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da "Dania"  - Giovedì 5 Dicembre 2002

6 dicembre 1999 - 6 dicembre 2002

Sono passati tre lunghi anni dalla strage della Grottella, eppure tutto sembra essere accaduto ieri.  Nessuno ha dimenticato, nessuno potrà e vorrà mai dimenticare quel giorno che mani assassine, con premeditazione criminale, stroncarono la vita a tre onesti lavoratori di Veglie.

Erano Vigilantes Luigi Pulli; Rodolfo Patera e Raffaele Arnesano: indossavano con orgoglio la divisa della Velialpol per la quale, in cambio di un modesto stipendio, che tuttavia assicurava un vivere dignitoso, trasportavano denaro e preziosità, consapevoli che tali valori non sarebbero mai loro appartenuti.

Era la famiglia il loro vero “tesoro”: Luigi ha lasciato la moglie e tre figli; Rodolfo, la moglie e due figli; Raffaele la giovane moglie e mille sogni appena condivisi.

Ci hanno insegnato, e sappiamo quanto sia vero,   che dove teniamo il nostro tesoro, lì sta il nostro cuore. Quel tragico 6 dicembre, certamente tre cuori rimasero di guardia “a casa”, da dove nessuno riuscirà a staccarli mai! Se  in assemblea venissero scanditi i loro nomi, ognuno dei presenti, nel profondo del cuore, sentirebbe la triplice, unanime  risposta: “presente!” Tanta è la potenza dell’amore!

S’è parlato di girotondi in questo periodo: come non immaginarne uno di tutta la popolazione di Veglie, con a capo Giuseppe Quarta, Flavio Matino e Giovanni Palma, i superstiti della terribile strage? Un girotondo che potesse abbracciare tutte le famiglie colpite dalla tragedia – anche quelle di origine - per colmare il vuoto donando tutto l’affetto possibile; per portare solidarietà; per aiutare a ritrovare il coraggio e la gioia di vivere. E più ancora, per dar modo agli orfani di  recepire,  e farne tesoro per la vita,  quanto siano stati  grandi nella semplicità i loro Padri, per essere riusciti a suscitare intorno tanti nobili sentimenti.

Benché alla loro memoria ed in loro onore siano stati eretti monumenti e assegnate medaglie, gli amici sanno che è questo quanto Luigi, Rodolfo e Raffaele chiedono, per le mogli lasciate sole, per i figli costretti a crescere senza la guida,  il sostegno e la materiale presenza del padre.  E per questo già si adoperano.

Gli esecutori della strage sono stati consegnati alla giustizia umana, che pare stia facendo il suo corso. Tutti auspicano venga inflitta una condanna esemplare, anche se, tra riti abbreviati, ricorsi, dichiarazioni di pentimento, il senso delle parole “giustizia” ed “esemplare”, pare svanire come nebbia al sole.

Dania 

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