Dalla
Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 5 Ottobre 2001
Completato
il restauro di un tipico manufatto "archeo industriale".
A
breve l'inaugurazione
L'antico
frantoio è tornato al suo splendore originario
VEGLIE -
Prossima apertura
del museo dell'olio. Si spera, infatti, sia imminente a tale scopo
l'inaugurazione del frantoio ipogeo di Veglie ubicato «nella strada di
San Vito». Il frantoio, rinvenuto nel '96 totalmente pieno di terra, é
stato riportato alla luce grazie ad un attento lavoro di restauro,
iniziato dopo che nel '99 il comune di Veglie provvide all'acquisto del
frantoio stesso. I «trappeti», 9 solamente a Veglie, sono disseminati
lungo tutto il Salento, terra di oliveti secolari e di olio. La
crescente industrializzazione, poi, ne ha decretato il declino
inesorabile fino all'abbandono totale.
Nel panorama architettonico-culturale di Terra d'Otranto i frantoi
occupano un posto di notevole interesse, esempio tra i piú peculiari di
manufatti «archeo-industriali». Questi ambienti, e le macchine da
lavoro annesse, appartengono alla nostra cultura e per questo sono
oggetto di conservazione perchè testimonianza viva e diretta della
civiltá contadina e quindi considerati «beni culturali industriali».
«L'obiettivo principale del recupero - sottolinea Antonio Greco,
progettista dell'intervento - é restituire, dopo 50 anni di oblio, un
bene culturale della civiltá contadina a tutti. Recuperare questi
contenitori archeo-industriali - aggiunge - significa contribuire alla
scoperta di valori che hanno rappresentato valenze di natura economica,
ma che oggi piú che mai esprimono la sacralitá del lavoro e con essa
la valorizzazione di un prodotto vecchio quanto il mondo».
Il restauro del frantoio ipogeo ha previsto un consolidamento del piano
stradale, e in parte dello stesso frantoio. La grotta é stata pulita e
si é poi proceduto alla ricostruzione di tutto l'ambiente di lavoro,
nell'intento di realizzare un museo dell'olivo e dell'olio.
Sono stati installati dei pannelli esplicativi per illustrare i processi
e i mezzi produttivi attraverso un percorso didattico.
Nell'antico frantoio vi era una vasca per la molitura che é stata
ricostruita, mentre sono stati realizzati e posizionati due torchi, uno
alla «calabrese» e uno alla «genovese» in legno di quercia, grazie
alla perizia del maestro d'ascia Antonio Leucci di Surbo. Inoltre é
stata realizzata la trave orizzontale, l'albero verticale e la stanga
della vasca per la molitura sempre in legno di quercia. Una
ricostruzione fedele, possibile grazie al rinvenimento fatto in questi
anni di altri frantoi che conservavano ancora i torchi originali. Il
progetto di restauro é stato possibile grazie ad un cofinanziamento da
parte del comune di Veglie che ha partecipato con 28 milioni, del fondo
Feoga Pop Puglia con 17 milioni, e del Gal «Terra d'Arneo» con 52
milioni. Antonio Greco, all'epoca sindaco di Veglie e promotore
dell'iniziativa e attuale presidente del Gal, si dice soddisfatto. «Speriamo
in una pronta inaugurazione del frantoio. Questo intervento - aggiunge -
rientra nel progetto Leader 2 che prevede un «Museo diffuso»
articolato nei sette paesi che fanno parte del Gal Terra D'Arneo, e per
il quale ciascun paese partecipa con le sue peculiaritá. Veglie con i
sui frantoi».
di
Rosaria Bianco
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