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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 6 dicembre 2000 Un anno dopo, tra il dolore e le polemiche Le vedove diserteranno forse la cerimonia: "Una sofferenza insostenibile" VEGLIE - Tre vedove inconsolabili. Sono le vedove della strage della Grottella: Antonietta, Maria Carmela e Romina. Ad un anno esatto dall'uccisione dei mariti tornano a chiedere giustizia. Giustizia piena. E mentre le istituzioni si mobilitano per commemorare le tre guardie giurate Luigi Pulli, Rodolfo Patera e Raffaele Arnesano, innalzando un monumento che li ricordi, le vedove, questa mattina, potrebbero essere le grandi assenti della cerimonia. "Sarebbe un'emozione troppo forte - spiega Antonietta Casavecchia - Mi sono sentita anche con Romina e Maria e abbiamo valutato l'opportunità di partecipare alla manifestazione. Si rinnoverebbe un dolore insostenibile. Non riuscirei a resistere. Ma non c'è nulla di polemico nella mia decisione, ma io di certo non ci sarò". Ma se a questa assenza bisogna dare un significato, forse è da ricercare anche nell'esito delle indagini. Antonietta Casavecchia la pensa così: "Prima ci dicono che l'inchiesta è chiusa, poi che è ancora aperta. Si parla solo e sempre dei due pastori sardi. E gli altri? Quando finiscono in carcere? Non si parla mai degli altri. So solo che ci sono alcune inchieste che durano anni, in cui si indaga per così tanto tempo. Queste, invece, le hanno chiuse nel volgere di neanche un anno: da dicembre a ottobre". Gli unici imputati per la strage della Grottella, una vera azione di guerra compiuta da un commando composto da almeno dieci persone, sono i due pastori: Gianluigi Depau e Pierluigi Congiu. Il 2 febbraio si aprirà il processo in Corte d'Assise per concorso in omicidio e rapina. Ma gli investigatori non hanno fatto mai un mistero che dietro l'assalto ai furgoni portavalori possa esserci una triplice intesa tra clan leccesi, criminalità brindisina ed ambienti legati alla malavita sarda. E' fiducioso nel lavoro dei magistrati il maggiore Giovanni Palma, comandante della Velialpol: "Il lavoro delle forze dell'ordine è stato intenso: ci sono elementi importanti e credo che porteranno a termine con successo le indagini". Ma oggi, a distanza di un anno, quali acorgimenti sono stati adottati per evitare una nuova "strage della grottella"? "E' stato uno schiaffo che abbiamo subito - aggiunge Palma - ma ora sono stati introdotti dei sistemi di sicurezza all'avanguardia: i portavalori sono dotati di apparati satellitari che li seguono su tutto il percorso; le scorte di polizia e carabinieri ci affiancano per i trasporti più pericolosi; gli elicotteri, di tanto in tanto, garantiscono la copertura dall'alto". Degli accorgimenti sono stati adottati anche in materia di armamento: "Le guardie giurate sono dotate anche di armi lunghe - continua Palma - ma per usarle è necessario che ci sia il tempo. E le guardie giurate conoscono bene i rischi cui vanno incontro". Lo sanno Giuseppe Quarta, Flavio Matino e Giovanni Palma, le guardie giurate rimaste ferite durante il sanguinoso assalto. I tre sono già tornati in servizio. E questa mattina saranno presenti alla cerimonia organizzata dall'amministrazione comunale di veglie in collaborazione con l'istituto di vigilanza Velialpol. Prima in chiesa per partecipare alla messa celebrata da monsignor Rocco Talucci, arcivescovo di Brindisi, poi (intorno alle 10) in piazza della Costituzione per scoprire il monumenti per le vittime della Strage della Grottella. Il monumento rappresenta una guardia giurata, "quale simbolo universale di quanti sono caduti nell'adempimento del proprio dovere - spiega il sindaco di Veglie Roberto Carlà - affinché il ricordo non sia solo sofferenza, ma sia il ritrovamento di quella vera forza che alimenta la stessa vita, sperando che la testimonianza di un'intera comunità possa essere insegnamento di valori morali, umani e sociali alle nostre generazioni presenti e future". Alla cerimonia prenderanno parte il presidente della Regione Raffaele Fitto, il presidente della Provincia Lorenzo Ria, il prefetto Giovanni D'Onofrio e i sindaci accompagnati dal gonfalone. Conclusa la cerimonia a Veglie, ci sarà un corteo fino al luogo della strage, sulla Copertino-San Donato. Lì sarà scoperto un altro monumento che è stato voluto e realizzato dai colleghi delle vittime. Gianfranco Lattante |