n.d.r.:
nella lettera di Max c'è scritto anche il nome dell'agriturismo a cui si
fa riferimento. La redazione ha comunque deciso di ometterlo per non
creare spiacevoli polemiche.
da
"Max Mazzotta" -
Venerdì 6 Settembre 2002
"Arretu
la cuteddra" alias nà mazzata !!!!
Ciao,
è un pò che non vi scrivo, sono stato via, un pò per lavoro e un pò
per vacanza, ed è di quest'ultima che volevo parlarvi.
Dopo
aver aspettato con ansia e trepidazione le meritate vacanze è arrivato il
momento della partenza e insieme alla mia famiglia sono partito per
la mia terra natìa, dove ho rivisto i miei amici d'infanzia, parenti e
quant'altro. Per festeggiare il mio arrivo o meglio il mio ritorno alle
origini mi hanno proposto di andare a gustare le specialità culinarie
dell'agriturismo ..., e fin qui tutto ok!.
Arriviamo
nel luogo ove sorge questa antica "masseria" insieme ad
una piccola torre (che, se a mio modesto parere, fosse illuminata con un
faro di colore giallo stradale, invece di proiettore luce bianca fredda,
sarebbe molto più caratteristica e ne risalterebbe l'antichità).
Entrati
nel locale ci hanno fatto accomodare, e dopo circa mezz'ora è arrivato un
cameriere a chiederci cosa prendevamo. Dopo aver scelto dal menù (povero)
abbiamo aspettato un'altra mezz'ora per poter vedere arrivare le bevande
allora abbiamo fatto capire al cameriere che avevamo fame e se per
cortesia poteva accorciare i tempi d'incontro dei nostri palati con
le specialità del posto. Aspettato un altro quarto d'ora sono arrivati i
tanto sospirati antipasti che una volta visti in tavola ci hanno
letteralmente fatto passare la fame: fagiolini verdi lessi (che avevano
l'aspetto di un giornale lavato in lavatrice), melanzane, peperoni e
zucchine alla griglia, cipolle, polpette e panzerotti (duri perché
freddi) e un assaggio di formaggi tipici (assaggio non assaggiato da tutti
i commensali - 14 di cui 4 bambini).
Dopo
aver lasciato quasi tutto, siamo passati direttamente al secondo, che
prevedeva la grigliata di carne mista. Aspettato una mezz'oretta
sono arrivati i piatti con dentro una misera porzione di fettina di
maiale, una scarna costoletta di agnello (agnellone), un minispiedino
formato da due cubetti di carne e uno di melanzana, due turcinieddi, e a
chi si, e a chi no, un pezzo di salciccia fine, e le patatine per i
bambini, il tutto a temperatura tiepida/fredda. Il pane e il vino
centellinato, l'anguria in stato di passata maturazione e quindi
lasciata da quasi tutti.
Ed
ora siamo arrivati al succo di questa magra cena con gli amici, "IL
CONTO". A dir poco salato (a mio parere un furto), per aver
assaggiato, sorseggiato e atteso sudando per circa 3 ore le cibarie
pocanzi descritte, senza contare che i 4 bambini non hanno assaggiato
quasi nulla, abbiamo pagato la somma di 219 € (424.000 di vecchie lire).
Concludo
dicendo che, il responsabile della direzione di tale agriturismo,
non se l'abbia a male se vedrà nel giro di poco tempo calare il numero
dei clienti, visto che dopo alcuni giorni di permanenza a Veglie e
raccontato l'episodio, a vecchi amici e conoscenti mi
hanno confermato di aver preso la stessa fregatura.
E
non solo, mi risulta anche che i prodotti non sono coltivati nel posto.
Spero che non me ne voglia nessuno, ma è stato un amaro boccone da mandar
giù , e poi ci lamentiamo che i turisti non tornano più.
Max
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