da
"Dania" -
Mercoledì 6 Novembre 2002
LA
PAGHETTA SETTIMANALE
La
paghetta settimanale: fino a ieri queste parole evocavano attimi ed
immagini di tenerezza infinita.
-Bimbi
gioiosi davanti al bancone del pasticciere, monetine in mano, alle prese
con le prime scelte autonome, su quella distesa di dolciumi dalle forme più
invitanti.
-I
primi passi verso il calcolo delle priorità; l’incontro con i fenomeni
del risparmio e dell’accumulo, che avrebbero potuto concedere,
l’indomani, qualcosa di economicamente più importante.
-Avvenimenti
fantasiosi, come l’invenzione della banca di famiglia, con tanto di
libretto e carnet assegni, dove effettuare minuscoli versamenti per
ottenere “gli interessi sul capitale”.
-I
raduni segreti tra fratelli, così concitati da essere scoperti da lontano
un miglio, per programmare l’acquisto in proprio dei regali natalizi.
Questi
e poi altri, ancora e ancora: tutti piccoli gesti, ma importanti per la
crescita, compiuti con la complicità dei familiari, in un crescendo
parallelo all’età che, per la vita, sarebbero stati simpaticamente
ricordati.
Questo
ieri. E oggi? Oggi vien da dire:
“Pietà
per questa giovane generazione che muore ed uccide per essere stata
defraudata della paghetta settimanale”.
Pare
frutto dell’incipiente demenza di una singola grafomane questa
affermazione. E sarebbe bello fosse così. Invece no, è frutto
d’informazione, la più triste, la più cruda.
Sfogli
il quotidiano e leggi della moderna Biancaneve, quella di Centocelle, che
si prostituiva coi ragazzini di 12-13 anni. Varie prestazioni, dalla
sbirciatina al rapporto completo, a seconda del coraggio, dei desideri e
della consistenza della paghetta settimanale.
Come
se non bastasse, a questa notizia che di per sé lascia allibiti, va ad
aggiungersi quell’altra, ancora più tremenda: Biancaneve è
sieropositiva! E’ stata questa la voce che ha fatto scattare l’allarme
genitori. Il terrore dell’aids li ha fatti correre! Giusto, la salute
fisica prima di tutto, ma non è da lasciare in secondo piano
la salute spirituale e morale, perché incontri di tale portata possono
lasciare tracce indelebili, capaci d’influenzare negativamente, per
sempre, le relazioni interpersonali.
Voltiamo
pagina e cambiamo argomento.
Leggiamo
ora che il consumo di droghe leggere è in crescita e che è scesa a 12-13
anni l’età in cui si consumano abitualmente spinelli e pasticche.
Gli
spacciatori sono lungimiranti: non intendono perdersi questa consistente
fascia di clientela, per cui si stanno sempre più organizzando a creare
piantagioni caserecce di cannabis: diminuendo i passaggi della
commercializzazione, saranno in grado di contenere il prezzo
dell’hashish e di renderlo così abbordabile ai teenager, che per pagare
l’approvvigionamento devono dar fondo alla paghetta settimanale.
In
questi ultimi tempi sono accaduti terribili fatti di sangue, compiuti su e
da ragazzini, tali da lasciare tutti costernati. Dove stanno andando le
nuove generazioni? Verso un baratro, verso strade senza ritorno? In cosa
abbiamo mancato? Si chiedono i genitori.
Non
hanno mancato i genitori, anzi, hanno fatto troppo, solo che, mentre
correvano tanto per procurare il superfluo, oltre che il necessario, non
hanno avuto il tempo per accorgersi che gli sguardi dei loro figli
s’incupivano perché altra gente, magari della porta accanto, li
stava defraudando della paghetta settimanale e con quella, anche
dell’innocenza, dei sogni e della gioia di vivere.
Checché
se ne dica, a 12-13 anni, da soli, è difficilissimo distinguere i falsi
profeti e combattere le tante tentazioni, le insidie e i trabocchetti.
Dania
|