabilimento si azzuffano un gruppo di Campi e il barista
TORRE
LAPILLO - Situazione incandescente a Torre Lapillo dove, nel giro di
ventiquattr'ore, sono scoppiate due risse che hanno visto coinvolte ben
18 persone: nove in una rissa e altrettante nell'altra.
La
prima si è scatenata sulla spiaggia libera della marina, la seconda
all'interno di uno stabilimento balneare della zona. Ma andiamo con
ordine.
Domenica
pomeriggio un gruppo di otto ragazzi tra i diciotto e i 24 anni, di
Guagnano sono arrivati a Torre Lapillo intenzionati a piantare le loro
tende per il campeggio. E così hanno fatto: armati di picchetto e buona
volontà hanno tirato su un bel baracchino. A quanto pare, però, l'idea
è risultata poco gradita al padrone di un'abitazione vicina, che
avrebbe iniziato ad inveire contro i ragazzi e a minacciarli per farli
sgombrare al più presto. Dalle parole ai fatti, il passo è stato
breve. Tra gli otto ragazzi e il proprietario dell'abitazione sarebbe
scoppiata una lite furibonda tanto che tre giovani sono finiti al pronto
soccorso estivo per farsi curare contusioni ed escoriazioni riportate
durante lo scontro. Le ferite sono state giudicate guaribili entro dieci
giorni. Anche se un campeggiatore avrebbe riportato anche danni ai
denti, tanto che sarà costretto a ricorrere alle cure di un
odontoiatra. E ora i tre ragazzi avrebbero tutte le intenzioni di
sporgere querela contro l'«indigeno».
Ma
veniamo alla seconda zuffa che ha coinvolto altre nove persone: un
barista dello stabilimento balneare e otto giovani di Campi Salentina.
La lite si sarebbe consumata al bagno Stella Maris. Sembra che il gruppo
di ragazzi avesse alzato un po' troppo il gomito e se la sarebbe presa
con il barista. Sul luogo sono intervenuti i carabinieri della stazione
di Porto Cesareo, ma la rissa era già stata sedata dai gestori e
liquidata.
di Donatella
Coppola
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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno
e dal Quotidiano di Lecce di
Mercoledì 15 Agosto 2001
Gazzetta
del Mezzogiorno
Panico
al lido
Bebè
si smarrisce: Lo ritrovano sulla provinciale
TORRE LAPILLO -
Momenti di panico ieri pomeriggio al mare, vicino al Lido Max. Un
bambino di cinque anni è scomparso per un'ora. I genitori hanno pensato
al peggio: un rapimento. Invece il piccolo si era allontanato dalla
sorellina più grande che stava andando a comprare le patatine e si era
smarrito. Si è ritrovato sulla provinciale seduto su di un sasso a
piangere. Il bambino aveva camminato per un chilometro e ad un certo
punto si è ritrovato da solo: fortunatamente è stato notato da una
signora che lo ha accompagnato al pronto soccorso estivo di Torre
Lapillo. Lì i medici e il personale sanitario hanno allertato i
carabinieri, i vigilantes e i vigili urbani. I volontari sono andati in
giro per gli stabilimenti, da dove i bagnanti sono stati avvisati con i
megafoni che era stato trovato un bambino smarrito. Dopo circa un'ora i
genitori si sono presentati al pronto soccorso estivo e il piccolo ha
così potuto riabbracciare la sua mamma e il suo papà, non senza le
classiche lacrime di gioia dovute alla commozione.
di D. C.
Quotidiano
di Lecce
Bimbo
si perde. Ritrovato a due chilometri da casa
TORRE
LAPILLO - E' sfuggito al controllo della sorella maggiore che lo teneva per mano e sgambettando si è
allontanato così tanto da far perdere le proprie tracce. Lui, Antony Ganci di Bologna, un bimbo di cinque
anni in vacanza con la famiglia a Torre Lapillo, dove i genitori hanno preso in affitto una piccola
abitazione, ieri proprio non voleva saperne di stare a casa. Ha iniziato a fare i
capricci perché voleva andare in spiaggia, assecondato dalla mamma: «Andate avanti
- ha detto la turista bolognese alla figlia più grande, ance lei minorenne - io e papà
arriveremo tra poco». Erano circa le 13. I due fratelli hanno preso poche
cose con sé e, invitato anche un amichetto del piccolo Antony, hanno raggiunto
"Lido Max", stalbilimento balneare situato sulla Torre Lapillo-Porto
Cesareo. C'è una rotonda poco prima della spiaggia, sul lido, piena
zeppa di videogames ed attrazioni per grandi e piccini. Antony non ha
resistito al richiamo di tutte quelle lucine e suoni elettronici. E' bastato
un attimo e la ragazzina bolognese non ha più visto il fratellino. Per lei è
stato subito panico. Una breve ricerca sulla spiaggia dello stabilimento, ma nulla. Di corsa quindi a casa ad
avvisare i genitori dell'accaduto. I1 tempo passava nell'angoscia ma di quello
scricciolo biondo nemmeno l'ombra. Ormai erano poco più delle 15 quando una donna, suocera del medico di turno al
Pronto soccorso di Torre Lapillo, ha notato un bimbetto in lacrime seduto all'angolo del bar "Smile" in via
Torre, nel centro della marina. Vi si è avvicinata e il piccolo l'ha abbracciata spiegandole che si era
perso nel tentativo di tornare a casa da solo. E di strada, passetto dopo passetto,
Antony ne aveva fatta tanta considerando che il luogo del suo ritrovamento era
più di due chilometri di distanza da quello della sua scomparsa. La donna ha quindi portato
il bimbo al Pronto soccorso dove è stato tranquillizzato e da dove è
partita una segnalazione ai carabinieri, polizia, "Velialpol"
nonché al personale degli stabilimenti "Lido Max" e "Bacino
Grande". In spiaggia, quindi, l'annuncio del ritrovamento del piccolo
Antony Ganci che poco dopo ha potuto finalmente riabbracciare i genitori.
di
Fabiana Pacella
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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno
e dal quotidiano di Lecce di Venerdì 17 Agosto 2001
Ancora
risse a Torre Lapillo
Gazzetta
del Mezzogiorno
Padre
e figlio in manette dopo la rissa
Andavano in giro con una pistola ed un coltello «proibito»
TORRE LAPILLO -
Padre e figliastro finiscono in manette per la detenzione di una
pistola e di un coltello di genere proibito. Si tratta di Pasquale
Ascanio, 60 anni, originario di Salice Salentino, residente a Veglie, ma
domiciliato a Leverano, e di Antonio Di Coste, 32 anni, nativo di
Mesagne, ma residente a Leverano. I due sono finiti in manette, l'altra
sera ad opera dei carabinieri della Stazione dell'Arma di Porto Cesareo,
per via degli effetti di una rissa scoppiata in mattinata tra alcuni
giovani. Due di essi, M. M., 21 anni, e D. L., 17, entrambi di Veglie,
erano finiti al Pronto soccorso estivo di Torre Lapillo, dove erano
stati medicati e giudicati guaribili in otto giorni ciascuno. A loro
dire, tra gli aggressori ci sarebbe stato un parente del fruttivendolo
della marina, Pasquale Ascanio, appunto. E così, un familiare del
maggiorenne picchiato, a quanto è dato di sapere a colpi di bastone, si
era recato dall'uomo per sapere che cosa era accaduto. Senonché, una
volta alle prese con quello, il fruttivendolo aveva estratto una
pistola, e con quella gli aveva intimato di togliersi dai piedi. Sulle
tracce dei partecipanti alla rissa, però, c'erano già i carabinieri,
che in servizio di perlustrazione proprio per identificare gli autori
dello scontro, erano finiti giusto davanti al locale per la vendita di
frutta e verdura. Alla vista dei militari, il fruttivendolo aveva
passato la pistola al figliastro, ma il movimento non era sfuggito agli
uomini in divisa, che erano prontamente intervenuti, sequestrando
l'arma. Nel corso della successiva perquisizione nell'abitazione di
Pasquale Ascanio, sono stati poi rinvenuti il bastone che sarebbe stato
utilizzato per la rissa, ed un coltello di genere proibito. Per padre e
figlio, d'intesa con il magistrato di turno, il sostituto procuratore
Carolina Elia, sono scattate le manette; quanto alla pistola ed alle
altre due armi improprie, sono state poste sotto sequestro.
Quotidiano
di Lecce
Rissa
con pistola e coltello: 2 arresti
Finisce
in ospedale un giovane di Veglie e un suo amico
TORRE
LAPILLO - Ancora
violenza gratuita sulle strade di Porto Cesareo, per la precisione nella frazione di
Torre Lapillo. L'ultimo grave episodio che ha visto coinvolto in una
rissa un gruppo di sei persone sì è verificato nel giorno di
Ferragosto, tra lo stupore e gli sguardi allibiti di decine di turisti che
avevano invaso la marina.
L'allarme e
scattato alle 16,25 di mercoledì con una telefonata ai carabinieri di Porto
Cesareo, partita dal pronto pronto soccorso estivo di Torre Lapillo
alla cui porta avevano bussato due ragazzi di Veglie feriti ed in
evidente stato di shock. Ai militari giunti poco dopo sul posto, i due
giovani turisti, Maurizio Muia di 21 anni e D. L., appena quindicenne,
hanno raccontato terrorizzati di essere stati picchiati poco prima da un
loro compaesano, Damiano Ascanio, di 19 anni. Alla base del "regol amento di conti" un
diverbio nato tra i tre per futili motivi. Qualche parola di troppo, poi gli insulti sempre
più pesanti ed infine la voglia di farsi valere a tutti i costi secondo la
legge del più forte. E allora giù calci e pungi finché Muia e l'amico non sono
riusciti a sfuggire. Sono stati entrambi medicati nel presidio medico locale,
ma nel tardo pomeriggio sono stati ricoverati nell'ospedale di Copertino con prognosi di otto
giorni per aver riportato alcune ferite alla testa. Dopo aver ascoltato la loro
testimonianza, quindi, i militari, al comando del maresciallo Antonio
Casciaro, hanno individuato e raggiunto l'abitazione estiva di Damiano Ascanio che nel frattempo
sembrava essersi dileguato. Ma qualcuno in casa c'era. Si trattava di Antonio Di Coste,
mesagnese di 31 anni residente a Leverano e ritenuto dalle forze dell'ordine un individuo
piuttosto pericoloso. Di Coste ha spiegato ai carabinieri che il ragazzo era
fuori ma che di lì a poco avrebbe aperto il chioschetto di frutta e verdura che
gestisce come venditore ambulante proprio nel centro della marina. E infatti, intorno alle 17.15,
i carabinieri hanno raggiunto la rivendita notando però qualcosa di strano. C'era molta,
troppa gente in zona e a giudicare dagli insulti che volavano ad alta voce non doveva trattarsi di
clienti intenti ad acquistare frutta. Nella folla c'erano Damiano Ascanio ed Alessandro Muia,
fratello del giovane vegliese pestato poco prima recatosi sul posto per chiedere spiegazioni
circa l'aggressione a Maurizio e al quindicenne. Ma Alessandro aveva fatto male i suoi
calcoli: il giovane fruttivendolo ha chiesto l'intervento di Pasquale
Ascanio, 60 anni, nato a Salice, residente a Veglie e domiciliato a Leverano. Quest'ultimo,
infatti, alle mani ha preferito le armi e, dopo aver minacciato Alessandro Muia con un
bastone, ha brandito una pistola. Provvidenziale l'arrivo dei carabinieri, alla cui vista Pasquale
Ascanio ha cercato di disfarsi dell'arma passandola in fretta ad Antonio Di Coste, che nel
frattempo lo aveva raggiunto. Il mesagnese ha tentato di nascondere la pistola nei pantaloni
per poi allontanarsi, ma è stato bloccato dai carabinieri che lo hanno
poi arrestato insieme a Pasquale Ascanio. Per i due l'accusa è di detenzione e porto
abusivo di armi. La pistola, sequestrata insieme ad un grosso coltello di genere
proibito in possesso a Pasquale Ascanio, aveva la matricola abrasa e otto
colpi nel caricatore.
di
Fabiana Pacella
|
Dalla
Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 17 Agosto 2001
Torre
Lapillo: A pesca di ostriche
Denunciato
un sub
Motovedetta
dei carabinieri «pizzica» sommozzatore di Copertino
Sequestrati i molluschi e l'attrezzatura per l'immersione
TORRE LAPILLO - Mai
pescare con le bombole: si rischia una multa di due milioni e - quel che è
peggio - il sequestro dell'attrezzatura subacquea. Oltre alle stesse
bombole, il relativo respiratore, e gli arnesi utilizzati per smuovere le
prede dal fondo roccioso.
Ne
sa qualcosa un pescatore dilettante di Copertino, che proprio il giorno di
Ferragosto, è stato acciuffato mentre pescava in maniera illegale. L'uomo,
A. C., di 38 anni, stava pescando nelle acque di Torre Lapillo, quando in
zona ha fatto la comparsa una motovedetta dei carabinieri. Insospettiti
dalla presenza di un natante all'ancora, i militari hanno voluto
controllare, ed hanno appurato che sul fondo c'era un sub intento a pescare.
Hanno così atteso che il pescatore risalisse in superficie e lo hanno «pizzicato»
con il pescato. A. C. aveva con sé, raccolti in una retina, circa sette
chili di ostriche, che aveva raccolto dal fondo utilizzando un martello
sagomato a punta. In vista della successiva confisca, l'attrezzatura è
stata ovviamente sequestrata, e sotto sequestro sono finiti anche i gustosi
molluschi, che con ogni probabilità, erano destinati a finire nelle cucine
di qualche ristorante della zona. Inutile aggiungere, che alla fine A. C. è
stato anche denunciato e multato.
|
Dal
Quotidiano di Lecce di Domenica 19 Agosto 2001
Torre
Lapillo:
Niente
"Ave Maria", ed è rivolta contro il parroco
TORRE LAPILLO - Aspettavano che passasse la statua
della Madonna in processione per cantarle 1'Ave Maria, ma sono rimasti a bocca asciutta. E
allora il coro si è levato ugualmente, ma di polemiche. E ora più di un centinaio di
fedeli minacciano una protesta serrata a oltranza.
È successo a Torre Lapillo nella serata
di venerdì, in occasione dell'annuale festa in onore della Madonna dell'Assunta. Tra
le manifestazioni sacre previste per l'occasione, la tradizionale processione della
Vergine per le vie della marina. Che venerdì, però, si è trasformata in una
sorta di maratona considerando la velocità con cui - pare per volere del parroco, don Pasquale -
il corteo ha compiuto il suo cammino. Ma c'è di più. Qualche giorno fa un gruppo
dei fedeli che abita in via Fontana (circa 50 famiglie provenienti dai paesi limitrofi), aveva
chiesto l'autorizzazione di cantare 1'Ave Maria di Schubert al passaggio della
processione. Richiesta a cui il comitato organizzatore della festa ha acconsentito
pienamente. «Abbiamo preparato tutto - spiega Salvatore, originario di Salice e residente
da tempo con la famiglia a Milano , addobbato le strade e contattato Vincenzo
Simone, il cantante che avrebbe dovuto interpretare l'aria».
Ma qualcosa é andato storto. Poco dopo le 20, infatti, il corteo è passato davanti a
via Fontana dove tra l'altro gli abitanti hanno eretto qualche anno fa una statua
raffigurante proprio Maria. «Ma lì non ha aspettato - continua inferocito il fedele - perché
don Pasquale urlava al microfono di andare avanti e addirittura si è infastidito
quando gli uomini che trasportavano la Madonna in spalla hanno deciso di effettuare un
cambio».
E così i fedeli hanno iniziato a lanciare fischi e urla all'indirizzo del parroco. «Ci
hanno preso in giro protesta Totò, anziano villeggiante anch'egli di Salice - e non
capiamo il perché. Inoltre, la messa che a fine cammino doveva essere celebrata nel
piazzale antistante la torre locale, è stata invece officiata nel cortile di un'abitazione
privata e praticamente quasi nessuno ha potuto seguirla».
di
Fabiana Pacella
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