da "Dania" - 25
maggio 2003
In bici per dire
basta!
Ha preso il via da
Lecce la carovana dell’86° Giro d’Italia: i fortunati che hanno seguito
alla TV il percorso della prima tappa hanno potuto godere, oltre che di
tutte le fasi dell’avvenimento sportivo, anche di bellissime immagini del
Salento.
Ma anche Bari in quei giorni, forse per sfruttare l’occasione
dell’importante avvenimento sportivo e dare così maggiore risalto
all’impresa, è stato il punto d’arrivo, il traguardo, per un’altra
carovana, di ciclo-amatori stavolta, 22 fra medici e professionisti in
genere, che hanno inforcato la bicicletta a Podgorica, per arrivare fino a
qua, non con lo scopo di conquistare una maglia rosa o iridata, ma per
attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e sensibilizzarla sul
fenomeno della prostituzione, o meglio ancora, sul traffico di giovani
donne costrette alla prostituzione.
Questo fenomeno è una vera tragedia, che si consuma sotto i nostri occhi,
chiusi o tolleranti, perché vi è la tendenza a volerlo liquidare come
fatto normale, impossibile da debellare in quanto definito “il mestiere
più vecchio del mondo”. Infatti vi è sempre stato, da un lato, chi ha
deciso di mettere a disposizione il proprio corpo e, dall’altro, dietro
libera contrattazione, chi ha deciso di comprare le prestazioni sessuali.
Prima, cioè tempo indietro, sui marciapiedi cittadini, o sulle strade di
periferia accanto ai caratteristici falò, si potevano vedere “Le Signore
che vendono le coccole” e i clienti che le compravano, tanto per usare le
parole con cui cercavo di spiegare il fenomeno ai miei bambini, perché
comprendessero che domanda e offerta andavano di pari passo, senza
addentrarmi, o perdermi, in più o meno facili moralismi.
Ora, purtroppo, un discorso di tale genere non tiene più, non ha più alcun
valore, perché il fenomeno ha preso una ben diversa collocazione, che
tutti quanti non possiamo ignorare, fingendo di non saperne nulla.
Sparse sui marciapiedi o sulle strade di traffico intenso, continuiamo a
vedere donne, sempre più giovani e per la maggioranza straniere. Sappiamo,
dai tanti casi venuti alla luce, che rappresentano una minoranza quelle
che si trovano là per libera scelta.
Sappiamo che, ogni tanto, qualche giovane donna riesce a sfuggire ai
traficcanti-aguzzini, ambigui personaggi che hanno preso il posto dei
protettori, e che ogni volta la storia che viene raccontata ha
dell’allucinante, dell’incredibile.
Sappiamo anche che molte altre restano succubi, non osano ribellarsi alla
schiavitù per il terrore delle ritorsioni che potrebbero riversarsi, oltre
che sulla loro stessa persona, anche sui familiari rimasti in patria.
Così, parecchio tempo fa, avevo cercato di descrivere il fenomeno...
"I Girasoli dell'Est"
Sono freddi i Paesi dell’ est. Anzi, gelidi,
perché, si sa, il freddo accompagnato alla povertà subito diventa rigore.
Per questo i giovani “Girasoli” volgono le loro corolle verso l’Italia,
attratti dal calore e dalla luce del sole che qui “sempre riluce”.
E ascoltano dal vento, che volteggia irradiando fra loro, le note di
vecchie e nuove canzoni sussurranti dolci parole come: AMORE; TI AMO; SEI
BELLISSIMA; RESTA CON ME, che s’imprimono nella mente e infondono al cuore
sogni e speranze dipinti d’azzurro.
Come un’amplificazione a tali pensieri, la televisione in lingua italiana
trasmette programmi effervescenti, evasivi e alquanto sfarzosi, con canti,
balletti, e poi giochi e quiz che regalano fior di milioni, divulgando
così modelli di vita irreali, fantastici, che i giovani prendono per veri,
tanto da convincerci che da noi sia possibile, senza tanta fatica, con
quattro nozioni e un bel viso, ottenere successo, fama e ricchezza.
Eccoli, allora, i Girasoli dell’Est: splendidi, giovani, eretti, arrivare
a frotte in Italia al seguito di sedicenti produttori o impresari,
allettati da grandi promesse di scritture o contratti per attività di
attrici, cantanti, ballerine, modelle o fotomodelle.
Tanti arrivano, invece, con il sogno di una cerimonia con abito bianco,
fiori d’arancio e marcia nuziale, con gli occhi raggianti e stringendo
forte la mano dell’uomo che ha saputo ben sussurrare: “AMORE, TI AMO!”
Erano pronti, là in attesa, intontiti da tante premesse. E’ bastato un
richiamo: non c’è stato posto né per un dubbio né per incertezze!
A tutti, all’arrivo, è concesso almeno un giorno di festa. Poi vengono
spogliati, venduti, picchiati, addestrati, infine smistati e posati a
dimora sulle piazzole di sosta dei bordi stradali, sparsi in qua e in là.
Il sole al tramonto s’abbassa e scompare, portando nel nulla i sogni di
ognuno. S’accendono intanto i lampioni. Poi, nella notte i fasci di luce
dei fari abbagliano e illuminano, svelando gli steli piegati a forza dei
giovani, ora tremoli, fiori.
I Girasoli dell’Est, perduto il contatto col sole, s’accorgono d’essere in
terra straniera; anelano e invocano ora le candide nevi di casa, capaci di
attutire il bruciore dei lividi e di togliere loro di dosso il tanfo di
umano squallore.
Medita un attimo, se puoi, o “viandante di una strada Binasca, o cultore
dell’arte supina!”
… è evidente che anche questo discorso non tiene più. Non basta. E’
sorpassato! Ben altre atrocità sono andate a sommarsi al già grave
problema!
La cronaca ogni tanto parla di cadaveri ritrovati. Ma di quante giovani
donne, così appariscenti, ma altrettanto invisibili, si sono perse le
tracce?
Quello della prostituzione, oggi, è un fenomeno che non si può più
catalogare e liquidare dai nostri pensieri come “normale”, perché dietro
vi è un giro per il quale non dobbiamo osare il termine BESTIALE: le
bestie, non si abbassano a tanto! Diciamo piuttosto che dietro al traffico
della prostituzione vi è un mondo DIABOLICO, manovrato dai malavitosi,
senza limiti di atrocità, per lucro e solo per lucro!
La polizia, indagando ha scoperto traffici di bambini, contrattati e
venduti prima ancora che fossero venuti alla luce. Tempo indietro le
povere prostitute rimaste incinte sarebbero state costrette all’aborto, a
furia di pugni e calci! Questo ora non accade, perché lo stesso neonato è
divenuto merce preziosa, la cui vendita rende molto denaro. E, come se ciò
non bastasse, le Forze dell’Ordine hanno seri indizi per sospettare giri
di traffico di organi.
Non si può più tacere! Non si può più decidere che questi incontri
donna-uomo a pagamento siano semplicemente un fatto privato!
Lo sappiano i maschi, tutti quanti, che le donne che incontrano per un’ora
d’amore, così belle, così attraenti, così sexy da sembrare create solo per
dare soddisfazione, di amore vero, di affetto sincero, non ne ricevono
neppure una lacrima, e che, anzi, è possibile stiano vivendo in condizione
di schiavitù.
Ricordino, quelli che dalle prostitute pretendono prestazioni senza
protezione, che tutto non finisce con la risistemazione degli indumenti!
Sappiano che quello che solitamente viene chiamato “incidente di percorso”
altro non è che l’inizio di una nuova vita, sangue del loro sangue, carne
della loro carne. E sappiano quale destino, a volte, è assegnato a questi
innocenti e inermi loro creature. Devono sapere! Bisogna parlarne!
Non so quanta rilevanza, né quale seguito abbia avuto l’iniziativa dei
ciclo-amatori, né se la concordanza con la partenza del Giro d’Italia sia
stata propizia o negativa. Per chi ne volesse sapere di più, questa è
l’informazione completa, diramata dal tg3 Regioni-Puglia:
“In bici per dire stop al traffico di giovani donne destinate alla
prostituzione. Sono medici, professionisti in genere, 22 ciclo-amatori
partiti il 27/4 da Podgoritz, capitale del Montenegro e giunti, attraverso
l’Albania, a Bari, accolti da altri ciclo-amatori dell’Associazione
Bersaglieri.
L’iniziativa è stata patrocinata e sponsorizzata dal Governo Norvegese e
organizzata dall’Associazione “ The Door” (La porta) di Scrutari.
“Anche oltre l’Adriatico siamo impegnati nella campagna di
sensibilizzazione contro la tratta delle donne” - ha precisato in
conferenza stampa - nella sala del Fortino, Mailinda Bregu, del
Dipartimento di Sociologia dell’Università di Tirana.
“Lo Stato, le forze di Polizia Albanesi, s’impegnano, di recente, per
tutelare il rispetto della persona umana nel distretto di Scrutari, una
delle zone più povere dell’Albania, dove i trafficanti di giovani donne e
bambini, trovano terreno fertile per i loro loschi traffici”.
“Purtroppo paghiamo ancora 10 anni di ritardo per l’assenza di un trattato
di collaborazione giudiziaria fra Italia e Albania”, sottolinea il
Sostituto Procuratore, Michele Emiliano.
“Siamo pronti a dare una mano nel concreto” - aggiunge Monsignor Alberto
D’Urso, Presidente della fondazione antiusura San Nicola e Santi Medici -
“per liberare dalla schiavitù del debito delle donne costrette a
prostituirsi”.
Insomma, una buona iniziativa, che s’ inserisce nella primavera di
solidarietà promossa dalla UISP, che annuncia un gemellaggio con
l’associazione albanese The Door, mentre l’Assessore alla Solidarietà del
comune di Bari, Filippo Melchiorre, s’è impegnato a promuovere un tour
ciclistico che, la prossima volta, parta da Bari per andare in Albania e
sostenere lì le ragioni di chi si batte contro il traffico di donne.”
Dania
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