da "Don M. Arcangelo Martina" - Parrocchia SS.Rosario (Veglie) - 8
maggio 2003
IL 20 APRILE E’ STATO IL 10° ANNIVERSARIO DALLA MORTE
DON TONINO, VESCOVO DEI POVERI
Dieci
anni dalla morte, non dalla scomparsa! Sì, perchè don Tonino Bello è in
mezzo a noi più di prima; le sue parole e i suoi gesti li sentiamo parte
di noi e sono da riproporre con più urgenza e con più forza del passato.
Ci ha lasciati a soli 58 anni (1935-1993). C’era ancora tantissimo bisogno
di lui. Il vuoto della sua presenza fisica sembra incolmabile, ma noi,
tuttavia, non possiamo perdere la speranza che molti raccolgano il
“testimone” di don Tonino per contrastare quest’oceano di indifferenza, di
chiusura e di egoismo.
Ho avuto il grande dono e la gioia di conoscerlo e di stringere un po’ di
amicizia con lui quando ero in seminario a Molfetta (1980-1986) e mentre
ero all’Università Salesiana di Roma (1986-1992). In questo periodo
romano, quando c’erano le assemblee della Conferenza Episcopale Italiana,
di solito attendevo all’uscita dell’Aula Paolo VI in Vaticano per
incontrare il nostro Arcivescovo Monsignor Settimio Todisco, e,
puntualmente, anzitutto incontravo don Tonino, tra i primi vescovi ad
uscire. Quasi sempre lo notavo un po’ triste e pensoso; non mancava di
farmi qualche confidenza sulle sue preoccupazioni a proposito di problemi
di un certo rilievo che lo assillavano... Ma sempre colmo di speranza
correva da qualche parte per le preziose attività di Pax Christi. Dal
novembre del 1985, infatti, era stato eletto Presidente nazionale di Pax
Christi, un servizio-missione che fece suo con molto entusiasmo e che
portò avanti con grande ed infaticabile dedizione. Questo in aggiunta a
tutto il lavoro di vescovo, “nuovo profeta” del Vangelo e “prete di
strada” che svolgeva nella sua Chiesa diocesana di
Molfetta-Giovinazzo-Terlizzi-Ruvo. A Molfetta, mentre ero presso il
Seminario Regionale, ho potuto ammirare con i miei occhi il suo
amore-servizio per i poveri, gli sfrattati, i barboni, gli immigrati, i
tossicodipendenti, vederlo affabile nel vivere quotidiano tra la gente,
mentre da solo camminava in città, quando veniva con l’utilitaria a
trovarci... e ascoltare con le mie orecchie le sue parole poetiche e
brucianti per una comunità cristiana e civile cambiata da una conversione
radicale al Vangelo della carità. Tra le sue tante parole mi piace
ricordare: “Noi non dobbiamo preoccuparci di conoscere se siamo amati, se
dicono bene di noi, ma unicamente dobbiamo preoccuparci se noi amiamo e ci
spendiamo completamente per gli altri”, pronunciate durante l’omelia del
mercoledì delle ceneri del 1986 in seminario. In queste poche righe di
commemorazione non ho, evidentemente, la pretesa di narrare la sua intensa
vita; per conoscere qualcosa in più di lui suggerisco di leggere le
biografie scritte già dal 1994 ed i suoi scritti.
Voglio dire, ancora, che don Tonino Bello è stato davvero l’amico dei
poveri, il profeta della pace, il fratello di tutti, l’altro Cristo
dell’amore-servizio, l’espressione forte e credibile della “Chiesa del
grembiule”.
In suo omaggio, d’intesa con il Consiglio Pastorale, il 7 ottobre 1996, ho
voluto dedicare il nostro salone parrocchiale, ove c'è un grande dipinto
che lo raffigura di G. Leo, con la dedica “SALA DELLA PACE DON TONINO
BELLO, AMICO DEI POVERI, PROFETA DELLA PACE, FRATELLO DI TUTTI”.
E’ stato il minimo che potevamo fare in suo onore.
La comunità parrocchiale ed i gruppi ecclesiali sentono vivamente la sua
testimonianza, perciò più di qualche volta si recano sulla sua tomba ad
Alessano per pregare Dio Padre, affinchè abbiano lo stesso coraggio e lo
stesso slancio di fede, speranza e carità per il difficile momento
presente.
Don M.Arcangelo
Martina
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