Dalla
Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 5 Maggio 2001
Gravissimo
e misterioso episodio nelle campagne lungo la strada per Novoli. Viti di
Montepulciano e Negroamaro annientate dal diserbante
Distrutto
col veleno un pregiato vigneto
Nel
mirino un consigliere comunale diessino: «Ma la politica non c'entra»
VEGLIE -
Grave
attentato ai danni di Giovanni Cipolla, 47 anni agricoltore e consigliere
comunale diessino a Veglie. Questa volta, però, non sono scoppiate bombe
né sono stati esplosi colpi di pistola. Si tratta di un attentato per
certi versi più subdolo, certamente silenzioso, ma dalla valenza
distruttiva enorme.
Nella
notte tra martedì e mercoledì, ignoti hanno raggiunto il vigneto di
Cipolla, lungo una traversa della provinciale Veglie - Novoli, e con una
pompa a spalla hanno cosparso di diserbante sistemico tutte le vigne.
Un
ettaro di terra coltivato a metà con uve di Negroamaro e per l'altra metà
con uve di Montepulciano. Chiunque sia stato era esperto della zona e
sopratutto di prodotti per l'agricoltura. In quel vigneto non ci si arriva
facilmente e il diserbante è stato usato in dosi massicce per essere
sicuri che avrebbe avuto l'effetto desiderato.
Dell'accaduto
il proprietario si è accorto solo giovedì, quando un vicino lo ha
chiamato per chiedergli se avesse sbagliato il trattamento alle piante.
Così quando si è recato sul posto si è subito accorto di quanto era
successo. «C'era una puzza di diserbante e quando ho visto le cime delle
piante ho capito subito cosa avevano fatto», racconta.
Un
gesto che a Cipolla costerà l'intero raccolto di quest'anno, poco più di
cento quintali d'uva, per un valore commerciale di circa dieci milioni di
lire. Ben poca cosa rispetto a quello subito dalle piante: il tipo di
veleno usato entra nel ciclo vitale della vigna e pian piano la distrugge
con la conseguenza di doverla estirpare. Tenuto conto che si tratta di
piante di otto anni d'età, il danno in prospettiva è davvero elevato,
per certi versi incalcolabile. Sopratutto se si tiene conto che Giovanni
Cipolla è un contadino che vive del suo lavoro e che ha comprato quella
terra con i risparmi di anni di lavoro. Così come gli è costato sudore
condurre il vigneto, lavorare la terra.
«Non immagino chi possa essere stato. Se lo sapessi, non sarei qui»,
dice con tono quasi minaccioso il consigliere diessino al cronista che lo
sorprende sul campo, mentre cerca di riparare in qualche modo al danno
staccando le cime delle piante. «In questo modo - spiega - con la linfa
potrebbe uscire anche il veleno e forse riuscirò a salvare qualcosa».
E'
furioso, Cipolla, non sa darsi pace, ma di una cosa è certo: non si
tratta di un attentato legato alla sua attività politica. «Non voglio
speculazioni - dice - sono sicuro che tutto ciò con la politica non
centra niente».
Non è
la prima volta che da queste parti succedono queste cose, ma è la prima
volta che un agricoltore ha il coraggio di denunciare l'accaduto ai
carabinieri. Ci sono stati casi in cui sono stati tagliati tendoni e
alberi di ulivo. In altri ancora sono stati divelti vigneti, ma nessuno ha
mai denunciato nulla. «Non ho ricevuto alcuna richiesta estorsiva e non
ho avuto alcuna discussione - continua a dire, incredulo per quanto è
successo - sono una persona conosciuta e sono solito mantenere buoni
rapporti con tutti».
Tuttavia, quanto successo non è certo frutto dell'opera di un pazzo.
Chissà, forse, le indagini dei carabinieri sapranno fare luce su questo
incredibile episodio.
di Maurizio
Rampino
Dalla
Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 6 Maggio 2001
Un
intervento del gruppo dei Ds
Tanta
solidarietà dopo l'attentato
VEGLIE -
Tanta
solidarietà per Giovanni Cipolla l'agricoltore e consigliere comunale
diessino di Veglie al quale ignoti hanno distrutto con un potente
diserbante un ettaro di vigneto.
«Vogliamo
pubblicamente esprimere la nostra solidarietà all'amico Giovanni Cipolla
- dice Alessandro Aprile a nome dell'intero gruppo consiliare di Insieme
per Veglie che ieri si è riunito per discutere di questa vicenda - un
rappresentante di quella parte del mondo agricolo vegliese che crede nel
rilancio dell'agricoltura e ci investe tempo e denaro. Non è la prima
volta - continua Aprile - che nella nostra cittadina avvengono questi
deprecabili episodi, ci auguriamo che le forze dell'ordine possano in
qualche modo risalire agli autori di questo, ma anche degli altri
attentati, in modo da far cessare, queste stupide quanto dannose forme di
ripicca».
L'attentato,
va sottolineato, nulla ha a che vedere con l'attività politica del
malcapitato. Si tratta piuttosto di episodio da inquadrare, probabilmente,
come una vendetta, anche se ciò nulla toglie all'estrema gravità del
gesto.
La
stessa vittima ha dichiarato di non avere idea di chi possa essere stato e
di non avere avuto alcuna discussione che possa far pensare o risalire
agli autori di questo dissennato gesto. Ieri, comunque, Cipolla era ancora
in campagna per cercare di riparare al danno, ma sembra ormai un'impresa
impossibile.
«Le piante purtroppo - spiega il consigliere comunale diessino - stanno
peggiorando sempre più, il veleno è entrato nel ciclo vitale e stanno
cominciando ad appassire, non credo che riuscirò a salvarle. Comunque -
dice ancora - porterò le foglie ad un centro di ricerca per capire quale
principio attivo hanno usato, uno scrupolo che voglio togliermi
Dal
Quotidiano di Lecce di Sabato 19 Maggio 2001
Vigneti
avvelenati Nota
di Maritati e Maniglio Dopo
l'ennesimo caso di vigneto distrutto con il veleno, il senatore Alberto
Maritati e il consigliere regionale dei Ds Antonio Maniglio, entrambi dei
Ds, intervengono con una nota in cui esprimono solidarietà alle vittime
degli attentati: «Di
fronte al ripetersi di tali episodi è indispensabile una più serrata
attività di controllo. Lo stesso Comune potrebbe convenzionarsi con un
istituto di vigilanza». Oggi
(19/5/01)
entrambi gli esponenti politici saranno in paese per esprimere
solidarietà ai cittadini colpiti da questi attacchi.
Dalla
Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 19 Maggio 2001
Il
senatore Maritati e il consigliere Maniglio incontrano gli agricoltori
colpiti
«Maggiori
controlli nelle campagne»
Cresce
la tensione dopo la distruzione del terzo vigneto in pochi giorni
L'assessore:
«Abbiamo previsto un piano di coordinamento»
Veglie - La
solidarietà del senatore Alberto Maritati e del consigliere regionale
Antonio Maniglio ai tre agricoltori vittime del «serial killer» dei
vigneti. Stamattina, infatti, Maniglio e Maritati saranno a Veglie per
incontrare i malcapitati ed esprimere loro solidarietà.
«Di
fronte al ripetersi di tali episodi - scrivono i due esponenti diessini in
una nota - è indispensabile una più serrata attività di controllo e
vigilanza delle forze dell'ordine per impedire nuovi attentati e dare
serenità a tanti agricoltori giustamente preoccupati. La stessa
amministrazione comunale - propongono Maritati e Maniglio - in questa situazione
d'emergenza, potrebbe convenzionarsi con un istituto di vigilanza per
controllare meglio le campagne circostanti Veglie ed evitare che altri
lavoratori siano messi in ginocchio da queste imprese dissennate».
L'amministrazione
comunale, da parte sua, ieri si è riunita ed ha discusso della delicata
faccenda. «Abbiamo esaminato le iniziative già avviate - spiega
l'assessore all'Agricoltura Antonio Cascione che sta seguendo la vicenda -
e con i carabinieri, i vigili urbani e l'Istituto di vigilanza Velialpol
abbiamo stabilito un piano comune di controllo per evitare il ripetersi di
questi incresciosi episodi. Saranno fatti dei turni di controllo anche in
borghese per cercare in qualche modo di risalire agli autori di questi
gesti insensati».
I
carabinieri, intanto, hanno avviato le indagini e non escludono alcuna
ipotesi per quanto accaduto nelle ultime due settimane.
I
due agricoltori colpiti la notte tra venerdì e sabato scorso, Romeo Manca
e Antonio Donateo, in queste ore stanno cercando in tutti i modi di
arginare il danno. Ancora ieri sono stati nel loro vigneto per verificare
gli effetti del diserbante sulle piante. «Ormai - dice sconsolato Manca -
il raccolto è perduto, spero solo di riuscire in qualche maniera ad
evitare che le vigne colpite muoiano per sempre».
Dalla
Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 20 Maggio 2001
Maritati
e Maniglio ieri hanno incontrato gli agricoltori
Vigneti
distrutti: è il racket
«La
risposta deve essere compatta e decisa»
VEGLIE
- Potrebbe esserci il racket dietro il «serial killer» dei
vigneti. E' l'ipotesi che si è fatta strada anche ieri, nel corso della
visita che il senatore Alberto Maritati e il consigliere regionale Antonio
Maniglio hanno reso ai tre malcapitati agricoltori Giovanni Cipolla, Romeo
Manca e Antonio Donateo a cui ignoti, nei giorni scorsi, avevano distrutto
la vigna con il diserbante.
Maritati
e Maniglio sono giunti a Veglie intorno a mezzogiorno ed hanno portato la
loro solidarietà ai tre agricoltori, dopodiché si sono recati sui campi
per verificare di persona lo scempio sulle piante. Inoltre, hanno
telefonato al capo dell'ispettorato provinciale dell' agricoltura che
domani effettuerà un sopralluogo per capire cosa è effettivamente
successo e quali possono essere i rimedi. Per la settimana prossima,
probabilmente giovedì, Maniglio e Maritati saranno di nuovo a Veglie per
partecipare ad una assemblea di agricoltori.
«Ho
avuto una brutta impressione - dice Maritati dopo la visita - la risposta
che bisogna dare deve essere compatta e decisa perché, chiunque sia
stato, deve capire che qui non c'è spazio per questi atteggiamenti
delinquenziali. La mia e quella di Maniglio - conclude il senatore - non
è stata una visita di mera solidarietà, ma un impegno concreto a favore
degli agricoltori, vedremo nei prossimi giorni cosa si deve fare».
Insomma c'è la necessità di tenere alta l'attenzione perché, se di
racket dovesse effettivamente trattarsi, gli episodi potrebbero ripetersi
e potrebbero anche arrivare le richieste di denaro in cambio di
tranquillità».
Intanto
continua il lavoro degli investigatori per cercare di venire a capo di
questa vicenda. Giovedì il comandante della compagnia dei carabinieri di
Campi, il maggiore Antonio Buccoliero si è recato sui campi presi di mira
dai malviventi e ha prelevato dei campioni di foglie per farli analizzare.
Non è escluso, ma è solo un ipotesi, che attraverso il principio attivo
del veleno si possa arrivare alla marca e quindi al rivenditore di quel
tipo di diserbante
Dal
Quotidiano di Lecce di Giovedì 24 Maggio 2001
Brucia
un trattore. Torna il racket delle estorsioni?
Agricoltura nel
mirino. Stavolta le fiamme hanno distrutto un trattore, usato per spandere il concime e
per irrigare le colture, che si trovava nella masseria Perrone, alla
periferia di Veglie, sede dell' "Azienda agricola salentina" che
appartiene a Gerard Arigoni, imprenditore agricolo di origini francesi.
I1 mezzo era parcheggiato all'interno della
masseria quando, l'altra notte, improvvisamente, ha cominciato a bruciare.
Il fuoco in breve tempo ha devastato il trattore. I danni ammontano a circa
trenta milioni.
Sul posto sono
arrivati i vigili del fuoco di Lecce e anche i carabinieri della compagnia di Campi,che
hanno avviato indagini. Al momento, e i primi accertamenti non sono riusciti a
far luce sulla vicenda, non è chiaro se l'incendio sia di natura dolosa o se
le fiamme siano ad esempio state scatenate da un guasto del mezzo. Le
verifiche andranno avanti: è un dilemma che sarà risolto soltanto da approfonditi
controlli.
E i militari sostengono
che bisogna assolutamente riuscire a capire che cosa è successo, perché
ultimamente in zona sono stati messi a segno diversi attentati nel settore
agricolo. A Veglie, ad esempio, sono stati "bruciati" col diserbante alcuni vigneti,
anche pregiati. I proprietari dei terreni da un giorno al l'altro si sono
ritrovati con coltivazioni appassite e rovinate, distrutte dal veleno.
Dalla
Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 29 Maggio 2001
Alberto
Martitati ad una riunione di agricoltori
Uniti
nella guerra alla mala
«E'
necessario reagire con determinazione»
VEGLIE
- «E' necessario che tutti vigilino perché non sarà possibile avere
un carabiniere per ogni appezzamento di terra».
Queste,
in sintesi, le parole del senatore Alberto Maritati alla riunione
organizzata nei giorni scorsi dai Democratici di sinistra di Veglie contro
gli attentati avvenuti un paio di settimane fa ai danni di tre agricoltori
a cui, con il diserbante, sono stati distrutti vigneti.
All'incontro,
a cui hanno partecipato molti agricoltori preoccupati per questi
inspiegabili episodi, erano presenti anche il consigliere regionale
Antonio Maniglio e per l'amministrazione il vice sindaco Oronzo Sabato. Su
questi fatti stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Campi e
pesa l'ombra del racket.
A
complicare ancora di più la situazione c'è stato, poi, nei giorni
scorsi, più o meno nella stessa zona, un attentato ai danni di un'azienda
di proprietà di una società francese a cui sono stati dati alle fiamme
alcuni mezzi e l'impianto di irrigazione per un totale di circa duecento
milioni di danni. Per questo Maritati ha ribadito che contro il crimine «bisogna
reagire con compattezza e determinazione». L'amministrazione, da parte
sua, ha predisposto una serie di interventi coordinati tra vigili,
vigilantes e carabinieri per cercare di presidiare, per quanto possibile,
il territorio. Nel corso della riunione che si è tenuta a Veglie,
inoltre, è stato auspicato che le forze dell'ordine possano quanto prima
trovare i responsabili di questi gravissimi episodi.
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