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da "Dania"  - Lunedì 4 Marzo 2002

 

Vogliamo il dialogo!

 

La Redazione di Veglienews ha deciso, dal I° febbraio 2002, di richiedere le generalità a chiunque voglia intervenire su queste pagine.

Questo non è un intoppo, un “bastone tra le ruote” per scoraggiare gli interventi, bensì un’ulteriore conferma della serietà del sito. Ognuno di noi potrà continuare ad esprimere i propri pensieri ed a pubblicarli con pseudonimo se lo riterrà più prudente,  ma i nostri scritti non potranno più chiamarsi anonimi.

 

Che gusto c’è?

 

C’è che ognuno deve sentirsi responsabile di quello che dice, soprattutto quando si rivolge ad altri, per cui, con il coraggio delle proprie azioni, deve avere quello di firmare. (Basta depositarlo una volta per tutte,  il nome!)

 

C’è che non sempre si scrive così, tanto per farlo: qualche volta si ritiene di avere qualcosa da dire, qualche esperienza  privata da raccontare, affinché possa giungere ad altri e magari essere loro d’aiuto. L’uso dello pseudonimo, in questi casi,  è tutt’altro che negativo: spesso  concede di non intaccare il diritto alla  privacy di coloro che ci stanno vicino. (Una necessità che la Redazione ben conosce e che sa rispettare).

 

Non mi sono simpatici pseudonimi e maschere: E’ bello chiacchierare guardando in faccia la gente!” “Gettate la maschera! Non nascondetevi dietro la balla della privacy!

 

L’ho letta sul sito. Una frase come questa non può che risultare allettante ad una chiacchierona impenitente come me. Allora, via di corsa, dentro e fuori dalle rubriche alla ricerca  degli  interventi  di questo autore così aperto, pronta a  “studiarli” per  poter  poi discutere a modo suo. Che delusione, non trovare nulla!  Senza pseudonimo, nulla.

A meno che io non sia imbranata o che - e su questo il  sondaggio farà luce -  il sito non presenti  una navigabilità  difficoltosa.

 

( Per la verità,  il nome l’ho trovato, con accanto un titolo. Un omonimo o quello giusto? Comunque sia,  un nome non basta per intavolare conversazione!)

 

Dette queste cose “seriose”, concedetemi di scherzare un poco.

 

Vogliamo il dialogo! Vogliamo il dialogo! Andavano gridando, riuniti in assemblea gli studenti di un Liceo, ma quando il loro giovane professore di lettere  decise, sedendosi a cavalcioni della scrivania,  di rispondere -ok parliamo-  s’accorsero di non aver nulla da dire.

 

Di lì a poco, i ragazzi ripresero con la loro richiesta, ma non trovarono più il giovane professore ad ascoltarli: non reggendo allo stress della situazione, questi aveva preferito gettare le armi e optare per il più rilassante lavoro in campagna, instaurando così un dialogo con gli animali che lo zio, facoltoso agricoltore, teneva in stalla.

 

Io non demordo. Qua non sono mai stressata. Aspetto, serenamente, di poter continuare la conversazione. Ciao a tutti! 

Dania

 

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da "Marcello Spedicato"  - Venerdì 8 Marzo 2002

 

Una mimosa per Dania

L’8 marzo si festeggia la festa della donna  alcuni sanno perché è stata scelta questa data molti altri no. Comunque tutti facciamo gli auguri alle donne e a tutte se possiamo regaliamo una mimosa.

Questo  avrei voluto fare io oggi con Dania. Purtroppo  non la conosco  (e lei non conosce me) per questo devo accontentarmi di inviarle un rametto virtuale con allegata una domanda in vegliese: cce bbai truannu? Perché ti sei risentita tu che (suppongo) non usi uno pseudonimo ma una abbreviazione del tuo vero nome.  Vorrei sinceramente capire se la tua mail è frutto di riflessione o è un invito alla polemica anziché  al dialogo (pitrusinu ti ogni minescia).

Se hai riflettuto, come penso abbia fatto, prima di scrivere, avrai anche  capito a chi mi riferivo quando ho detto non nascondetevi dietro la balla della privacy (non ho usato tono categorico come si evince dalla tua trascrizione, ma la mia voleva essere  solo un esortazione chi mi conosce sa che frasi del tipo: gettate la maschera! non riuscirei ad utilizzarle nemmeno impegnandomi). E sono sicuro  che lo abbia fatto in quanto in un passo della tua lettera mi dai ragione  dicendo: ognuno deve sentirsi responsabile di quello che dice, soprattutto quando si rivolge ad altri. Posso anche capire l’uso dello pseudonimo quando, come dici tu, col proprio nome si può nuocere alla privacy di chi ti è vicino, ma sicuramente non quando lo si usa per lanciare proclami politici deliranti, o quando si dileggiano altre persone solo perché la pensano in maniera diversa (vedi lettere aperte).

Vorrei mi spiegassi cosa cercavi di trovare dentro e fuori dalle rubriche (a quanto capisco anche affannosamente) da poter studiare e discutere. Hai trovato un nome con accanto un titolo?  Non è un titolo ma si tratta di  una  mail  indirizzata  al mio amico dott.Gennachi e riguarda l’inquinamento elettromagnetico. Dopo averla ricevuta  mi chiese di pubblicarla su Veglie on line, il nome è quello giusto.

Mai prima dell’ascesa al trono di Sua Emittenza  si era sentito il bisogno di sondaggi per avere il favore della gente, e non credo che tu abbia bisogno di sentirti dire che non sei imbranata e tanto meno il sondaggio serve a benedire la navigabilità del sito.

Al liceo preferivo Marziale e Cicerone a Fedro e anche  se quest’ultimo non era il mio autore preferito, penso di ricordare che con le sue “favolette”  ridicolizzava il potere ed istruiva le “genti”; bisognava cercare la morale. Sinceramente nella tua non riesco a trovarne una, pertanto ti chiedo scusa se non ho capito il tuo “culacchio”, nel  caso specifico chi è il professore di lettere e chi sono gli alunni?

Cara Dania (se mi posso permettere) mi fa piacere che tu non sia stressata e anche a me farebbe piacere continuare la conversazione, permettimi quindi una constatazione, questa volta non sei stata una chiacchierona  impenitente ma impertinente. Se vuoi il dialogo non devi trattare eventuali interlocutori dall’alto della cattedra soprattutto se questi non li conosci. Il grandissimo Totò ridicolizzava gli “avversari” storpiando il nome e dando cariche che non avevano: io non sono un “autore”, ma se devo dire qualcosa lo dico usando il mio nome e in genere non scrivo  o parlo per il gusto di farlo o per bacchettare come fai tu, anche se bonariamente, altri che la pensano in maniera differente (se vuoi posso ricordarti date e titoli dei tuoi interventi su Veglie News e Veglie on line).

Spero che accetti la mia mimosa virtuale ma sincera.

Sappi comunque che tutto avrei voluto fare stasera tranne che polemizzare con una donna. Ci sarà sicuramente modo per rileggerci, intanto ti saluto cordialmente e spero che l’8 marzo ti abbia portato tutto il bene che ti aspettavi.

Marcello Spedicato

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da "Dania"  - Sabato 9 Marzo 2002

 

Mai mimosa m'è giunta più gradita

 

Grazie,  Marcello Spedicato,  per quanta  gentilezza e quanta sapienza hai voluto usare nel rispondere alla mia provocazione, dettata, tutt’altro che dal risentimento, (eri stato esplicito nel tuo messaggio!), ma dal desiderio di vederti qua, con un bell’articolo, tutto intero, tutto da leggere. Articoli come questo  cercavo dentro e fuori dalle rubriche.

 

Avevo poi avuto, forse a torto,  l’impressione che l’invito della Redazione a presentare le proprie generalità avesse provocato una diminuzione degli interventi dei lettori, per questo ho voluto dire la mia sull’argomento, prendendo spunto dalle tue parole.

 

(Il nome che ho trovato era “Prof. M. Spedicato”, dell’Università di Lecce, per la presentazione del libro di Cosimo Fai).

 

Mi accusi di bacchettare dall’alto della cattedra. Non è la prima volta che vengo accusata di un “tono magistrale”.  Agli altri  è bastato conoscermi per capire che ho fatto del “sottotono” una scelta di vita. (Non dico filosofia, perché questa parola, per me, è troppo difficile).  Il mio modo, spesso,  non è altro che un grido accorato a favore della parte più debole del momento, ma non manco mai di un  tentativo di comprensione anche  verso l’altra parte. E le favole le racconto perché traggo sempre dalle mie effettive esperienze di vita.  Sono sempre mie le cose che dico.

 

Se ti sono apparsa impertinente mi dispiace, non era proprio mia intenzione. Mi scuso per davvero.

 

Sai scrivere molto bene. Sai analizzare in modo raffinato: perché lasci tanto spazio a me in queste rubriche?

 

L’otto marzo mi ha portato la tua lettera , e ti assicuro, non è poca cosa! Grazie!

Dania

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